Sabato scorso a Roma si sarebbe dovuta tenere l’assemblea del Brancaccio, invece se n’è tenuta un’altra al Teatro Italia. Tomaso Montanari e Anna Falcone hanno deciso di fare un passo di lato («I segretari di Mdp, Possibile e Sinistra italiana hanno scelto un leader. E questo ha ‘risolto’ tutti i problemi» l’accusa di Montanari). I militanti dell’ex Opg Je so’ pazzo di Napoli hanno deciso di occupare il vuoto lasciato dai «civici» per proporre la costruzione di una lista di sinistra. Senza nessun centro a cui guardare «perché la lotta di classe non l’inventiamo noi, è nelle cose», hanno rivendicato nell’intervento finale.
Sabato si sono ritrovati con il teatro pieno: molti dei partecipanti erano transfughi del Brancaccio, tante le sigle delle lotte contro le politiche di sfruttamento degli ultimi governi come i No tav e No tap e poi anche realtà strutturate come Rifondazione comunista, il Partito comunista italiano (già Pdci) ed Eurostop. Per cambiare paradigma bisogna cambiare metodo, spiega Matteo Giardiello: «Su lavoro, sanità, scuola, migranti la discussione è monopolizzata dal, quello occupato dal Pd, oppure dal Movimento 5 Stelle o dalla destra. Per costruire una lettura e un percorso di sinistra abbiamo avviato le assemblee provinciali, che porteranno a una sintesi regione per regione. Entro la prima metà di dicembre ci sarà un nuovo incontro nazionale e poi partiremo con la raccolta delle firme. Programma, firme, candidati saranno il frutto del protagonismo delle comunità in cui operiamo».
Sul palco le testimonianze dei lavoratori del call center Almaviva di Roma, licenziati per non aver accettato un accordo capestro che tagliava del 17% stipendi da 600 euro e poi reintegrati dal giudice del lavoro, sindacalisti di base come Giovanni dell’Usb di Livorno: «Abbiamo l’esperienza per mobilitare una grossa parte di questa gente. Sapremo essere la differenza, la speranza, i giochi di segreteria lasciamoli stare, ci hanno ammazzato». E docenti come Roberto, del Coordinamento insegnanti autoconvocati: «Questa esperienza parte dalle lotte, non abbiamo tra noi i responsabili delle politiche degli ultimi anni. Vogliamo cancellare non solo il Jobs Act e la Buona Scuola ma anche il pacchetto Treu e la riforma Fornero, togliere l’appoggio alle guerre imperialiste».
Rifondazione ha aderito al percorso con un voto in direzione (26 favorevoli, 9 contrari): «Giudichiamo negativamente l’annullamento dell’assemblea del Brancaccio e positivamente l’incontro al Teatro Italia, per la capacità di far esprimere esperienze di lotta, pratiche solidali, volontà di partecipazione, nuovo entusiasmo».