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Valeria Uva
Antimafia, Condotte si ferma
3 Aprile 2008
Articoli del 2008
Sarebbero a rischio anche i cantieri del MoSE: per la Laguna sarebbe un’ottima notizia. Da il Sole-24 Ore, 3 aprile 2008

La società di costruzioni Condotte, terza in Italia per fatturato, non ha più il certificato antimafia. A darne notizia è stato un comunicato del ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, che ha precisato di aver “dato disposizioni all’Anas affinché adotti con urgenza tutti i provvedimenti previsti dalla legge relativamente ai rapporti contrattuali in corso con la Società Italiana per Condotte d’Acqua Spa, cui è stata revocata dal Prefetto di Roma la certificazione antimafia”.

E la risposta dell’Anas non si è fatta attendere. Interpellata dal Sole 24 ore la società ha annunciato: “Abbiamo provveduto in giornata (ieri, ndr) alla revoca di tutti i contratti in essere e alla comunicazione del provvedimento a Condotte”. Da ieri, quindi, sono bloccati tre lotti della Salerno-Reggio Calabria: le tratte Serre-Mileto da 91 milioni e la Mileto-Rosarno (il lotto A vale 41 milioni e il lotto B 26) e un maxilotto della Ss Jonica (la variante di Palizzi da 87 milioni). Ancora incerta la sorte dei cantieri: per ora l’Anas ha deciso solo di revocare il contratto con Condotte. Deve ancora valutare se procedere a una riassegnazione con gara oppure se, soprattutto nei caso di lavori ormai quasi finiti (come ad esempio sulla Serre-Mileto) si possano tentare anche strade più brevi, come il subentro del raggruppamento secondo classificato.

Ma il no al certificato antimafia rischia di provocare un effetto domino su moltissime della grandi opere in corso di realizzazione in Italia nelle quali è impegnata Condotte: a cominciare dall’Alta velocità ferroviaria (sia sulla Roma-Napoli che sulla Torino-Novara) passando poi per il Mose di Venezia e per finire da ultimo anche alla Nuvola di Fuksas, appalto da 221 milioni vinto da Condotte appena a dicembre 2007. Per la Nuvola sarebbe il secondo stop dopo il braccio di ferro con la prima impresa, la Dec di Bari che ha bloccato per anni il progetto.

Il nulla osta antimafia è richiesto in varie fasi dell’appalto e non solo all’inizio. Serve per ottenere i pagamenti in ogni fase di avanzamento dei lavori. Anche se ogni prefettura è autonoma nella valutazione discrezionale sul provvedimento, nei casi come questo, di imprese di rilievo internazionale, è scontato che anche le altre prefetture si adegueranno e negheranno anche per gli altri appalti il visto.

Al momento non si ha notizia di indagini in corso sui vertici della società: il problema, come ha spiegato lo stesso Di Pietro nel comunicato, riguarda piuttosto “la gestione di alcuni cantieri dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria e della nuova strada statale 106 Jonica”. Il diniego del nullaosta antimafia deciso dal Prefetto di Roma – spiega Bruno Frattasi alla guida del Comitato di sorveglianza sulle grandi opere – è stato preso dopo numerose verifiche del gruppo interforze di Reggio Calabria, che ha visitato più volte i cantieri trovando un contesto ambientale inquinato”. Le indagini secondo Di Pietro avrebbero evidenziato “uno stretto legame tra la società e la criminalità organizzata calabrese”. Anche il comitato diretto dal prefetto Bruno Frattasi e incaricato di vigilare sulle grandi opere della legge obiettivo ha fornito un parere negativo al Prefetto di Roma sul rilascio.

Sorpresa e stupore da parte della società romana. “Siamo attoniti – commenta il vicepresidente di Condotte, Duccio Astaldi – perché completamente all’oscuro di tutto. Nella vicenda ci dovremmo sentire parte lesa: avevamo denunciato noi per primi che nelle forniture di calcestruzzo nel cantiere sulla strada statale Jonica qualcosa non funzionava”. In un comunicato poi la società si è detta certa che “tutto verrà chiarito e risolto in tempi rapidi” e ha auspicato “che tutti gli organi competenti, verso cui esprime la massima fiducia, agiscano nel pieno rispetto dei loro poteri”. Impossibile per ora pensare a un ricorso: “Non abbiamo ricevuto alcun provvedimento: lo abbiamo saputo dal comunicato del Ministro”.

Condotte è la terza impresa di costruzioni italiana per fatturato. Secondo l’ultimo bilancio disponibile, nel 2006 ha avuto un giro d’affari d 713 milioni con un utile di 6,9 milioni. È anche una delle più antiche; è stata fondata nel 1880 e ora fa capo a Ferfina (holding della famiglia Bruno). Ma il sospetto dell’infiltrazione mafiosa e il conseguente blocco di tutti gli appalti in Italia potrebbero portarla al fallimento. Prima ad esprimere solidarietà è stata l’associazione di categoria dei grandi general contractor, l’Agi, secondo la quale la revoca dei contratti “avrebbe effetti di devastante gravità per una delle maggiori, più antiche e più qualificate imprese del settore”.

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