Il corriere della Sera ed. Milano, 28 settembre 2009
“No al Muro di Como, non è Berlino”
di Anna Campaniello
COMO — Soli contro tutti. Il sindaco Stefano Bruni e l'assessore alle Grandi opere, Fulvio Caradonna, sono rimasti isolati sul caso del muro costruito sul lungolago. Ieri oltre cinquecento persone sono scese in piazza per chiederne l'abbattimento e in poche ore sono state raccolte duemila firme. La Lega Nord, con il leader Umberto Bossi, si è schierata ufficialmente contro il progetto e il malcontento è ormai palese anche tra gli stessi esponenti del Pdl, che sarebbero pronti a far cadere la giunta. Convocata con poche ore di preavviso, la manifestazione per dire «No» al muro ha radunato sul lungolago esponenti delle forze politiche dell'opposizione, ambientalisti e sindacalisti, ma soprattutto centinaia di cittadini comaschi «senza bandiera», decisi solo a difendere il capoluogo da quello che è già stato ribattezzato un «ecomostro».
«Per il bene della città Bruni va a cà» — si leggeva sulle magliette di alcuni manifestanti. Qualcuno, invece, si è presentato con il piccone per dimostrare la volontà di abbattere il muro. Tra rulli di tamburi e cori da stadio, gli organizzatori hanno srotolato uno striscione con la scritta «Buttiamo giù il muro e questa giunta di incapaci». Tra i presenti anche due consiglieri comunali di maggioranza, Stefano Molinari e Pasquale Buono: «Questa barriera deve essere eliminata — hanno detto —. Chiediamo che si torni al progetto originale e che non sia impedita la vista del lago». La Lega Nord si è schierata apertamente contro il progetto. «Ne ho parlato con Umberto Bossi — ha detto il presidente della Provincia, Leonardo Carioni — e mi ha chiesto di stampare manifesti con lo slogan 'No al muro. Como non è Berlino'. Il sindaco Bruni sta sbagliando. Non entro nel merito del progetto, ma davanti a una simile sollevazione popolare è giusto ascoltare i cittadini». Schierati al gran completo gli esponenti dell'opposizione. «Abbiamo toccato davvero il fondo — ha attaccato il segretario provinciale del Pd, Luca Corvi —. Questa giunta abbia la dignità di dimettersi prima di far affondare completamente la città». «Il sindaco non fa dietrofront perché ha paura dei possibili danni economici e delle richieste di risarcimento — ha aggiunto il capogruppo Pd in consiglio comunale, Luca Gaffuri —. Stefano Bruni deve dimettersi, il muro deve essere abbattuto».
Al termine della manifestazione, un gruppo di giovani ha organizzato un presidio sotto l'abitazione del sindaco: una ventina di persone sono entrate nel cortile e per alcuni minuti hanno gridato e fischiato chiedendo le «dimissioni immediate». Sul cantiere delle paratie ieri si è svolto anche un sopralluogo della Sovrintendenza. Oggi giorno cruciale per il futuro della giunta. I consiglieri del Pdl hanno convocato un incontro dal quale potrebbe arrivare un ultimatum al sindaco: giù il muro o tutti a casa.
da la Repubblica, 28 settembre 2009
Como, battaglia sul muro della discordia "Abbattetelo, nasconde la vista del lago"
di Enrico Bonerandi
COMO - Quasi non si riesce a camminare per la folla domenicale sul lungolago di Como, ma gli occhi non sono puntati sulle acque o sui monti all´orizzonte: l´attrazione ormai sono gli oblò, che ogni trenta metri si affacciano nella palizzata sul cantiere, e la gente ci lascia su volentieri un ricordo, un pensiero scritto su foglietti appiccicati con lo scotch, anche solo un vaffanc. Rivolto probabilmente al sindaco pdl di Como, Stefano Bruni, che sta facendo costruire a tradimento dei suoi concittadini una muraglia che nasconderà dalla strada la vista del lago. Perché? «Per difendere Como dalla esondazioni», si giustifica lui. «Per sperperare i soldi della ricostruzione valtellinese», gli rispondono i nemici del progetto. Cioè, più o meno, tutti. Pure Umberto Bossi, che ieri si è fatto vivo per bocca del suo federale comasco e avrebbe già trovato lo slogan: «Como non è Berlino».
Ieri c´è stata la prima manifestazione pubblica anti-muro, organizzata dal Pd, e in pochi minuti i giardini a lago si sono riempiti di gente. Di destra e di sinistra. Di Como e di ogni parte del mondo, visto che le fortune del Lario - anche per merito di George Clooney - sono al massimo e richiamano migliaia di turisti. Qualcuno riesuma la canzone dei Pink Floyd, «Another brick in the wall». Dicono gli organizzatori: «Avevano promesso paratie mobili a scomparsa e invece a scomparire è il lago. Ci ritroviamo con la città murata». Non è una battuta: è proprio così. Ma tale è la forza della protesta che sta attraversando trasversalmente partiti e istituzioni, che forse lo scempio sarà evitato. In quel caso, a crollare insieme al muro potrebbe essere il sindaco e la sua giunta. Il giornale comasco La Provincia sta già raccogliendo firme e trionfano su internet i siti dedicati. Dall´estero pare siano in arrivo reporter e telecamere.
La storia inizia tanti anni fa, quando vengono stanziati fondi sostanziosi per la ricostruzione, dopo l´alluvione dell´87 nella vicina (ma non tanto) Valtellina. I 17 milioni di euro assegnati al Comasco attendono solo di essere spesi, finchè il Comune decide di usare quei finanziamenti per mettere in sicurezza il lago, che ogni 4-5 anni esonda e copre la piazza Cavour con qualche centimetro d´acqua. In realtà, manovrando le chiuse di Olginate, i tecnici ormai governano tranquillamente il livello del Lario, e il progetto comasco è più che altro destinato a risistemare in bellezza il lungolago con i soldi dello Stato e della Regione. Iniziano i lavori, si alza la palizzata, tutti tranquilli e contenti finchè un pensionato Sherlock Holmes che si chiama - suo nome vero - Innocente Proverbio ficca il naso nel cantiere e scopre che in silenzio il sindaco ha introdotto «la Variante». Illegalmente, a quanto pare, tanto che la Procura ha aperto un fascicolo. E cioè: sul lungo lago ci saranno non le promesse paratie a scomparsa, ma un vero e proprio muro che nasconderà la sponda alla vista di chi si troverà sulla strada, in piazza Cavour o nelle vicinanze. Come mai? Non c´è ancora stata una vera risposta: di certo il muro costa meno delle paratie. Più solido. Più affidabile. L´unico neo - diciamo così - è che nasconde il lago.
Il sindaco Bruni si erge come San Sebastiano trafitto: «Ma che mi importa se dalla strada gli automobilisti non vedono il lago? Lo vedrà chi passeggia e quel tratto sarà abbellito con le fioriere». In pratica, il progetto farà elevare la passeggiata di circa un metro e mezzo sul fondo stradale. A questo punto, però, dalla città non si vedranno le acque e dal lago non si vedrà la città. Black-out, che non è il massimo per una zona turistica di fama mondiale. Sulla palizzata che nasconde caterpillar e gru una mano straniera ha lasciato scritto: «Troppa bellezza per passare avanti».