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Laura M. Holson
A Hong Kong lo stile Disney si tinge d'Asia
22 Maggio 2006
Articoli del 2005
Con slancio socio-poetico-ambientale da studio di ragioneria, l'invasione asiatica dell'immaginario in scatola. Dal New York Times/Repubblica, 4 maggio 2005 (f.b.)

Quando hanno costruito il nuovo ingresso di Disneyland Hong Kong, i dirigenti della Walt Disney hanno deciso di spostare l’inclinazione del cancello principale di 12 gradi. Sono giunti a questa decisione dopo aver consultato uno specialista di feng shui, il quale ha assicurato che la modifica assicurerà ricchezza e prosperità al parco divertimenti. La Disney ha inoltre aggiunto una curva al vialetto che dalla stazione ferroviaria conduce al cancello, per far sì che l’energia positiva, detta chi, non oltrepassi il cancello disperdendosi nel Mar della Cina.

Tener conto dei consigli degli specialisti di feng shui è soltanto una delle molteplici iniziative che hanno preso i dirigenti della Disney per riflettere la cultura locale e non ripetere gli errori commessi in passato. Quando nel 1992 la Disney inaugurò Disneyland Parigi in un ex campo di barbabietole da zucchero fuori dalla capitale francese, fu severamente criticata per essersi dimostrata culturalmente insensibile ai suoi ospiti europei. Qui a Hong Kong invece la Disney brucia incenso a fini rituali ogni qualvolta un edificio è portato a termine e ha fissato un giorno fausto, il 12 settembre, per l’inaugurazione del parco divertimenti.

La posta in gioco è assai alta: la crescita internazionale è una parte cruciale degli sforzi di espansione della Disney. In Asia Topolino, Buzz Lightyear (personaggio di Toy Story, ndt) e l’orsetto Winnie Pooh sono nomi poco conosciuti dalla gente e la Disney intende cambiare le cose.

”Un tempo si usava esportare la Disney alle sue condizioni” dice Robert Thompson, docente di Cultura popolare all’Università di Syracuse, “ma alla fine del XX e all’inizio del XXI secolo l’imperialismo culturale americano è stato messo a dura prova. Adesso invece di essere gli spregevoli americani che alcuni stranieri trovavano addirittura affascinanti, dobbiamo toglierci le scarpe o ruttare dopo mangiato”.

I piani per costruire Disneyland Hong Kong, l’undicesimo parco a tema della Disney, replica della Disneyland originale, sono iniziati nel 1999. Costruito nella Penny’s Bay e fiancheggiato da montagne, il parco è il primo che la Disney intende realizzare in Cina. Un altro sorgerà a Shangai.

Nella Disneyland di Hong Kong alcuni dei luminosi effetti ottici e delle concessioni alle differenze culturali possono sembrare operazioni di marketing. Una delle principali sale da ballo del parco, che sarà sicuramente usata per gli apprezzati servizi di matrimonio Disney, misura esattamente 888 metri quadri, perché si ritiene che il numero otto porti fortuna. Lo spiega Wing Chao, autore del piano generale architettonico della Walt Disney Imagineering. Poiché nella cultura cinese il numero quattro porta sfortuna, negli ascensori dell’Hollywood Hotel o degli altri alberghi del complesso del parco non esiste neppure il pulsante per il quarto piano. I registratori di cassa sono sistemati in prossimità di angoli o accanto alle pareti, perché si ritiene che tale collocazione aumenti i profitti.

Nell’esclusivo ristorante Crystal Lotus del parco divertimenti, la Disney ha installato uno stagno koi virtuale, nel quale pesci animati dal computer sfrecciano lontano dagli ospiti che camminano su uno schermo di vetro. Lo stagno è uno dei cinque elementi feng shui del ristorante: gli altri sono il legno, la terra, il metallo e il fuoco, che riluce su uno schermo dietro alle bottiglie del bar.

”Non me ne intendo affatto di fuoco e di cucina e di dove vada sistemato uno piuttosto che l’ altra, ma di sicuro ho imparato che si deve rispettare il prossimo”, dice Jay Rasulo, responsabile dei parchi a tema e dei club vacanze della Disney.

Anche se le sue finanze sono sta rimesse in sesto, Eurodisney ha tuttora debiti per 1,2 miliardi di euro. Molti considerano l’apertura di Disneyland Parigi come un caso da studiare per apprendere come non si deve procedere. Il parco partì male sin dall’inizio. Il primo errore fu quello di non offrire vino all’inaugurazione.

La Disney inoltre travisò completamente le abitudini vacanziere degli europei: diversamente dagli americani che spesso prenotano le loro visite direttamente alla Disney, gli europei si servono molto di più delle agenzie di viaggio.

Nel 1992 la Disney non aveva preparato adeguatamente le agenzie di viaggio e questo diede luogo a poche prenotazioni, dice Rasulo. Al contrario, oggi i dirigenti marketing della Disney stanno preparando da mesi le agenzie di viaggio asiatiche, soprattutto in Cina, da dove la società prevede che possa derivare un terzo del giro d’affari del parco.

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