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Claudio Del Frate
Aeroporti lombardi: ognuno per sé
5 Maggio 2008
Padania
I guai di Malpensa nascono (anche) dall’affidarsi a una garrula concorrenzialità fra territori, dannosa per tutti. Il Corriere della Sera, ed. Lombardia, 4 maggio 2008 (f.b.)

MILANO - L'ultimo annuncio arriva da Brescia: l'aeroporto di Montichiari ha ottenuto l'ok dalla regione Lombardia ad allungare la sua pista fino a 3.200 metri. Ma anche Bergamo non vuole essere da meno: a Orio al Serio è partita la corsa per costruire il nuovo terminal e la società di gestione dello scalo punta al traguardo degli 8 milioni di passeggeri l'anno. Poi c'è Malpensa, che prova a elaborare il lutto dell'abbandono di Alitalia sottoscrivendo un accordo con Lufthansa (lontano comunque dal colmare il vuoto lasciato dalla compagnia della Magliana). Insomma, ognuno dei principali aeroporti lombardi continua la sua corsa solitaria, una crescita spontanea che non guarda in faccia a nessuno, nemmeno al vicino di casa. Tutto bello e tutto possibile?

Partenza obbligata da Brescia dove il «Gabriele D'Annunzio » di Montichiari si è visto approvare il piano d'area dal Pirellone; il piano contiene un lunga serie di vincoli e permessi, il principale dei quali è l'allungamento della pista. «Sarà un importante fattore di crescita per lo scalo - dice il presidente Francesco Bettoni - perché grazie a questa novità potranno partire e atterrare anche aerei di grandi dimensioni. Questo porta la capacità teorica di Montichiari a 3 milioni di passeggeri l'anno e 500 mila tonnellate di merci. La nostra strategia è rivolta principalmente al settore merci, ma reclamiamo da tempo maggiore autonomia rispetto ai nostri vicini di Verona, la cui società è azionista di maggioranza a Montichiari».

Bergamo si conferma aeroporto dei record: anche a marzo ha ampliamente migliorato la sua performance rispetto ai dodici mesi precedenti, incrementando i passeggeri del 17%: Orio è ormai stabilmente ben oltre i 5 milioni di transiti l'anno.

Ma nei cieli di Lombardia, scossi dalla crisi di Alitalia, c'è posto per tutti? E come viene vista da Malpensa e dalla Regione l'attivismo degli altri scali lombardi? La miccia della polemica è stata accesa qualche giorno fa da Mario Agostinelli, consigliere regionale della Sinistra Arcobaleno: «Il sì a Montichiari dimostra che Lega e Forza Italia hanno cavalcato in campagna elettorale la crisi di Malpensa solo per guadagnare voti. E' chiaro che la crescita di Brescia entra in concorrenza con l'hub varesino».

«Le statistiche confermano che il traffico aereo in tutto il pianeta cresce del 5-6% l'anno - ribatte Raffaele Cattaneo, assessore regionale alle infrastrutture nonché consigliere di amministrazione di Sea, la società che gestisce Malpensa - dunque c'è posto per tutti, anche perché ogni singolo scalo continua ad avere la sua specificità. Detto questo è auspicabile un maggior dialogo tra le varie società di gestione».

Il dato riguardante la crescita generale del traffico viene confermato da Renato Piccardi docente ed esperto di trasporto aereo del Politecnico di Milano: «Entro il 2020 i passeggeri che prendono l'aereo in Lombardia potrebbero passare dai 40 milioni attuali a 100 milioni. Le piste dunque potrebbero non bastare, ma siamo in una zona altamente congestionata dal punto di vista urbanistico. Occorre ponderare bene ogni nuovo passo: per una questione di impatto ambientale ma anche per evitare doppioni o il fatto che aeroporti vicini finiscano per rubarsi la clientela e dunque per danneggiarsi a vicenda».

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