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Rodolfo Sala
A Milano tre senza-partito accendono le primarie Pisapia stacca Boeri e Onida
16 Settembre 2010
Milano
Nella scelta del sindaco forse la qualità politica del candidato per qualcuno conta. La Repubblica, 16 settembre 2010

Il mago dei numeri Draghi: "Scegliamo chi ha davvero più chance di vincere poi le elezioni vere". L’autocandidatura dell´avvocato ha dato la scossa al Pd nella scelta dell´anti-Moratti. Il costituzionalista critica l´appoggio del partito a uno degli sfidanti: "Così si snatura tutto"

MILANO - «Il vero problema è guardarsi negli occhi, e capire chi di noi tre è in grado di dare un bel calcio nel sedere alla giunta Moratti». Così parla Stefano Boeri, architetto di fama internazionale, e da un paio di settimane candidato sindaco alle primarie del centrosinistra, fissate il 14 novembre. Problema non da poco, per come si è messa la partita a Milano, in vista del voto comunale fissato in primavera. Boeri, che stasera verrà incoronato ufficialmente dalla direzione provinciale del Pd - anche se lui, come gli altri due sfidanti, non ha tessere di partito in tasca - è stato per mesi tra i grossi nomi corteggiati dal Pd, in cerca di un anti-Moratti pescato dalla società civile in nome di quella strategia del «civismo» evocata da Pierluigi Bersani e subito abbracciata dal gruppo dirigente milanese. Ma quando l´architetto ha detto sì, superando corposi dubbi e sbarazzandosi di un possibile conflitto d´interessi (si è dimesso dalla consulta cui si deve l´ideazione del masterplan di Expo 2015), qualcuno era arrivato prima di lui. Un altro professionista della Milano che conta: l´avvocato Giuliano Pisapia, già presidente della commissione Giustizia della Camera - dov´era stato eletto nel ‘96 come indipendente di Rifondazione - che a metà luglio si è candidato a sindaco con l´appoggio di Sinistra e libertà, di pezzi di società civile difficilmente collocabili entro i confini della sinistra radicale e, successivamente, anche della Federazione della sinistra. Lui è partito prima, e nei sondaggi è in testa: quello di Mannheimer, primi di settembre, gli dà quasi venti punti di vantaggio su Boeri, e anche una consultazione online di Repubblica Milano, che ha raccolto sedicimila votanti, lo ha collocato al primo posto. «Mi sono mosso - spiega Pisapia - perché ho capito che, se non l´avessi fatto per tempo, adesso ci troveremmo in una situazione disastrosa». Cioè ancora senza lo straccio di un candidato.

Già. Un bel guaio, per il Pd, partito rimasto fino ad allora immobile e anche tentato di evitare la strada delle primarie, che la candidatura di Pisapia ha reso invece obbligata. Risultato: il Pd ha subito preso le distanze dall´avvocato, temendo che all´ombra della Madonnina si potesse ripetere quel che Nichi Vendola - e per due volte - è riuscito a fare nella sua Puglia. Così ha premuto sull´acceleratore, intensificando il pressing su Boeri, che verrà infatti incoronato ufficialmente dalla direzione provinciale in programma stasera. Con qualche mal di pancia, perché quando l´architetto ha detto sì, nel Pd sono cominciati i tormenti. Qualcuno - per esempio un paio di consiglieri comunali, ma non solo - aveva già annunciato il sostegno a Pisapia. Mentre altri, nel Pd come nella società civile, successivamente si sono mossi alla ricerca di un terzo nome, per contestare la scelta di indicare un candidato "di partito", prefigurando l´esito delle primarie. E così, lanciato da un comitato di personalità della cultura, delle professioni e dell´associazionismo milanese, si è fatto avanti il terzo uomo: il costituzionalista Valerio Onida, già presidente della Consulta, anche lui - come gli altri due - non legato ai partiti. Un´iniziativa voluta soprattutto da Riccardo Sarfatti, battitore libero del Pd, scomparso tragicamente in un incidente d´auto venerdì scorso. Ma prima di morire, il «galantuomo della politica» aveva cambiato idea, chiedendo - inutilmente - al "comitato dei 92" che aveva contribuito a mettere in piedi di appoggiare Boeri. E come Sarfatti, dentro quel comitato, adesso la pensano anche don Gino Rigoldi e un altro pezzo da novanta della Milano engagée come Guido Rossi (ieri con Boeri si è schierato pure l´architetto Renzo Piano). Onida non fa una piega e va avanti toccando un nervo scoperto: «Ritengo contraddittorio che i partiti esprimano l´appoggio a uno dei candidati prima delle primarie, ciò non fa altro che snaturare lo spirito della consultazione, che è innanzitutto uno strumento per coinvolgere gli elettori». Insomma: «Se non ci fossero le primarie, come farei a Candidarmi senza il sostegno di alcun partito?».

Il ragionamento di Onida ha fatto breccia anche nel Pd. Ecco la senatrice Marilena Adamo: «Tra noi c´è chi è per primarie vere e chi dice che bisogna indicare Boeri. Sto cercando di spiegarlo ai ragazzi di Milano: non dobbiamo commettere l´errore di marcare così stretto Boeri, sarebbe la stessa cosa che sta facendo la sinistra radicale con Pisapia». Analoghi dubbi avrebbero colto anche l´ex ministro Barbara Pollastrini, senza contare che nel Pd si sono già schierati con Onida alcuni ex popolari, come Daniela Mazzucconi. Sono divisioni che il "mago dei numeri" Stefano Draghi considera come «conseguenza inevitabile di un confronto vero». Neppure lui, però, ha ancora deciso: «Stavolta farò una calcolo cinico, non politico: non importa che il gatto sia bianco o nero, l´importante è che acchiappi il topo, quindi alle primarie sosterrò chi mi sembra abbia più chance per battere la Moratti».

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