La Sardegna ha da oggi, martedì 13 dicembre, lo strumento urbanistico che programma l'uso del territorio regionale, la salvaguardia ambientale e del paesaggio agrario, e prevede interventi negli insediamenti lungo la costa, per le attività economiche, nei centri abitati.
Cagliari, 13 dicembre 2005 - La Giunta regionale ha approvato qualche minuto dopo le 19 la delibera che vara il Piano. Che da oggi comincia un percorso che lo porta al confronto con le amministrazioni locali, attraverso una serie di conferenze nei 27 territori, o ambiti, nei quali lo strumento divide l'Isola.
La salvaguardia della costa della Sardegna, per i due chilometri stabiliti dalla legge salvacoste dell'anno scorso, e in qualche caso anche oltre, resta rigorosa, ma si potrà riprendere l'attività edilizia negli insediamenti esistenti, quelli degli anni 50 e quelli successivi, anche più recenti. Dove si potrà intervenire per riqualificare, con attenzione al recupero del degrado, alla costruzione di una qualità architettonica spesso sconosciuta, alle ristrutturazioni, alla cancellazione graduale degli interventi più dissennati. Si potranno costruire anche nuove cubature, per interventi legati all'attività turistico alberghiera di qualità, e si farà un discorso particolare per le isole e i centri abitati come La Maddalena e Carloforte.
Salvaguardia del paesaggio costiero anche in profondità rispetto alla costa dove si è salvato nel corso di questi decenni, nelle aree diventate di enorme pregio ambientale, simboli della Sardegna più affascinante, attraente.
Prime politiche di salvaguardia nelle campagne: le architetture tradizionali del paesaggio rurale dell'Isola, dagli stazzi al reticolo dei muretti a secco, la vegetazione spontanea e autoctona, la compattezza dei villaggi dell'interno. C'è nel Piano Paesaggistico una fortissima spinta alla salvezza della campagna sarda da un assalto diventato molto minaccioso di una residenzialità non legata alle attività agricole, che divora territorio e lo sottrae agli usi collettivi tradizionali, rende esosa la fornitura di servizi a un'area sempre più vasta, ed è contro la lunga storia del popolamento della Sardegna, la sua organizzazione urbana per villaggi, interrotta solo dalla colonizzazione settecentesca della Gallura.
Qui tutti i documenti della proposta di Piano paesaggistico regionale