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Alberto Statera
A salvare le rovine dell’Expo arriverà la Protezione civile
25 Gennaio 2010
Milano
Sta affondando tra le polemiche e gli sprechi di pubblico denaro l’inutile manifestazione milanese. Su la Repubblica, Affari e Finanza, 25 gennaio 2009 (m.p.g.)

Suor Letizia Moratti, come la chiama il suo ex assessore Vittorio Sgarbi, ruggì. Ma l'educato gorgoglìo del sindaco di Milano e commissario dell'Expo del 2015 non impensierì né poco né punto le iene che si aggirano intorno al salvifico evento che dovrebbe riesumare la Milano capitale da bere. Piombata l'altro giorno ad Arcore per esternare tutto il suo malumore nei confronti di Lucio Stanca, l'ex manager Ibm ed ex ministro dell'Innovazione tecnologica messo a capo della società di gestione e accusato di totale inefficienza, è stata gentilmente invitata a soprassedere, data l'assenza di Bruno Ermolli, che aveva dato forfait fornendo così a Berlusconi il destro per non affrontare l'argomento. Un congedo cortese, non ruvido come quello che la commissaria dimezzata aveva ricevuto da Giulio Tremonti, quando era andata a battere cassa: «Letizia, il governo non è tuo marito!»

Ma l'irritazione di suor Letizia è così ulteriormente montata nei confronti di Stanca, che per nessuno è un crostino facile da digerire, figurarsi per la signora della buona borghesia milanese, icona vivente del bon ton. Ex granatiere di Sardegna, nato a Lucera, l'uomo che si definisce «manager di livello internazionale» non sa cosa sia l'understatement che usa ancora in quel che resta della Milanobene. Nelle interviste che rilascia a raffica è riuscito a dire che si sente un «direttore d'orchestra», di essere quasi offeso dalla «barzelletta» rappresentata dallo stipendio di 450 mila euro che riscuote in aggiunta all'indennità di deputato, carica da cui non intende dimettersi, e che per lui Keynes è un taxi: lo usa quando non può farne a meno, ma preferisce muoversi con la sua macchina. Questo gigante del pensiero a otto mesi dall'insediamento nella società di gestione dell'Expo, secondo la Moratti ha fatto ben poco, dopo l'intero anno di paralisi trascorso in una indegna rissa politica nella maggioranza per il controllo dell'evento.

La commissaria dimezzata, che vede a rischio persino la sua ricandidatura a sindaco di Milano nel 2011, comincia a sentire l'alito del decesso in culla per il grande evento salvifico o, nel meno tragico dei casi, di un flop come quello dell'Expo di Zaragoza, che ebbe meno della metà dei visitatori previsti. Le stime sul possibile futuro fatturato sono già state ridimesionate da 44 a 34 miliardi, mentre dei soldi promessi per l'avvio ci sono in cassa soltanto 133 milioni fino al 2011, tanto che la società chiuderà il 2010 con un rosso di 15 milioni. Tra le opere previste ma che già si sa che non si faranno mai ci sono la via d'acqua navigabile, la M6 e la Torre Landmark. Poi, chissà che altro, visti i chiari di luna. Per di più pare che a Parigi sorridano un po' per l'impianto "bucolico" del conceptplan espositivo, di cui hanno richiesto modifiche.

Volete sapere allora come andrà a finire, con buona pace del sindacocommissario e del granatiere di Sardegna dall'ego ipertrofico? Che una mattina Berlusconi si sveglierà e appunterà le insegne di supercommissario dell'Expo al petto di Guido Bertolaso, che nel frattempo sarà rientrato vincitore dal salvataggio dei terremotati di Haiti.

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