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(red.)
Autostrade Extralarge in Texas
22 Maggio 2006
Articoli del 2005
La versione texana di un certo modo di pensare i grandi corridoi di mobilità, piuttosto noto anche dalle nostre parti. Dal Christian Science Monitor, 8 febbraio 2005. Anche con link all'agenzia responsabile della bella pensata (f.b.)

Titolo originale: Supersized Highways – Traduzione per Eddyburg di Fabrizio Bottini

Uno dei luoghi comuni a proposito dei texani è che non sia facile separarli dalle loro automobili. E se il governatore Rick Perry riuscirà a imporre il suo sistema di super- highways ( Trans-Texas Corridor), avrà spianato la strada a molti altri texani e alle loro auto.

Il TTC, una rete di 6.000 chilometri di asfalto, consiste di strisce larghe circa mezzo chilometro. Immaginatevi sei corsie per le auto e quattro per i camion. Aggiungeteci poi sei linee di binari ferroviari, e anche lo spazio per oleodotti, gasdotti, e altre reti, compresi i tralicci dell’alta tensione.

Scopo principale di queste nuove strade: rispondere all’incremento di attività generato dal North American Free Trade Agreement del 1993, che ha significato ancora più camion su autostrade già affollate. Effettivamente questo traffico ha contribuito a intasare la Interstate-35, un’arteria di connessione nord-sud che attraversa tutto il Texas da Laredo al confine con l’Oklahoma.

Ma non è detto che sia meglio tutto quanto è più grosso.

Lo stato prevede di acquisire i terreni tramite diritto di esproprio (le strade avranno bisogno complessivamente di circa 23.000 chilometri quadrati) e poi di cederne le parti non utilizzate in vendita o affitto a privati. Anche se, così, sembra un finanziamento attraverso fondi privati, i contribuenti devono ancora prestare attenzione. Ci saranno da pagare pedaggi sul TTC. Sinora le autostrade in Texas sono state pagate attraverso le tasse sui carburanti.

Quali sono gli effetti ambientali di una rete stradale così mastodontica sui vari ecosistemi, come le praterie e zone umide? Anche gli allevatori texani non sono tanto convinti: perderanno parecchi terreni a pascolo. Come si risolveranno i problemi di sicurezza su un’enorme striscia di mobilità del genere? E cosa succede, diciamo ai confini con l’Oklahoma, quando questo corridoio gigante si immette in una interstate di dimensioni normali?

Certo, assicurare il flusso di merci e servizi legato agli accordi di libero scambio resta un obiettivo valido, ma non a spese di questioni di più lungo periodo. Invece di questo colosso, perché non inventare una più piccola autostrada dedicata esclusivamente ai “camion NAFTA”, e dedicare più tempo dei legislatori statali allo studio di ferrovie ad alta velocità e altre opzioni di trasporto per i cittadini?

Nota: qui il testo originale al sito del Christian Science Monitor; qui il sito dell’agenzia statale del Texas dedicata al TTCcon le informazioni ufficiali (f.b.)

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