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Adriana Pollice
Accoglienza, il manifesto dei sindaci
11 Dicembre 2016
2015-EsodoXXI
«Priorità ai più vulnerabili (minori non accompagnati, vittime di tratta e sfruttamento); ma attenzione anche ai figli dei migranti di prima generazione: possono essere il cemento per una matura società multiculturale».
«Priorità ai più vulnerabili (minori non accompagnati, vittime di tratta e sfruttamento); ma attenzione anche ai figli dei migranti di prima generazione: possono essere il cemento per una matura società multiculturale».

il manifesto, 11 ottobre 2016

«Il dovere morale dell’accoglienza» di chi fugge dalle emergenze umanitarie, in memoria dei 24 milioni di italiani emigrati negli scorsi due secoli: questo il Manifesto dei sindaci italiani per l’accoglienza firmato dal presidente Anci e sindaco di Bari Antonio Decaro, dal presidente del Consiglio Nazionale Anci e sindaco di Catania Enzo Bianco e, tra gli altri, dai colleghi di Milano, Firenze, Roma, Napoli, Palermo e Lampedusa.

Il documento è stato siglato ieri in Vaticano, a conclusione della due giorni di incontri tra 80 sindaci europei sull’immigrazione, promosso dalla Pontificia Accademia delle Scienze. Il summit si è svolto 48 ore dopo l’approvazione a Bruxelles, da parte del Comitato delle Regioni, del parere di Enzo Bianco sulla revisione delle regole di Dublino. No a un’Europa che rifiuta di affrontare in maniera strutturale le politiche sui migranti e basta alla logica dell’emergenza i punti da cui i sindaci sono partiti.

Occorrono «corridoi umanitari e programmi di reinsediamento – si legge nel manifesto – che permettano a chi fugge di raggiungere i nostri territori senza mettere a repentaglio la vita e senza arricchire i trafficanti. Oggi il 98% delle persone in fuga sono accolte fuori dai confini dell’Ue». I comuni chiedono una distribuzione «diffusa, per piccoli numeri, proporzionati alla popolazione residente. Sono questi fattori che permettono ai sindaci di essere costruttori di ponti e non di muri».

Priorità ai più vulnerabili (minori non accompagnati, vittime di tratta e sfruttamento) ma attenzione anche ai figli dei migranti di prima generazione: «Possono essere il cemento per una matura società multiculturale. Oppure, al contrario, diventare il punto di rottura per la convivenza di ragazzi con gli stessi bisogni ma con diritti e possibilità nettamente diversi». Infine, il documento chiede di riconoscere che le politiche economiche occidentali sono una delle cause delle crisi e quindi delle fughe. «Lavoriamo tutti con decisione perché nessuno sia escluso dall’effettivo riconoscimento dei diritti fondamentali della persona umana» ha scritto il papa via twitter.

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