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Umberto Eco
L’Unità: ho trovato la soluzione
6 Aprile 2006
Articoli del 2005
Su l'Unità del 12 marzo 2005 trovate questa bellissima lettera, che farà arrabbiare qualcuno e sorridere molti altri

L’Unità: ho trovato la soluzione

Sull'Unità del 12 marzo 2005 trovate questa bellissima lettera, che farà arrabbiare qualcuno e sorridere molti altri

Caro Furio, da tempo volevo inviarti due parole di solidarietà ma vedevo che ne ricevevi tante, tra cui moltissime molto autorevoli, che ho pensato non ve ne fosse bisogno. Inoltre ero molto impegnato in uno scambio di messaggi con un amico straniero, che conosce molto bene le cose italiane, ma non riusciva a capire perché tu lasciavi l'Unità. Gli ho pazientemente spiegato che, sì, tu hai risollevato questo giornale da una gravissima crisi, facendogli vendere molte copie, ma che un giornale si regge anche sulla pubblicità. Ora pare che tu sia giudicato eccessivamente severo nei confronti del nostro governo (il mio amico si è un poco stupito perché riteneva che sin dalla sua fondazione l'Unità fosse per vocazione e funzione specifica severa coi governi in carica) e che pertanto le grandi aziende, che avrebbero potuto darvi pubblicità, per timore di inimicarsi il governo, non ve la davano. Perciò tu venivi rimosso per rimuovere appunto questo ostacolo.

L?amico mi ha risposto dicendo che, a quanto aveva capito, tu saresti stato sostituito da Padellaro, noto per aver lavorato con te in piena condivisione d'intenti, e che pertanto l'Unità di Padellaro sarà (e tutti lo pensano) ugualmente severa. Pertanto, mi ha domandato, come si può immaginare che arriveranno carrettate di pubblicità da parte delle grandi aziende, e persino dalla Cirio, dalla Parmalat e da Vanna Marchi?

Gli ho risposto che certe volte i sacrifici umani hanno puro valore simbolico, che per esempio Salomé non ha chiesto la testa del Battista per mangiarla come fanno i cinesi con le teste di scimmia, e nemmeno per trarne un utile immediato, ma così, per avere una soddisfazione morale. L'amico ha detto che non vedeva un rapporto diretto tra soddisfazione morale e contropartita economica, e quindi non capiva perché te ne andavi e tra l'altro te ne andavi restando, come opinionista.

Gli ho spiegato che forse l'operazione veniva fatta in due tempi. Prima eliminano te e lasciano Padellaro, per non perdere di colpo tutti i lettori. Poi piano piano sostituiranno anche Padellaro e cercheranno qualcuno che faccia una Unità un pochino più comprensiva dei traumi che sta ingiustamente subendo il nostro presidente del consiglio. L'amico mi ha detto che, secondo lui, forse a quel punto sarebbe arrivata un poco di pubblicità, ma si sarebbe perduta la metà dei lettori, almeno, e quindi il gioco non valeva economicamente la candela.

A meno, ha suggerito, che scelgano un direttore assolutamente filogovernativo, per esempio Giuliano Ferrara. In quel caso l'Unità perderebbe egualmente tutti i suoi lettori ma guadagnerebbe quelli del Foglio. Gli ho fatto osservare che, in termini quantitativi, non si tratterebbe di un buon affare, anche perché non sembra che il Foglio riceva tonnellate di pubblicità.

Allora il mio amico ha suggerito una soluzione diabolica. Si fa dirigere l'Unità all'attuale direttore del Giornale. L'Unità perderebbe tutti i suoi lettori, ma guadagnerebbe tutti quelli del Giornale, pubblicità compresa. L'idea non mi è parsa economicamente suicida come la precedente, ma gli ho chiesto che fine avrebbe allora fatto il Giornale se tutti i suoi lettori passavano all'Unità. Lui ha astutamente suggerito che la direzione del Giornale venga affidata a te e a Padellaro. In tal caso il Giornale guadagnerebbe tutti i lettori dell'Unità e, siccome è proprietà del fratello di Berlusconi, convincerebbe in qualche modo le grandi aziende a dargli pubblicità.

La mia obiezione è stata che Berlusconi si sarebbe trovato a sostenere finanziariamente un giornale che lo avrebbe violentemente criticato ogni giorno. L'idea potrebbe piacere alla sinistra, ma a lui?

A quel punto l'amico mi ha risposto che in fondo anche il telegiornale della quinta rete e Striscia la notizia criticano talora il governo, ma la cosa è più sopportabile, perché tutti pensano che lo facciano col permesso di Berlusconi, e quindi le critiche vengono intese come una prova della sua apertura democratica. Può darsi che il mio amico abbia ragione. Inoltre penso che come direttore del Giornale guadagneresti più che come direttore dell'Unità. Quanto alla nostra sinistra, avere come giornale fondato da Gramsci un giornale berlusconiano, sarebbe accolto come esempio di riformismo illuminato. Insomma, pensaci un poco, non mi pare, al giorno d'oggi, una soluzione così assurda.

Il tuo Umberto Eco

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