la Repubblica, 3 luglio 2017, con postilla.
L’obiettivo è naturalmente quello di ridurre gli sbarchi: a tal scopo si pensa di limitare la libertà di movimento delle navi delle Ong a cui potrebbe essere vietato l’accesso in acque libiche e che potrebbero essere invitate ad approdare anche nei Paesi di cui battono bandiera. Un’altra richiesta è quella di riscrivere il mandato di Frontex per permettere di sbarcare i migranti in altri Paesi europei oltre il nostro. Quel «segnale straordinario» invocato ieri dal ministro Minniti in un’intervista a Il Messaggero: «Sono europeista e vorrei vedere l’arrivo di una nave carica di migranti in un porto non italiano». L’Europa, naturalmente, è solo uno degli scenari: «La partita fondamentale si gioca in Libia - ha detto lo stesso Minniti - vero confine meridionale dell’Europa, da cui sono arrivati quest’anno il 97% dei migranti » e dove serve dunque un governo stabile. Infine si chiede di affrontare in maniera seria la questione della ridistribuzione dei migranti: quella ricollocazione che finora è stato un flop visto che dall’Italia sono state smistate solo settemila persone.
L’incontro di ieri ha dato il via ad una settimana di incontri cruciali per l’Italia: oltre all’appuntamento di giovedì a Tallin, infatti, domani a Strasburgo si tiene il dibattito plenario al Parlamento europeo con anche i presidenti di Commissione e Consiglio europeo Jean-Claude Juncker e Donald Tusk. Mentre il 7 e 8 luglio si tiene il G20 di Amburgo. Anche per questo si è deciso di preparare il terreno con Francia e Germania, che finora si sono detti pronti ad aiutare l’Italia, nonostante quella distinzione fatta dal presidente francese Macron, fra migranti economici e rifugiati. L’Italia ha ormai bisogno di risposte immediate visto che, secondo dati del Viminale nei primi mesi del 2017 sulle nostre coste sono sbarcate 83.360 migranti, il 18,7 per cento in più dell’anno precedente. Di questi - sono dati dell’Unhcr - 12.600 solo la scorsa settimana.
I governanti europei non riescono ad avere altri interessi che quello di conservare poltrone e potere connesso ai miserabili ruoli che i sapienti mandriani del popolo bue ha loro affidato. Perciò sono incapaci di comprendere che la tragedia dell’esodo, provocato da decenni di insensato «sviluppo» delle risorse del pianeta Terra, e che le pratiche neonaziste che hanno promosso e continuano a promuovere, si ritorcerà contro di loro e dei popoli che governano. (e.s.)