ROMA - "Il governo non si opporrà all'allargamento della base militare Usa" di Vicenza. La risposta di Romano Prodi è arrivata, dopo le pressioni, da destra e da sinistra, a prendere presto una posizione sulla vicenda dell'ampliamento della Base Ederle, che ospita il comando della US Army per l'Europa del Sud. Se dall'Italia fosse giunto un "no", la base sarebbe stata chiusa e trasferita in Germania. Invece da Bucarest, dove si trova in visita ufficiale, il presidente del Consiglio ha anticipato: "Sto per comunicare all'ambasciatore americano che il governo italiano non si oppone alla decisione, presa dal governo precedente e dal Comune di Vicenza con un voto del Consiglio comunale".
Qualche minuto prima dell'annuncio di Prodi, un monito al rispetto dei "patti" era giunto anche dall'ex presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, secondo il quale sarebbe stato "gravissimo mostrarsi inaffidabili nei confronti degli Stati Uniti e dell'Alleanza Atlantica". E in mattinata all'idea del referendum, proposta dal segretario Ds Piero Fassino, avevano aderito tutta anche la sinistra radicale e i comitati cittadini per il "no".
In quanto al referendum, "a tutt'oggi non è attuato", osserva Prodi, è "una mera ipotesi" e "non è un problema che riguarda l'attività di governo" poiché si tratta di "decisioni locali" e il governo non è chiamato "a nessun atto amministrativo". Il modo con cui il Consiglio comunale di Vicenza intenderà fare esprimere la popolazione locale, conclude il presidente del Consiglio, "sarà sua responsabilità".
Prodi sottolinea che la vicenda non rappresenta "un problema di natura politica", bensì "una questione di carattere urbanistico-territoriale". E ricorda: il suo governo "si era impegnato a seguire il parere della comunità locale". "Non abbiamo ragione di opporci", precisa, rivelando che il governo italiano aveva anche "offerto soluzioni che sembravano più equilibrate", ma che alla fine "non è stato possibile accettare". In quanto a un incontro con il presidente americano George W. Bush, Prodi spiega che, al momento, "non è previsto", che "avverrà al momento opportuno" e che comunque "non c'è nessun problema" nelle relazioni italo-americane.
Nell'immagine, le mani di Ponzio Pilato nel film di Mel Gibson. Ricordiamo ai lettori che si tratta di una base di guerra USA, non NATO, insediata in Italia a spese dell'Italia (analogamente in Giappone e in Germania) per punizione ai paesi dell'Asse dopo la sconfitta del 1945. Dopo sessant'anni, ancora paghiamo i danni di guerra.
Se il governo Prodi-Amato è supporter di George W. Bush il suo leader abbia il coraggio di ammetterlo: il "buffone" Berlusconi lo aveva