Class action sulle strisce blu e da Milano a Napoli arriva una pioggia di ricorsi
Caterina Pasolini – la Repubblica, 31 maggio 2008
Da oggi nella capitale parcheggio gratis per tutti ovunque. Ma è solo l'inizio. La rivoluzione corre lungo una striscia azzurra sull'asfalto. La rivolta contro le soste a pagamento si allarga, dilaga e una pioggia di ricorsi sta per abbattersi su decine di comuni, da Milano a Napoli, da Parma a Firenze, da Salerno a Bologna, da Trieste a Biella. Li stanno mettendo a punto in queste ore i legali del Codacons, l'associazione dei consumatori convinta che sia irregolare l'80% delle aree a pagamento, pronta anche a fare una class action per un risarcimento collettivo di chi ha ricevuto multe dopo il 2004 per aver sistemato l'auto senza versare la somma prevista ed esibito il tagliandino.
È questo il primo effetto della sentenza del Tar Lazio che ha annullato le strisce blu a pagamento al quartiere Ostiense perché irregolari, e il sindaco Alemanno che ha momentanea allargato il risparmio a tutta la città sino a nuovo ordine e nuova delibera.
E se gli automobilisti brindano al free parking c'è chi giudica il provvedimento del primo cittadino «demagogico», come Legambiente che ricorda come quelle zone erano gratuite per i residenti e favorivano la mobilità. E chi come l'assessore al traffico di Napoli parla di «vero e proprio disastro» se venisse esteso altrove. Perché le strisce blu, sottolinea, sono uno degli strumenti di controllo del traffico, insieme con la Ztl e il ticket d'ngresso. E di fatto impediscono l'accaparramento per intere giornate di spazi destinati alla sosta proprio nei centri urbani.
«Roma è solo la prima vittoria», ribatte comunque il presidente del Codacons Carlo Rienzi. «I comuni devono smetterla di usare i parcheggi per fare cassa. Noi siamo favorevoli alle zona di sosta a pagamento, ma solo dove sono veramente necessarie e dove prescrive la legge e non inventandosi aree di rilevanza urbanistica per spillare soldi». La legge prevederebbe solo strisce blu nel centro storico, nelle aree con 50 negozi per km, con cinema teatri, palazzetti dello sport. Altrimenti bisogna che ci siano in egual misura aree di sosta gratuite, come ha sancito la sentenza della Corte di Cassazione dell'anno scorso annullando le multe a chi non aveva pagato il parcheggio non trovando posti non a pagamento fuori da queste zone ben delimitate.
E se l'associazione per la difesa dei consumatori annuncia di voler dare battaglia dal nord al sud, invitando tra l'altro il sindaco Moratti a seguire l´esempio di Alemanno - «perché la verità è che i comuni hanno esteso a casaccio le aree a pagamento, inventandosi che erano tutte zone di rilevanza urbanistica» - le diverse amministrazioni cittadine da Milano a Firenze passando per Torino o Parma e Palermo, sottolineano tutte per bocca dei vari assessori al traffico che nei loro comuni la legge è seguita. Le proporzioni tra strisce bianche o gialle e blu, tra gratuite, a pagamento o per residenti rispettate. Tutte convinte che «la sentenza non avrà alcuna ricaduta» nei loro comuni. Come Milano, una delle prime ad inaugurare le strisce blu, gialle dieci anni fa e dove ora il sistema della sosta regolamentata è doppio: da una parte strisce blu a pagamento (1,50 euro all'ora dalle 8 alle 20), accanto strisce gialle dove non si paga nulla ma i posti sono riservati ai residenti che espongano un pass comunale. Più volte ci sono state contestazioni, perché ci sono intere zone dove sono spariti i posti liberi per chi non abita nel quartiere. Ma il doppio sistema ha sempre resistito. E progressivamente è stato esteso dal Comune in tanti quartieri anche fuori dal centro storico per disincentivare il traffico e proteggere la sosta dei residenti. Così oggi i posti auto a pagamento in strisce blu sono 43mila in tutta la città, quelli gratuiti riservati ai residenti in strisce gialle 22mila. Ma tutto rischia di cambiare se passeranno i ricorsi annunciati ieri dal Codacons a Milano, Firenze, Trieste, Cassino, Biella, Lecce, Bologna, Napoli, Udine Catanzaro. E siamo solo al primo giorno dopo la sentenza.
Ma il Centro storico si ribella "Pronti a scendere in piazza"
Laura Serloni – la Repubblica, ed. Roma, 31 maggio 2008
«Decisione demagogica e irresponsabile»: la Consulta per la vivibilità del Centro storico spara a zero contro la scelta di sospendere i parcheggi a pagamento. E giudica la disposizione del Campidoglio "un atto che riporta la città indietro di quindici anni". Decine di comitati sono sul piede di guerra. Tutti pronti a mobilitarsi.
«I parcheggi a tariffazione esistono in tutte le metropoli del mondo - sottolinea Gisella Pandolfo, portavoce della Consulta - Per Roma, città complessa dove ci sono 780 auto per mille abitanti, le strisce blu hanno costituito un disincentivo all'uso dell'auto privata e un incentivo all'impiego dei mezzi pubblici». Una conquista, insomma, che ha contribuito a diminuire il caos della circolazione e della sosta. E incalza: «La sospensione è un gravissimo errore e farà felici i parcheggiatori abusivi, le cui vessazioni come cittadini conosciamo benissimo. Senza le strisce blu, i lungoteveri e le strade a scorrimento ripiomberanno nell'incubo delle doppie e triple file con il blocco della circolazione in moltissimi punti nodali per il traffico».
Una linea che si sposa con quella espressa dal comitato Monti. «È una follia - commenta Natalie Naim - un'azione controproducente per gli abitanti. Con un'ordinanza del Consiglio dei Ministri nel 2006 era stata decretata l'emergenza mobilità a Roma e occorreva riportare la situazione alla normalità. Le strisce blu e la Ztl ne sono un esempio. Già il traffico è insostenibile, ora senza la sosta tariffata si torna al caos. Noi residenti siamo inviperiti. E pronti a mobilitarci». Temono che la città si trasformi in un "far west". «Già è difficile parcheggiare, adesso sarà impossibile - spiega Fabio Nicolucci del comitato di residenti del Celio - Il posteggio a pagamento non è solo una tassa, ma una garanzia per il governo del territorio». Taglia corto Viviana di Capua, presidente degli abitanti del Centro Storico: «Non si prendono decisioni di questo genere in un giorno. Se certe regole non vanno bene si possono anche cambiare, ma con un progetto discusso e condiviso da associazioni e comitati. Così regna solo l´anarchia. E si risponde solo alla lobby dei commercianti, senza nessuna tutela per gli abitanti».
"Tutto a favore delle auto è il ritorno al Far West"
Cecilia Gentile – la Repubblica, ed. Roma, 31 maggio 2008
«Il ritorno al Far West». Così Eugenio Patanè, responsabile della Mobilità per il Pd del Lazio e presidente della commissione comunale Traffico nella scorsa consiliatura, vede la scelta del sindaco Alemanno di bloccare le strisce blu in tutta Roma.
Ci spieghi perché non condivide questa scelta.
«Perché ci vedo una volontà precostituita di distruggere tutto quello che è stato conquistato dalla precedente amministrazione in materia di mobilità. La sentenza del Tar è solo sul quartiere Ostiense, invece Alemanno ne ricava una regola per tutta la città».
Il sindaco e l'assessore alla Mobilità Marchi sostengono il carattere vessatorio dell'attuale disciplina delle strisce blu.
«Le strisce blu sono state pensate e realizzate come strumento di mobilità per regolare la sosta nelle zone con una forte presenza di uffici, negozi e abitazioni. In queste zone è necessaria una rotazione del parcheggio ed è anche necessario assicurare ai residenti il posto auto. L'amministrazione non ha mai pensato di fare cassa con i parcometri. Anzi, il più delle volte sono stati i residenti a chiederli».
In ogni caso, l´attuale amministrazione vuole cambiare le regole.
«Un conto è la revisione, un conto è la rimozione. Anche noi avevamo intenzione di rivedere le tariffe e la distribuzione degli stalli. Io e il collega Valeriani avevamo preparato una delibera che abbassava a 50 centesimi l'ora la sosta nelle zone con minor concentrazione di uffici, negozi e case, la annullava intorno agli ospedali e la alzava nelle aree monumentali e a grande vocazione commerciale. Ma quello che adesso fa Alemanno è un'altra cosa».
Cos'è?
«Sta incoraggiando i romani a prendere il mezzo privato a svantaggio del trasporto pubblico. E dalle dichiarazioni dei suoi assessori, per esempio al Commercio Bordoni e alla Mobilità Marchi che già parlano di cambiare gli orari della ztl notturna, si capisce quali saranno le prossime scelte: tutte a favore del mezzo privato».
Forse i romani saranno contenti di non pagare.
«Invece non esulterà proprio nessuno perché le stesse auto occuperanno perennemente gli stessi spazi: i residenti non avranno più posto, gli avventori non sapranno più dove lasciare la macchina, i commercianti perderanno i clienti».