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Airbnb lancia Open Homes, piattaforma per aprire la propria casa ai migranti
6 Luglio 2017
2015-EsodoXXI
Il colosso globale della condivisione di case, che ha pestato i piedi all'economia alberghiera, si è lanciato
anche sul no profit, invitando i suoi host a offrire alloggi a migranti e sfollati.

Huffpost online, 5 luglio 2017 (i.b.)

Un patto per l'accoglienza. Airbnb, società leader mondiale nel settore dell'ospitalità, ha presentato oggi il portale Open Homes Rifugiati e la collaborazione con la Comunità di Sant'Egidio e Refugees Welcome Italia, per rendere più semplice per tutti i milanesi aprire le porte della propria casa e accogliere temporaneamente migranti e sfollati. Chiunque desideri condividere i propri spazi con persone in difficoltà potrà candidarsi direttamente sul sito. Gli host Airbnb già attivi potranno in pochi click mettere a disposizione il proprio annuncio a costo zero, mentre tutti gli altri verranno guidati nella creazione di un profilo per poter condividere il proprio spazio. Il nuovo servizio metterà in contatto gli host di Airbnb disponibili a offrire gratuitamente una sistemazione ai rifugiati con le due associazioni, che potranno verificare sul sito la disponibilità di posti letto e prenotarli.
"È facile sentirsi impotenti di fronte alle grandi sfide globali come quella dei rifugiati, ma ci sono azioni che chiunque di noi può fare e che possono fare la differenza", spiega Joe Gebbia, co-fondatore di Airbnb, "il semplice atto di aprire la propria casa per poche notti può cambiare la vita a una persona che ha dovuto lasciarsi tutto alle spalle". Airbnb si è impegnata a fornire ospitalità a 100mila persone nel mondo nei prossimi cinque anni. A oggi sono 6.000 i membri della community che hanno accettato di aderire al programma, oltre un centinaio le prime adesioni in Italia. "Siamo felici di unire le competenze di Refugees Welcome e della Comunità di Sant'Egidio su un tema così delicato con la solidarietà della community di host di Airbnb", aggiunge Matteo Stifanelli, country manager di Airbnb Italia, "crediamo sia giusto provare a dare il nostro contributo, a fianco delle città, nell'affrontare la difficile situazione che queste persone stanno vivendo".

L'idea attinge da esperienze passate analoghe: lo scorso anno il Progetto Open Homes, promosso dal Comune di Milano in collaborazione con l'associazione no profit I sei petali, ha raccolto l'adesione di 126 host che hanno ospitato 90 familiari di pazienti ricoverati negli ospedali milanesi. Ma già prima, nel 1012, durante l'Uragano Sandy, la comunità di Airbnb si è offerta di accogliere senza costi gli sfollati a causa del ciclone. Di lì è nata l'ispirazione per la creazione del programma di risposta alle catastrofi di Airbnb, che da allora ha fornito alloggi temporanei alle persone colpite da 65 disastri naturali nel mondo. A oggi è stata offerta ospitalità per oltre 6.000 notti senza alcun costo per gli operatori umanitari al lavoro per le crisi dei rifugiati a Kos, Lesbo, Giannina, Atene e nei Balcani, mentre l'anno scorso è stato raccolto circa un milione di dollari tra i membri della community da devolvere all'Unhcr. All'inizio di quest'anno, poi, Airbnb si è impegnata a contribuire all'International Rescue Committee con 4 milioni di dollari nei prossimi 4 anni per rispondere all'emergenza rifugiati a livello internazionale.

"Da oggi potremo contare non solo sul sostegno delle nostre famiglie ospitanti, ma anche sulla disponibilità degli host di Airbnb a offrire un appoggio per qualche giorno e in casi specifici: quando un nostro rifugiato, in attesa di essere ospitato in famiglia, ha bisogno di un posto dove andare, o quando, terminata una convivenza, non è ancora totalmente autonomo", spiega Germana Lavagna, presidentessa di Refugees Welcome Italia, mentre Stefano Pasta, responsabile dell'accoglienza profughi a Milano della Comunità di Sant'Egidio, rimarca come "dal 2013, a fronte dell'emergenza profughi, assistiamo a due Europe: da un lato l'Europa dei muri, dei fili spinati, dei respingimenti e di chi è indifferente ai morti in mare, dall'altro l'Europa delle associazioni e dei tanti cittadini che vogliono aiutare in modo solidale i profughi, anche inventando forme innovative di welfare. Sono due Europe entrambe vere, anche se paradossalmente opposte. Apprezziamo particolarmente questo progetto con Airbnb perché ci permette di contribuire a costruire l'Europa dei ponti e non dei muri".

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