La legge per l´architettura licenziata dall´ultimo consiglio dei ministri sbaglia la mira sugli obiettivi da centrare almeno a giudicare dalle anticipazioni che se ne sono avute. Molto più dei centri storici, sono le periferie ad aver bisogno d´interventi per migliorarne le condizioni. E le qualità che sarebbe necessario introdurvi vanno molto al di là dell´aspetto estetico. C´è da dubitare che la bellezza di singoli edifici sparsi sia proprio la prima cosa di cui gli abitanti sentano la mancanza. Per costruire o ricostruire luoghi dove si stia meglio, non basta puntare su opere eccezionali. Occorre preoccuparsi almeno altrettanto di far compiere un bel salto in alto al livello medio dell´assieme di quanto viene edificato.
La legge presentata dal ministro Urbani s´inquadra in una pericolosa tendenza generale a circoscrivere l´attenzione sulle opere eminenti - purtroppo anche per quel che riguarda il patrimonio ereditato dal passato - trascurando l´ambiente nel quale quelle opere s´inseriscono. Pur prevedendo qualche disposizione positiva, come l´incoraggiamento a bandire concorsi di progettazione, la legge finirebbe con l´alimentare l´illusione di salvare grandi e piccole città con pochi interventi spettacolari, che poi talvolta si riducono addirittura a operazioni pubblicitarie.
La legge propone di assegnare alle architetture più notevoli una specie di "bollino di qualità". Fa venire in mente "stelle" e "berretti da cuoco" distribuiti dalle guide gastronomiche a ristoranti in genere piuttosto cari. Mentre sappiamo che i posti dove davvero si mangia con soddisfazione sono quelli che posseggono una rete di trattorie e osterie con cucina casalinga.
Se non vogliamo ignorare le esperienze dell´architettura europea, l´esempio ci viene da quelle nazioni nelle quali non c´è sfasatura tra interventi di particolare impegno ed edilizia corrente. Un grande risultato raggiunto con leggi che non hanno affatto per oggetto la "bellezza" e, in misura anche maggiore, con strumenti d´altra specie, molto concreti, spesso di più semplice e pratica applicazione.