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Oriana Liso
Autostrade, suolo, aree abbandonate: la battaglia per il cemento sostenibile
30 Gennaio 2013
Padania
Salvo qualche vaga eco nel programma del centrosinistra, spicca l'assenza di un vero quadro di sviluppo sostenibile (chiamolo così per semplicità)nei programmi elettorali per la Lombardia.

La Repubblica Milano, 30 gennaio 2013 (f.b.)

LA CRISI ha colpito duro, negli ultimi anni, anche il settore delle costruzioni, con un calo della produzione del 22,1 per cento, che tradotto fa 44.500 occupati in meno nell’edilizia. Per il rilancio, ieri l’associazione dei costruttori, l’Ance, si è rivolta ai candidati presidenti che si sfidano per la Regione. Prima Roberto Maroni, poi Umberto Ambrosoli, infine Gabriele Albertini hanno ascoltato a lungo i delegati di tutta la Lombardia, dibattendo con loro sui singoli programmi e portando via, alla fine, il documento con le 22 richieste che l’associazione fa a chi vincerà. Le principali: con un occhio di riguardo alla green economy applicata all’edilizia, Ance chiede più incentivi per gli operatori virtuosi che utilizzino sistemi di costruzione ecologici e biocompatibili; un intervento sulla disciplina delle opere di urbanizzazione a scomputo; un piano di piccole opere infrastrutturali, con interventi immediatamente cantierabili da parte dei Comuni (questo creerebbe anche un circolo virtuoso sull’occupazione e sulle economie locali), l’accesso delle piccole e medie imprese agli appalti oggi nelle mani solo dei grandi cartelli. A proposito di appalti: visto l’aumento dei casi di infiltrazioni mafiose nell’edilizia lombarda, la richiesta è quella di un albo degli operatori da cui i Comuni e gli enti locali possano prendere nomi sicuri e puliti. E ancora, i costruttori chiedono — non solo loro — uno snellimento della burocrazia e un maggior coinvolgimento nelle scelte della Regione.

Ambrosoli:Stop alla Pedemontana e a tutte le opere inutili

LE INFRASTRUTTURE? Finire quelle già avviate, cancellando invece dal libro dei sogni (o degli incubi) quelle progettate e mai partite per mancanza di fondi. Il programma del candidato del Patto Civico Umberto Ambrosoli affronta ampiamente il tema delle grandi opere viarie, del consumo di suolo, del costruire ecosostenibile. Partendo sempre da un presupposto: vanno rivisti i piani “cesaristici” degli anni passati. Sulle autostrade, quindi, si concluderà la già quasi completa Brebemi e le opere previste nel dossier di presentazione di Expo (come le strade di accesso al sito), mentre è probabile — utilizzando il “metodo Castellano” usato per il piano parcheggi di Milano — l’addio a Pedemontana, Tem, alla Broni Mortara perché «bisogna non solo valutare costi non più sostenibili, ma anche se queste opere servono davvero », spiega Andrea Boitani, esperto di Economia dei trasporti e candidato nella lista Ambrosoli. L’idea è quella, in caso di vittoria, di commissionare una valutazione indipendente di tutte le opere infrastrutturali programmate per decidere quali salvare.

Punto fondamentale del loro programma è, poi, l’obiettivo zero consumo di suolo, attraverso il riuso delle aree urbanizzate e del patrimonio edilizio esistente: «Un progetto non in contrapposizione con le richieste dei costruttori — spiega il candidato presidente — , perché costruire vuol dire anche ri-costruire, utilizzando tutte le forme di risparmio energetico e ambientale, per coniugare lavoro, sviluppo e ecosostenibilità». Per fare tutto questo, però, c’è una precondizione: «Riformare la legge 12 sul governo del territorio», che è quello che chiede anche l’associazione dei costruttori.

Albertini:Ok ai progetti avviati edilizia a impatto zero
GABRIELE Albertini, candidato alla presidenza con la lista Movimento Lombardia civica e sostenuto anche dall’Udc, promette di colmare il “gap” della Lombardia sulle grandi opere autostradali rispetto alle altre reti europee. Al primo posto, «il completamento in tempi più rapidi» di Brebemi e Tem, la nuova tangenziale esterna. Progetti che definisce «nevralgici». Di primaria importanza non solo in vista di Expo Milano 2015, ma per rispondere alle esigenze di chi opera e produce.
Un capitolo a parte del suo programma è dedicato alla tutela del suolo. Albertini propone un piano di edilizia a impatto zero. Attraverso l’attuazione della legge Sviluppo già approvata dalla Regione che anticipa al 2015 gli standard edilizi europei fissati al 2020. Tutti gli edifici di nuova costruzione privati o pubblici dovranno essere ad altissima prestazione energetica con fabbisogno molto basso o quasi nullo e coperto in misura significativa da materiale rinnovabile.

Inoltre, Albertini promette una politica di governo del territorio che imponga a tutti i comuni lombardi criteri più razionali per la costruzione di nuovi edifici ad uso residenziale, produttivo di servizio. Privilegiando le aree già servite da reti di trasporto e di utilità; creando distretti ambientali e produttivi; recuperando aree dismesse; riqualificando il patrimonio edilizio esistente.
Nel programma, una nuova legge sulle cave e il settore estrattivo che favorisca il riutilizzo delle materie prime, impedisca l’abusivismo e obblighi alla bonifica e al recupero delle aree contaminate. Un nuovo piano straordinario per la valutazione dei rischi naturali, idrogeologici, sismici, industriali.

Maroni: Credito in volumetria a chi risparmia terreno

ROBERTO Maroni, candidato di Pdl e Lega alla presidenza nel suo programma punta sulle infrastrutture. Propone in primo luogo una forte accelerazione nella realizzazione di Pedemontana, Tem e Brebemi. Opere che definisce «prioritarie », già avviate dalla Regione con l’amministrazione uscente. «Ogni miliardo di euro destinato allo sviluppo delle infrastrutture — sostiene infatti Maroni — genera 20mila nuovi posti di lavoro». Un capitolo del programma del candidato del centrodestra è dedicato all’urbanistica. Al primo posto, l’attenzione alla qualità delle aree urbane. Tra le priorità: l’uso razionale del suolo; introdurre un credito in volumetria se si evita di consumare nuovo suolo; la definizione di parametri stringenti che permettano lo sviluppo di nuove realizzazioni solo in rapporto con l’aumento demografico; il rafforzamento del riuso dei terreni e degli immobili dismessi e del patrimonio sottoutilizzato; l’introduzione di norme per promuovere e premiare i progetti che riutilizzino il tessuto urbano.

Inoltre, Maroni propone di utilizzare la leva della defiscalizzazione per incentivare l’utilizzo delle aree dismesse. E di premiare i progetti edilizi che puntino al recupero dei centri storici. L’ipotesi è quella di determinare dei coefficienti per definire la superficie utile coperta meritevole di “premio” e favorire così interventi di recupero nei piccoli Comuni. Privilegiando quelli che riguardano edifici a uso residenziale o commerciale «e in misura inferiore i progetti per il recupero di edifici destinati ad attività di artigianato e servizi».
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