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Armando Stella
«Abbatto il Castello per il mio grattacielo»
10 Luglio 2010
Milano
Un’architettura che sa fare magnificamente il suo mestiere e comunica l’orrore del rozzo potere mercantile sulla città, travestito da “piano”. Il Corriere della Sera ed. Milano, 10 luglio 2010 (f.b.)

Se persino il Vaticano è lieto di «trasmettere il ringraziamento e il benedicente saluto di Sua Santità», allora si può davvero cementificare il cielo di Milano. «No-Spot city» è un mostro, devasta 40 chilometri quadrati del centro, demolisce una torre del Castello, s’alza per un miglio, è un enorme complesso di grattacieli, 200 milioni di metri cubi per un milione di abitanti. Lorenzo Degli Esposti, architetto e professore al Politecnico, ha depositato la Dichiarazione d’inizio attività nel 2009 (numero di protocollo: 473371), integrata da un’approfondita e assurda relazione tecnica. Risposte dal Comune? «Nessuna. Dunque, nulla osta. Per altro, il 19 novembre sono arrivati i "distinti ossequi" del Papa...». Ieri, l’architetto ha comunicato la data (simbolica) d’inizio lavori: 11 luglio 2010, ore 11.

Una picconata al Castello seppellirà il Pgt? È l’obiettivo. Lorenzo Degli Esposti dirige l’Architectural & Urban Forum, sostiene che «Milano deve crescere in modo critico e intelligente» e colpisce la città al cuore per «svelare» i rischi del Pgt: una provocazione intellettuale sostenuta da associazioni, storici e critici d’arte.

Trenta giorni e scatta il silenzio-assenso. Qui è passato un anno: «Qualcuno — continua Degli Esposti — si sarebbe dovuto accorgere che non sono proprietario delle aree, che il progetto devasta il Castello...». No: è passato inosservato. A Palazzo Marino dicono che qualche pratica è in ritardo, d’accordo, ma la legge e il diritto penale non si discutono, tutelano Milano e condannano la «No-Spot city»: «Non è che uno può svegliarsi e decidere di abbattere il Duomo». Qualcuno ha già fatto domanda?

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