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Silvio Buzzanca
“Grillo e sinistra, è l’ora del compromesso”
14 Marzo 2017
Sinistra
«L’intervista. Tomaso Montanari, nuovo presidente di Libertà e Giustizia: "Si vuole garantire la governabilità, ma per fare cosa? Il fatto è che manca un progetto per il Paese"». la Repubblica, 13 marzo 2017 (c.m.c.)

«Libertà e Giustizia: "». la Repubblica, 13 marzo 2017 (c.m.c.)

«Libertà e Giustizia pensa che la politica sia una bella cosa e i cittadini devono partecipare, anche senza candidarsi a qualcosa. In Italia c’è bisogno intorno al Palazzo di un modo nuovo di fare politica, che lo circondi in senso buono per dialogarci». Il professore Tomaso Montanari è il nuovo presidente dell’associazione che tanto si è impegnata per il no nella battaglia referendaria. E da quella vittoria intende ripartire.

Professore Montanari si parla di un “cambio di verso” di Matteo Renzi. Lei che ne pensa?
«Credo che si debbano giudicare i fatti e purtroppo c’è un problema di inaffidabilità di Renzi. Per esempio aveva detto che in caso di sconfitta al referendum avrebbe lasciato la politica. C’è un problema di storytelling, di narrazione, di scostamento fra gli annunci e la realtà . Il nostro giudizio si misurerà sui fatti ».

In questa sinistra così frammentata c’è qualcuno a cui vi sentite più vicini?
«Noi abbiamo fatto la scelta di non affiancare nessuno, nonostante dopo il 4 dicembre siano arrivate tante richiesta di vicinanza e offerte di candidature. Noi pensiamo che tutte queste manovre in corso siano molto autoreferenziali. Guardano dentro il campo, il Parlamento, le candidature, e poco al paese reale. Un’associazione come Libertà e Giustizia invece si rivolge ai cittadini e il nostro scopo è quello di offrire a questi cittadini uno strumento nuovo per esercitare la sovranità».

Il referendum del 4 dicembre può essere considerato un pezzo di questa ritrovata sovranità popolare. Ma c’era grande attesa per una nuova legge elettorale…

«Negli ultimi anni si è pensato che il problema fosse la governabilità e anche la sinistra si è convinta della necessità della vocazione maggioritaria. Ma il problema è: andare al governo per fare che cosa? Quello che vediamo è che manca un progetto, una visione di paese. Noi speriamo che una legge elettorale proporzionale possa portare in Parlamento un progetto e ricucire questa frattura fra elettori e rappresentanza».

I sondaggi però dicono che non ci sono maggioranze. La novità è che adesso i grillini parlano di alleanze. Si legge anche che i grillini la stimino molto…
«Libertà e Giustizia aveva già proposto un’alleanza su basi chiare fra Pd e grillini dopo le elezioni del 2013. Il fatto che oggi i grillini parlino di alleanze è un tratto di maturità. Del resto i Cinque stelle erano per il no e il no voleva dire difendere una Repubblica parlamentare. E quindi in una Repubblica parlamentare bisogna trovare dei compromessi. Che non sono naturalmente degli inciuci. Sulle simpatie grilline posso dire che il problema non sono le simpatie, ma una politica che sia disposta ad accettare il dissenso, il confronto. Io ho qualche dubbio che i grillini siano pronti ad accettare il dissenso, ma purtroppo devo dire che non lo è neanche il Pd».

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