I molti buchi dell'accordo per Bagnoli. Il punto di vista di un movimento popolare che con tenacia, rigore e continuità si è battuto per anni, e continua a battersi per "Una spiaggia per tutti". La discussione è aperta
Ho letto
l'articolo di Vezio DeLucia sull'accordo raggiunto per Bagnoli tra Governo e Comune di Napoli, econfesso di non riuscire a condividere il suo pur temperato ottimismo. Malgradoil Comune abbia ottenuto sul piano del disegno urbano alcune modifiche delProgramma di rigenerazione urbana presentato da Invitalia il 6 aprile 2016, insé positive (sostanzialmente, quelle indicate da De Lucia nel suo articolo),l'insieme delle scelte contenute nell'accordo mi preoccupa fortemente. Vorreiquindi provare ad esporre sinteticamente alla riflessione collettiva quelle checonsidero le principali criticità.
1) Chiudendo un accordo con Governo eRegione, il Comune depotenzia pesantemente il ricorso pendente alla CorteCostituzionale sul "mancato coinvolgimento dell'ente comunale"determinato dall'art. 33 dello SbloccaItalia: è difficile pensare che ilgiudizio della Corte sulle obiezioni del Comune, peraltro già circoscritte dacome l'Avvocatura comunale le ha formulate ed il Consiglio di Statoparzialmente accolte, non risentirà dell'accordo raggiunto tra i due enti. Conquesta mossa, si rinuncia a difendere fino in fondo le proprie ragioni e siaccetta il nefasto impalcato istituzionale dell'articolo 33, quindi ilcontrollo del Governo e della sua longa manus Invitalia, che detieneanche la proprietà dei suoli ex IRI, su tutte le fasi di definizione edattuazione degli interventi urbanistici.
2) L'accordo non contiene alcuna garanziasostanziale sui finanziamenti pubblici per realizzare la bonifica e leattrezzature collettive; viceversa, a fronte di vaghi impegni governativi adallocare progressivamente nella legge di stabilità le risorse necessarie, siprecisa fin dalle prime pagine che questo è un punto critico da cui dipendel'attuabilità, in tutto o in parte, delle azioni previste. Restano inoltre inpiedi i Bagnoli Bonds, ossia l'emissione di titoli finanziari a valeresulla proprietà delle aree ex IRI per reperire sul mercato privato dei capitalile risorse necessarie a ripagare i creditori di Bagnoli Futura (lasocietà comunale di trasformazione urbana fallita nel 2014), nonché parte dellespese per gli interventi urbanistici; con tutto quanto ne deriva sul piano delcondizionamento economico delle scelte attuative.
3) Tutta la trattativa è stata svoltasotterraneamente, senza concordare con la città i punti di lavoro (su cosa nonsi tratta; su cosa si tratta ed in che misura) né aggiornarla sugli sviluppi,informandola sbrigativamente degli esiti all'ultimo momento. I riferimenti alcoinvolgimento che dovrebbe avvenire nei passi successivi (definizione delpiano di rigenerazione urbana ed approvazione delle relative variantiurbanistiche in consiglio comunale) ben difficilmente potrà recuperare il gapdeterminato da questa procedura, che sovraimpone i contenuti fondamentalidell'accordo; il piano di rigenerazione urbana verrà approvato in cabina diregia con le modalità previste dallo SbloccaItalia, costituendo varianteautomatica agli strumenti urbanistici vigenti e relegando il consiglio comunalead un ruolo consultivo;
4) E' stato effettuato un sostanziale scambiopolitico tra l'insediamento alberghiero/portuale di lusso a Nisida e laspiaggia pubblica, che costituisce il principale nodo critico sul piano dellescelte insediative. Il primo intervento è di rapida ed agevole realizzazione:non si richiedono azioni di bonifica né nuove edificazioni, trattandosisostanzialmente di ristrutturare le strutture esistenti. Il secondo appare piùdistanziato ed incerto nel tempo, richiedendo complesse ed onerose opereattuative (bonifica del mare, rimozione della colmata, opere di ripascimento edifesa dell'arenile dall'erosione marina). Il previsto porto di 20 ettari, paria 30 campi da calcio ossia a quasi mille posti barca, difficilmente non avràpesanti ricadute sulla balneazione, sia per la produzione di inquinanti che peril confinamento dei bagnanti in una fascia di sicurezza a 150/200 metri dallariva. Si preordina così la privatizzazione della riserva naturale di Nisida,finora salvaguardata dalla presenza del riformatorio, da sempre obiettivo dellapeggiore classe politica ed imprenditoriale napoletana: già prefigurato l'annoscorso da Invitalia ed oggi agevolmente realizzabile, dato l'impiantocentralistico determinato dal commissariamento, tramite accordo di vertice colMinistero di Giustizia). Verrebbe insomma minato sia il valore sociale chequello ambientale della proposta sostenuta con la delibera "Una spiaggiaper tutti" del 2012. A questo proposito rileviamo sia l'assenza di unriferimento esplicito nell'accordo della delibera in questione, rispetto alledimensioni della spiaggia ed al suo carattere pubblico (riferimento che invececi era stato garantito dal Comune), sia il mantenimento di una consistentevolumetria ad uso commerciale, ricettivo e residenziale sul lungomare, che ivigenti strumenti urbanistici viceversa azzeravano.
5) La formulazione dell'accordo è piena dirinvii a successivi studi, formulazioni ambigue, clausole di flessibilità, chenon paiono garantire nemmeno gran parte degli obiettivi pure definibili come'positivi'; inoltre il dimensionamento delle funzioni non viene localizzato,neppure a livello di massima, e resta, come segnalava De Lucia, un incognitapesante sulle infrastrutture di trasporto.
Ci sono altri punti critici, da approfondire nelcorso della discussione che spero animerà sia la città che queste pagine, maquelli esposti credo costituiscano l'essenziale. Ciò che appare, almeno a me,superata una prima, superficiale impressione favorevole, è che con questoaccordo l'amministrazione comunale abbia concesso molto per ricavare poco,assumendo il ruolo di vittima consenziente in un clima di ricatto operato dalGoverno sul complesso della sua azione. E' da vedere se la città, a partire daimovimenti, saprà reagire o si adagerà nella illusione di una "vittoriaparziale". Da parte nostra, abbiamo chiesto al Sindaco di restituire laparola ai cittadini ed indire un referendum consultivo sui contenutidell'accordo; richiesta sulla quale da settembre avvieremo una campagnaincentrata sui nodi di metodo e merito stigmatizzati, che speriamo veda ancheil contributo di Eddyburg, dei suoi redattori e lettori.
Quanto succede a Bagnoli esula infatti ilpiano locale (basti pensare a Roma con la vicenda del nuovo stadio aTordivalle) e ridimensiona alcune retoriche correnti sul"neomunicipalismo", aprendo interrogativi pesanti su quantoamministrazioni locali "non allineate" ai dogmi neoliberisti possano,senza effettuare radicali rotture politiche, attuare politiche urbanistichealternative.
Parafrasando Nanni Moretti, il problemanon è "dire" qualcosa di sinistra, ma farlo.
Napoli, 20 luglio 2017 Massimo Di Dato
Assise Cittadina per Bagnoli/
comitato Una spiaggia per tutti