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Aldo Cennamo
Bagnoli, ora fatti
29 Novembre 2005
Napoli
Un deputato DS, capace di comprendere le proposte urbanistiche, denuncia il rischio che si passi dalla “economia della bellezza” alla “bellezza dell’economia”. Da la Repubblica, edizione di Napoli 29 novembre 2005

Le recenti esternazioni che propongono la realizzazione di un campo da golf nel parco di Bagnoli sono soltanto l’ultima di una serie di preoccupanti esternazioni che denotano - a dir poco - un misto di improvvisazione, leggerezza e autolesionismo di una parte della classe dirigente di questa città. Provo a spiegare perché. Il progetto di riconversione dell’area ex siderurgica di Bagnoli è stata l’iniziativa di punta della manovra urbanistica delle amministrazioni di centro sinistra dell’ultimo decennio. Bagnoli è stata presentata come il simbolo del riscatto, del rinascimento della città.

Qual è il succo della proposta urbanistica? Un grande parco pubblico nell’area una volta occupata da acciaieria e altiforni; un parco che insieme alla spiaggia ricostituita deve rappresentare il riscatto del quartiere di Bagnoli, che ha patito cento anni di inquinamento e costituisce, al tempo stesso, una grande attrezzatura ambientale per l’intera area metropolitana. Un parco intorno al quale realizzare un nuovo insediamento, a bassa intensità edilizia, fatto di alberghi, case e moderne attività produttive. Parco e spiaggia miglioreranno la qualità della vita degli abitanti e faranno crescere il valore immobiliare delle nuove costruzioni. I guadagni procurati dalla vendita a prezzi di mercato di case, alberghi e volumi per la produzione - così valorizzati - possono compensare - ci ha detto il Comune fin dall’inizio - i costi per la realizzazione di parco, spiaggia e altre attrezzature pubbliche. Ricordo che Bassolino sindaco definì a suo tempo - con una felice espressione - questo equilibrio economico virtuoso come economia della bellezza. La gestione di questo complesso e ambizioso processo è stato affidato a una società appositamente costituita, la Bagnolifutura spa. Un prestigioso istituito come il Cresme e una rinomata società come Rothschild hanno successivamente confermato questa ipotesi, senza che nessuno li abbia fino a ora smentiti, per quanto mi risulta: il bilancio economico-finanziario del piano urbanistico attuativo di Bagnoli, come approvato dal consiglio comunale, può essere vantaggioso per i potenziali investitori e quindi pienamente realizzabile, anche in questo periodo di crisi della finanza pubblica.

Chi ha vissuto quel periodo, anche dall’esterno, ma con passione civile e politica, con le lunghe discussioni in consiglio comunale e nei quartieri, non può non ricordare con quanta attenzione e serietà sono state ponderate innumerevoli soluzioni alternative, compresa quella del campo da golf, prima di assumere la decisione finale, ritenuta meglio corrispondente all’interesse generale. Chi oggi vuole mettere in discussione quella decisione è forse in possesso di valutazioni economico-finanziarie che contraddicono gli autorevoli studi che ho ricordato, tanto da privare il quartiere di Bagnoli e l’intera città di quel risarcimento ambientale che il parco pubblico rappresenta? Oppure, come a me pare, si esprime con preoccupante improvvisazione? In questi anni abbiamo imparato che la realizzazione di Bagnoli avviene sotto i riflettori di tutta Italia e forse del mondo intero. Questo è un bene, non fosse altro perché attira molti investitori che sono indispensabili. Ma essere al centro di questa attenzione ci carica anche di responsabilità, perché chi valuta l’opportunità di investire nella nostra città teme soprattutto l’instabilità, la volatilità direi, delle decisioni politico - amministrative. Ecco perché questo continuo mettere in discussione, senza validi motivi, le decisioni appena assunte è un atteggiamento irresponsabile che sfiora l’autolesionismo. Crea sfiducia negli investitori, indebolisce l’azione di Bagnolifutura spa, già messa a dura prova dall’atteggiamento di strisciante e spesso palese ostilità del governo. In democrazia c’è un tempo della discussione - a cui tutti devono partecipare con serietà e possibilmente con passione - e c’è un tempo per realizzare le decisioni democraticamente assunte. Una società che non è capace di rispettare questa regola elementare è una società litigiosa e senza prospettive di progresso. Napoli sta correndo il rischio di cadere in questo terribile errore.

Alcuni documenti sul PRG di Napoli e sui rischi che già si paventavano all'approvazione

Sulla vicenda del piano di Bagnoli anche l'appello del marzo 2004

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