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Andrea Montanari
A Milano via libera al cemento
4 Marzo 2009
Milano
Con le nuove regole urbanistiche lombarde si potranno costruire case al posto dei giardini e saranno solo le Giunte a decidere. Da la Repubblica, ed. Milano, 4 marzo 2009 (m.p.g.)

L’assessore regionale al Territorio, il leghista Davide Boni, aveva promesso che avrebbe fatto le barricate contro una nuova colata di cemento in particolare a Milano. Ma dopo l’approvazione alla riforma della sua legge urbanistica ieri in consiglio regionale, al contrario, con la scusa dell’Expo, il sindaco Letizia Moratti avrà praticamente carta bianca sul via libera a nuove costruzioni su ogni spazio rimasto libero, anche se destinato a verde pubblico non realizzato, sul suolo milanese. Grazie a una norma ad hoc, presentata ieri proprio dallo stesso assessore Boni, che prevede che «nei Comuni interessati dalle opere essenziali previste dal dossier di candidatura Expo 2015, da ora in poi, l’approvazione dei nuovi piani attuativi spetterà solo alla giunta». Esautorando di fatto i consigli comunali. Il contrario di quanto accadrà in tutti gli altri casi e di ciò che prevedeva il testo del precedente emendamento presentato dall’assessore al Territorio del Carroccio.

Non solo. Contrariamente a quanto annunciato, i Comuni che non approveranno entro i prossimi sei mesi i Piani di governo del territorio (i nuovi Piani regolatori) non rischieranno affatto la nomina di un commissario ad acta. Basterà, infatti, «che deliberino l’avvio del procedimento di approvazione del Pgt entro il 15 settembre» e tutto si fermerà. Come prevede un secondo subemendamento presentato ieri sempre da Boni. Nel caso dei piani integrati di intervento già approvati, invece, tutto resterà come prima.

Miracoli di un accordo politico raggiunto in mattinata tra il coordinatore regionale della Lega Giancarlo Giorgetti e il segretario regionale di Forza Italia Guido Podestà, con la benedizione del governatore Roberto Formigoni. Ignota la contropartita, ma i rumor parlano di concessioni sulle candidature alla Provinciali e di promesse di posti di peso nelle future nomine. Dalla Fiera alle Ferrovie Nord. Solo per fare un esempio. «L’inusuale presenza dell’assessore comunale all’Urbanistica ciellino Carlo Masseroli durante la votazione - commenta polemico il Verde Carlo Monguzzi - è la prova lampante del forte interesse di Milano alle modifiche approvate». Lui replica ironico: «Ero in Regione per altri motivi. Certo che sono interessato. Sono l’assessore all’Urbanistica e non alla Cultura».

Un boccone imposto alla Lega pare dai piani alti del Pirellone molto pesante da mandare giù, nonostante le contropartite offerte. E infatti parte subito la vendetta. Quando proprio i banchi del Carroccio impallinano palesemente un emendamento pro-Malpensa presentato da un altro ciellino: l’assessore lombardo ai Trasporti Raffaele Cattaneo, pupillo di Formigoni. «La Lega nord tradisce Malpensa - reagisce il capogruppo di Forza Italia in Regione Paolo Valentini - gli elettori lo sappiano». Al quale, però, il suo omologo della Lega Stefano Galli risponde per le rime: «Non accetto lezioni di moralità, soprattutto quando il mio gruppo più volte si è turato il naso su questioni che non facevano parte del programma. Martedì prossimo la posizione della Lega su Cattaneo potrebbe sorprendere». Il centrosinistra, infatti, ha presentato una mozione di sfiducia contro l’operato dell’assessore. Un segnale anche questo? Si vedrà.

«La riforma mette solo ordine alla pianificazione edilizia. I programmi integrati di intervento sono bloccati a 360 gradi», si difende ora l’assessore Boni. Ma il centrosinistra attacca su tutta la linea. «Formigoni ha dato il via libera a un nuovo consumo del suolo», protesta Marco Cipriano di Sinistra Democratica, per il quale adesso c’è «il liberi tutti». «Porte aperte alla cementificazione anche di Linate», aggiunge Stefano Zamponi di Italia dei Valori. «Più che una legge - sintetizza il Pd Giuseppe Adamoli - è frutto di una trattativa sindacale tra le forze della maggioranza, una mediazione che non ha ammesso modifiche».

"Un accordo sulla pelle della gente"

Intervista al Consigliere Pd Mirabelli

Franco Mirabelli, consigliere regionale del Pd, come giudica la nuova legge urbanistica dell’assessore leghista Boni?

«Un pasticcio. E non ci vorrà molto per rendersene conto. Avevamo condiviso la decisione di prorogare i tempi per la presentazione dei nuovi Pgt. Vale lo stesso per la scelta di spingere i comuni di dotarsi al più presto di questi piani, riducendo drasticamente la possibilità di ricorrere alle varianti urbanistiche».

E allora cosa c’è che non va?

«Ci sono due elementi inaccettabili. Si sceglie di utilizzare anche le aree standard a verde per costruire edilizia residenziale pubblica, invece di preferire come avevamo suggerito noi le aree standard destinate ai servizi. Lo stesso Boni ha affermato che in Lombardia c’è un eccessivo consumo del territorio. Da ora in poi ci sarà la possibilità di consumarne altro. Siamo favorevoli ad affrontare il problema della casa, ma ad esempio inventando un uso diverso degli spazi destinati al terziario. Solo a Milano ci sarebbe lo spazio equivalente a trenta grattacieli Pirelli».

Invece?

«Si usa la scusa dell’Expo per dire che i comuni che saranno interessati ad opere collegate all’esposizione potranno decidere le varianti solo con il benestare della giunta e senza passare dal consiglio comunale. Una soluzione non solo sbagliata, ma che produrrà una valanga di contenziosi. Un accordo politico sulla pelle di Milano e dell’interesse dei cittadini».

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