Il manifesto, 18 settembre 2015
Il voto greco si avvicina, i sondaggi prefigurano scenari cupi e la sinistra italiana, la sinistra-sinistra, fa quadrato intorno al leader greco. A Roma mercoledì scorso economisti e politici della famiglia rossa (ma anche di quella verde) si erano riuniti per un confronto con la greca Marika Frangakis, invitata dall’associazione «Le belle bandiere» e il gruppo di Sbilanciamoci a discutere del futuro dell’economia di Atene dopo la firma del Memorandum e alla vigilia di un probabile governo di coalizione.
Ieri però sono tornati tutti uniti. A tifare per Tsipras. Marciando divisi, per non perdere le abitudini della casa. «La riconferma di Syriza e ad Alexis Tsipras può far sì che non si spengano le speranze dei progressisti per un cambiamento profondo delle politiche europee. La loro sconfitta segnerebbe invece un brusco passo indietro ed un appiattimento completo sulle politiche di austerità», dice un nuovo appello firmato da Civati, Elly Schlein e Sergio Cofferati (europarlamentari ex Pd), Ferrero (Prc), Forenza e Maltese (due dei tre europarlamentari eletti con la lista Altra Europa per Tsipras, la terza è Barbara Spinelli che però a maggio ha abbandonato la lista ed è rimasta a Bruxelles da indipendente), Fratoianni e Vendola (Sel) e dai due sociologi Luciano Gallino e Marco Revelli.
Stessa musica, o quasi, anche da Stefano Fassina. Che resta convinto che il memorandum sia «insostenibile» ma sa che il risultato di domenica farà comunque la differenza: «La vittoria di Nuova democrazia comprometterebbe anche l’offensiva anti-corruzione e anti-evasione avviata dal governo Tsipras e metterebbe a rischio gli interventi umanitari introdotti. Il popolo greco con il voto può evitare la restaurazione», è la conclusione.
La ’brigata Kalimera’ partirà anche stavolta. Ma non sarà né affollata né spensierata come l’ultima volta. In piazza Syntagma, venerdì al comizio Tsipras, ci sarà di nuovo Revelli con la squadra dell’Altra Europa, Raffaella Bolini dell’Arci, Forenza e Ferrero e l’ex 5 Stelle Francesco Campanella. Anche dal resto d’Europa stavolta arriveranno molti meno militanti. E con molte ansie in più.