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Domenico Finiguerra
Arriveranno altre strade e cemento
31 Marzo 2008
Padania
In una intervista a Ivan Albarelli (Il Giorno, 29 marzo 2008) netto rifiuto della logica cementizia dell’Expo milanese del sindaco di Cassinetta di Lugagnano (f.b.)

D. Lunedì a Parigi si decide l'assegnazione dell'edizione 2015 dell'Esposizione internazionale. In gara ci sono Milano e Smirne. Un attesa e un evento solo e soltanto milanese o che coinvolge anche la provincia? La sua città si sente coinvolta in questa sfida?

R. Sfida per cosa? Per esaltare un modello di sviluppo che sta portando la pianura padana al collasso ambientale e l'intero pianeta alla distruzione?

Una premessa storica. Le esposizioni universali nascono a metà dell'ottocento per magnificare lo sviluppo poderoso e all'apparenza inarrestabile del liberalismo politico e del liberismo economico.

Questi grandi avvenimenti nascono sostanzialmente per celebrare i successi, i progressi scientifici, i prodotti dell'industria. Nascono per mettere a disposizione della conoscenza globale i progressi dell'uomo. L'ottimismo regnava. L'uomo vedeva davanti a se un futuro grandioso.

Credo che i tempi siano "leggermente" cambiati. Intanto oggi, nell'era di internet, organizzare tali eventi è uno spreco, di energia e di risorse. Con le stese risorse si potrebbero risolvere problemi ben più importanti rispetto al desiderio di "passare alla storia" di alcuni sindaci, presidenti di provincia o di regione.

Oggi non c'è nulla da celebrare o da magnificare. 800 milioni di persone soffrono di fame e malnutrizione, più di un miliardo non ha accesso all'acqua potabile. Ogni ora 1200 bambini muoiono per malattie curabili.

La vera esposizione universale dovrebbe essere fatta su questo.

E il titolo scelto dalla Moratti "nutrire il pianeta, energia per la vita" è del tutto fuorviante se non beffardo. Infatti nel programma dell'expo non si legge nessuna critica al modello agroalimentare fin quì seguito, imposto dalle stesse multinazionali che co-organizzeranno l'evento. Nessuna critica all'imposizione di monoculture che impoveriscono il suolo e affamano milioni di contadini. Nessuna obiezione all'obbligo di usare il terreno per produrre soia per il nostro bestiame. Nessuna parola verso l'impego di OGM.

Lo so. Credo che la grande maggioranza dei cittadini delle nostre città vogliano expo 2015. Ma sono realmente informati sullo stato del pianeta.

Anche le comunità della valle padana, sono portate a idolatrare questo mito della crescita economica, osannato dal concerto messo in piedi ad arte dai poteri economici, politici e massmediatici. Però non viene mai detto loro al Telegiornale che stiamo consumando più di quanto il pianeta è in grado di produrre. E che per garantire il nostro apparente benessere, stiamo dilapidando il capitale ambientale, a tutto danno del sud del mondo e delle generazioni future.

Se Milano otterrà l'Expo 2015 prevede più svantaggi o più benefici per il Comune da lei amministrato e per il territorio circostante?

In molti affermano che vi saranno enormi benefici da expo 2015. Sicuramente per qualcuno ci saranno grandi affari economici e commerciali. Per altri si apriranno le porte per grandi investimenti immobiliari.

Io, per il territorio, prevedo grossi problemi. Expo metterà il turbo a tanti progetti di devastazione ambientale. Dalla rimessa in discussione dei parchi, alla realizzazione di grandi opere faraoniche sul modello già visto in occasione dei mondiali Italia '90.

Dicono che ci saranno 70 mila posti di lavoro. Però si dice una mezza verità. Expo durerà 6 mesi, sarà pertanto lavoro precario. Magari in nero.

Non prevedo quindi benefici, ma soltanto l'avvio di una nuova stagione di consumo di territorio. Sempre all'insegna della rincorsa della fantomatica crescita economica e del PIL.

Se Milano otterrà l'Expo quali aspettative si creeranno per la sua città?

Le vere aspettative per il nostro paese sono, o dovrei dire erano, legate ad un serio investimento nel campo del turismo ambientale. La navigazione sui navigli per godere delle ville di delizia, la fruibilità dei nostri parchi, la bellezza del paesaggio da mettere a disposizione di quanti non immaginano che a pochi km da Milano ci siano posti come i nostri.

Purtoppo, a breve avremo già un antipasto di quello che ci aspetta con la nuova autostrada Malpensa-Magenta. Che dovrebbe proseguire fino alla tangenziale ovest, con tanti saluti al Parco del Ticino e alla riserva della Biosfera Unesco.

Credo che osservare dal Navilgio Grande di Cassinetta di Lugagnano una delle belle ville del '600 non sarà poi così entusiasmante se a pochi metri vedi e senti frecciare uno, dieci, cento tir carichi magari di bottiglie di acqua minerale provenienti dalla Sicilia e dirette in Valle d'Aosta.

Quali eventi, iniziative, progetti la sua città potrebbe attuare per arrivare preparata all'evento del 2015? Ritiene che possa essere in grado di riscuotere l'interesse di almeno una parte di visitatori stranieri attesi?

Se Milano otterrà Expo 2015, a Cassinetta di Lugagnano e ovunque altre comunità del Parco del Ticino lo proporranno, ci prepareremo a realizzare una contro-esposizione universale, una rassegna-manifestazione nazionale permanente, già a partire dal 2008 per promuovere un modello di sviluppo alternativo, che metta al centro il benessere delle persone, che non si può continuare a misurare con il PIL. Un indicatore, che come ha detto Bob Kennedy nel celebre, ma spesso dimenticato discorso tenuto all'università del Kansas, è del tutto inadeguato. Un discorso non molto lungo, che davvero invito a leggere.

Un discorso di un uomo politico molto lontano da quell'ideologia che spesso viene appicciccata a coloro che oggi propugnano la teoria della decrescita come unico mezzo per salvare il pianeta e con esso l'uomo e le generazioni future.

Quindi ci prepareremo anche noi a expo 2015. Ma a modo nostro e sui temi che davvero servono a rilanciare non l'economia, ma la speranza di una vita futura e migliore.

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