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Maria Cristina Gibelli
Basta il titolo per fare una buona legge?
23 Ottobre 2014
Maria Cristina Gibelli
A proposito del commento entusiastico sulla Legge Lupi del neo direttore di Urbanistica, Federico Oliva, vorrei a mia volta osservare…>>>

A proposito del commento entusiastico sulla Legge Lupi del neo direttore di Urbanistica, Federico Oliva, vorrei a mia volta osservare…>>>

A proposito del commento entusiastico sulla Legge Lupi del neo direttore di Urbanistica, Federico Oliva (vedi il testo in allegato), vorrei a mia volta osservare che a parere non solo mio, ma dei 400 firmatari dell’appello di eddyburg, e di numerosissimi altri firmatari di analoghi documenti, il nuovo DDL è più pericoloso del precedente disegno di legge «Principi in materia di governo del territorio» che lo stesso Lupi, allora parlamentare di Forza Italia, aveva proposto nel 2005.

Nel testo del 2005 si affermava infatti, all’art. 5, comma 4, che «Le funzioni amministrative sono esercitate in maniera semplificata, prioritariamente mediante l’adozione di atti negoziali in luogo di atti autoritativi». Eliminato l’avverbio e abbandonata ogni cautela, l’unico e assertivo principio esplicitamente e ripetutamente richiamato nella nuova Legge Lupi consiste nel cancellare la titolarità pubblica della pianificazione. Infatti, si garantisce all’Art.1 che “ai proprietari degli immobili è riconosciuto, nei procedimenti di pianificazione, il diritto di iniziativa e di partecipazione, anche al fine di garantire il valore della proprietà”. Un principio di dubbia costituzionalità e di traballante giustificazione scientifica, economica e territoriale, ulteriormente ribadito all’Art.8.

Anche il titolo della legge, che recita «Principi in materia di politiche pubbliche territoriali e trasformazione urbana», appare manifestamente e scandalosamente fuorviante, poiché di fatto il privato, se la legge venisse approvata, diventerebbe attore e co-protagonista nei processi decisionali in materia di pianificazione urbanistica e territoriale. Ma è tutto l’articolato che smentisce il titolo e conferma le preoccupanti, anzi inaccettabili, caratteristiche del disegno di legge: una legge a sostegno della rendita e della proprietà immobiliare che sembra scritta dall’ufficio studi dell’associazione dei costruttori.

Il nuovo e influente direttore della rivista Urbanistica, già Presidente dell’INU dal 2005 al 2013, non la pensa così. Anzi, proprio aggrappandosi allo scoglio salvifico rappresentato dal titolo menzognero della legge, scrive su Urbanistica Informazioni n. 253-254 un breve commento entusiastico, e davvero fuorviante.

Federico Oliva capovolge infatti la realtà e, dimenticandosi che il DDL del 2005 aveva ottenuto un voto favorevole, purtroppo ampiamente bipartisan, alla Camera e che non era passato al Senato per il rotto della cuffia - grazie anche a una tempestiva azione di sensibilizzazione di eddyburg -, prende le distanze dalla prima legge Lupi al solo scopo di legittimare l’ennesimo tentativo, dell’allora parlamentare di Forza Italia e oggi Ministro del governo Renzi, di scardinare il governo pubblico del territorio concedendo ampia discrezionalità al privato. La nuova legge, secondo il neodirettore di Urbanistica, farebbe piazza pulita dei «passaggi più inaccettabili del testo del 2005, come quelli che attribuivano anche ai privati la responsabilità della pianificazione negandone la fondamentale competenza pubblica». Ma, invece, è proprio ciò che la nuova legge ‘di principi’ autorizza: anzi, con maggiore determinazione.

Oliva si domanda in conclusione, con discutibile sense of humor, se Lupi è migliorato o è lui che è peggiorato. E conclude che a Lupi ha fatto bene la vicinanza al «nostro attivissimo Presidente del Consiglio» al quale aveva già tributato all’inizio del breve articolo un elogio sperticato, evocando il «brillante scenario riformista aperto dall’attuale Governo».

Che dire? Che Lupi certamente non è cambiato, e che Oliva forse è un po’ confuso.

Riferimenti
Qui di seguito l'articolo di Federico Oliva

Urbanistica informazioni, 253-254 Gennaio-Febbraio, Marzo-Aprile
Lupus in fabula

di Federico Oliva

Nel brillante scenario riformista aperto dall’attuale Governo sembra esserci anche un piccolo spazio per la riforma urbanistica, tema negletto e marginale ma che agli urbanisti e all’Inu, tutto sommato, interessa ancora. Improvvisamente, mentre un valoroso deputato del centro sinistra si adopera faticosamente e in perfetta solitudine a mettere insieme un testo unificato delle varie proposte giacenti da anni in Commissione, senza sapere però se il suo encomiabile lavoro avrà o meno uno sbocco, dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti esce un testo titolato “Principi in materia di politiche pubbliche territoriali e trasformazione urbana”, un testo curato dalla Segreteria Tecnica del Ministro che presenta due notizie positive e rilevanti.

La prima notizia riguarda i contenuti della proposta, una vera e propria legge sui principi generali del Governo del Territorio, per tanti anni invocata dall’Inu e la cui assenza ha pesantemente condizionato la qualità delle diverse leggi regionali e ha impedito il completamento della riforma. Ebbene, nonostante alcuni limiti, anche rilevanti ma facilmente rimediabili, come la scarsa correlazione con la “legge Delrio” o l’imperfetta definizione dei diritti edificatori non differenziati dalle semplici previsioni, si tratta di un buon testo, equilibrato e scritto in manie-ra comprensibile, che riprende tutti i temi per i quali l’Inu si è speso con poco successo negli ultimi vent’anni, se si eccettuano alcune leggi regionali.

La seconda notizia è che il Ministro responsabile è l’on. Lupi, nel passato spesso associato alle peggiori pratiche urbanistiche, sia quando da Assessore al Comune di Milano promuoveva la “deregulation per progetti” contro il piano, sia quando da deputato del centro destra firmava nel 2005 il testo di “legge di principi” che più si è avvicinato all’approvazione finale con la prima lettura da parte della Camera; un testo considerato da molti urbanisti (e anche dall’Inu, seppure con qualche distinguo), come molto vicino al male assoluto.

Oggi, rileggendo i passaggi più inaccettabili del testo del 2005, come quelli che attribuiano anche ai privati la responsabilità della pianificazione negandone la fondamentale competenza pubblica, un passaggio palesemente contraddetto dallo stesso Titolo della nuova proposta, mi sono posto una semplice domanda: ma è Lupi che è migliorato o sono io peggiorato? Poiché un rapido esame di coscienza mi ha rassicurato sulle mie posizioni, ne ho dedotto che la sola vicinanza al nostro attivissimo Presidente del Consiglio gli ha fatto bene.

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