4-8 settembre: un campeggio per sostenere un cambiamento radicale: assemblee e dibattiti sulla crisi climatica, grandi opere, estrattivismo, ecotransfemminismi, neocolonialismi e migrazioni forzate; il 7 marcia per la giustizia climatica.
Dal 4 all’8 settembre al Lido di Venezia si terrà il Campeggio sul Clima, organizzato dal Comitato No Grandi Navi e il Fridays For Future di Venezia per sostenere «Una rivoluzione che deve trasformare il nostro modello energetico (fuoriuscita dal fossile), il nostro sistema di gestione territoriale (stop alle grandi opere, al consumo di suolo, alla devastazione ambientale) e quello che regola il ciclo dell’alimentazione.»
Mercoledì 4 settembre: Crisi climatica, grandi opere, estrattivismo
con Alexander Dunlap (Norvegia): studioso di ecologia politica, UiO, Center for Development And Environment e Emanuele Leonardi (Italia): Univesidade de Coimbra.
Giovedì 5 settembre: Crisi Climatica ed ecotransfemminismi
con Moira Millàn (Argentina), portavoce Mapuche, Ideologa e coordinatrice del "Movimiento Mujeres Indigenas por el Buen Vivir" e autorità ancestrale del "Lof Pillañ Mahuiza", Julie Coumau (Francia) ricercatrice e attivista antispecista e un'attivista dell' Assemblea Transterritoriale Terra Corpi e Territori Spazi urbani di Non Una Di Mena.
Venerdì 6 settembre: Crisi Climatica, neocolonialismi, migrazioni forzate
con Marco Armiero (Italia) direttore dell'Environmental Humanities Lab del Royal Institute of Technology a Stoccolma e Nnimmo Bassey (Nigeria), attivista climatico, autore e direttore della Health of Mother Earth Foundation.
Sabato 7 settembre si svolgerà il Corteo per la giustizia climatica.
Dal campeggio verso la Mostra del Cinema. In un giorno in cui gli occhi del mondo sono puntati sulla mondanità veneziana, ricordiamo a tutte tutti che il Cambiamento Climatico non è un soggetto da film di fantascienza, ma è la realtà che stiamo già vivendo, una spirale che il capitalismo estrattivo ha innescato e non vuole fermare. Noi, i movimenti per la giustizia climatica e i comitati contro le grandi opere, al contrario, saremo in strada ancora una volta per dire che c'è bisogno di invertire la marcia, di ridurre il riscaldamento climatico, di uscire dal fossile (in tutte le sue forme), di decolonizzare l'economia globale responsabile del dramma delle migrazioni climatiche, di rifiutare un sistema in cui la violenza sulla natura non umana si accompagna alle discriminazioni di genere, di combattere un modello di gestione territoriale legato a grandi opere inutili e dannose. Saremo in strada per tutti questi motivi e siamo intenzionati a portare le nostre ragioni nel cuore della Mostra del cinema.