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Teresa Monestiroli
Buio in sala, arriva il Megastore
23 Settembre 2010
Milano
Avanza la critica al modello clone-town, ma restano - protetti dal WWF? - garruli assessori entusiasti dei grandi marchi. La Repubblica ed. Milano, 23 settembre 2010 con postilla (f.b.)

Corso Vittorio Emanuele potrebbe diventare la quarta via commerciale del mondo (occidentale). Con i suoi 50 mila visitatori al giorno - stima fatta al netto delle nuove aperture di marchi come Gap e Banana Republic dall’operatore immobiliare Beni Stabili - è stato calcolato che l’anno prossimo l’arteria dello shopping milanese sarà dietro solo alla Fifth Avenue di New York (150 mila passaggi medi al giorno), gli Champs-Élysées di Parigi (100 mila) e Oxford Street di Londra (90 mila).

Ad arricchire l’offerta commerciale del centro saranno tre nuovi centri commerciali che nei prossimi mesi saranno inaugurati nei palazzi che un tempo ospitavano i cinema Excelsior, Ambasciatori e Corallo. Spazi polifunzionali con vetrine di diverse marche, food shop e ristoranti aperti anche la sera. Il primo a inaugurare sarà il negozio Coin e Ovs Industry, l’ex Oviesse: sei mila metri quadrati che prenderanno il posto della multisala Excelsior-Mignon, chiusa nel 2008 per mancanza di spettatori. Un’operazione da 80 milioni di euro che, per l’assessore all’Urbanistica Carlo Masseroli, contribuirà «a rivitalizzare il quartiere, insieme all’arrivo di grandi marche che negli ultimi mesi hanno scelto Milano come nuova piazza commerciale».

Il centro dell’intrattenimento - solo qualche anno fa corso Vittorio Emanuele era la via del cinema - , si sta lentamente trasformato nella promenade dello shopping per eccellenza. Chiuse le sale, infatti, gli spazi sono stati tutti convertiti alla moda. Sia quella a prezzi stracciati come Zara, che ha preso il posto del cinema Astra di corso Vittorio Emanuele, sia quella dei grandi stilisti come Dolce e Gabbana che hanno trasformato il Metropol in viale Piave da cinema a passerella. Solo nel caso del Mediolanum di Largo Corsia dei Servi la sostituzione è stata di altro tipo: al posto delle poltroncine rosse infatti sono arrivate le panche della palestra Skorpion, che sta ancora terminando i lavori di riqualificazione.

La morfologia del centro dunque negli anni è radicalmente cambiata, diventando una zona di passaggio esclusivamente diurno, visto che alle sette di sera spegne le luci. «I cittadini sono liberi di andare al cinema dove vogliono - ribatte Masseroli - . E se scelgono le multisale della periferia dobbiamo prenderne atto e far sì che il centro si trasformi come chiede il mercato. Questa è la flessibilità di cui Milano ha bisogno. Non solo. La zona tornerà ad essere residenziale dal momento che gli uffici stanno via via spostando le loro sedi in altri punti della città. Sono certo che questo porterà con sé una maggior vivibilità anche serale».

Resta il fatto che delle 141 sale di proiezione cinematografica che si contavano nel 1970, oggi ne sono rimaste solo 17. E nonostante il nuovo modello di multisale il numero di schermi si è più che dimezzato passando da 254 a 103. In compenso, fa notare il Comune, i dieci cinema che negli ultimi anni hanno chiuso i battenti per mancanza di spettatori, sono stati trasformati (tre sono ora in ristrutturazione) in 93 mila metri quadrati di negozi, uno spazio pari alla superficie totale di Harrod’s a Londra. Ma distribuito nel centro città e (quasi) tutto dedicato alla moda. Come il Teatro Versace, quartier generale di Versace e dove Donatella organizza anche eventi musicali, o come lo Spazio Astoria, che sulle ceneri di un cinema porno oggi ospita le sfilate dell’alta moda. E ancora la "design gallery" Visionnaire di piazza Cavour, nata al posto del cinema Cavour.

postilla

Qualche volta fanno invidia, quelli che abitano esclusivamente il proprio mondo fantastico, fatto di grandi idee, e da questo traggono magari la forza per trasformarle in realtà. Come Masseroli, il quale pare si sia vantato di essere soprattutto un manager, e di non capire gran che di urbanistica. Però, detto fra noi, non pare ci voglia un luminare di settore per capire la differenza tra Fifth Avenue, Champs-Élysées, e Corso Vittorio Emanuele. Come direbbe Petrolini, “basta un paio di scarpe nuove”, ovvero farsi passin passetto prima il percorso dall’abside del Duomo a San Babila, e poi ritentare l’esperimento anche solo per qualche sezioncina contenuta di Midtown, o quando l’Arc del Triomphe continua ad essere una prospettiva irraggiungibile fra le cime degli alberi. Per capire che fare paragoni è strumentale, sciocco, fazioso. Per capire anche, guardando il panorama internazionale con occhi un po’ meno foderati di compiaciuto prosciutto, che il modello delle vie commerciali tutte identiche (perché “così vuole il mercato”) è buono solo per quei paesi sottosviluppati dove una classe dirigente locale cavernicola e arrogante ritiene chissà perché moderno e auspicabile sconvolgere la complessità urbana con artificiose iniezioni di luci al neon, che sarebbero forse suonate magnifiche un paio di generazioni fa, quando Petula Clark cantava “Downtown” (in Italia, forse in assenza di corrispettivi, la canzone si chiamava "Ciao Ciao"), ma oggi, come ci spiegano ad esempio molto bene le ricerche della New Economics Foundation, rischiano di seppellirci sotto una montagna di fuffa. Insomma di questa modernità da filmetto anni ’60 ne abbiamo abbastanza, anche chi non se ne è ancora accorto (f.b.)

DOWNTOWN

When you're alone and life is making you lonely

You can always go - downtown

When you've got worries, all the noise and the hurry

Seems to help, I know - downtown

Just listen to the music of the traffic in the city

Linger on the sidewalk where the neon signs are pretty

How can you lose?

The lights are much brighter there

You can forget all your troubles, forget all your cares

So go downtown, things'll be great when you're

Downtown - no finer place, for sure

Downtown - everything's waiting for you

Don't hang around and let your problems surround you

There are movie shows - downtown

Maybe you know some little places to go to

Where they never close - downtown

Just listen to the rhythm of a gentle bossa nova

You'll be dancing with him too before the night is over

Happy again

The lights are much brighter there

You can forget all your troubles, forget all your cares

So go downtown, where all the lights are bright

Downtown - waiting for you tonight

Downtown - you're gonna be all right now

And you may find somebody kind to help and understand you

Someone who is just like you and needs a gentle hand to

Guide them along

So maybe I'll see you there

We can forget all our troubles, forget all our cares

So go downtown, things'll be great when you're

Downtown - don't wait a minute for

Downtown - everything's waiting for you

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