«L’ex Alimarket può ospitare fino a 480 persone quindi siamo a norma. Poi è chiaro che più aumenta il numero di ospiti, più la gestione diventa difficile. Rispetto a quello che potenzialmente potrebbe succedere è successo anche poco».
il Fatto Quotidiano, 1 luglio 2017 (p.s)
I letti a castello sono ammassati gli uni vicini agli altri. Il caldo è asfissiante perché le finestre non ci sono. Quando piove, invece, com’è successo domenica, lo stanzone si allaga perché l’acqua viene fuori da sotto al pavimento. C’è chi parla di cimici, altri raccontano che i bagni non vengono mai puliti. A Bolzano trecento migranti vivono in un ex supermercato, si chiamava Alimarket. E’ lì che la Provincia di Bolzano li ha alloggiati, pagando un affitto di 39mila euro al mese al proprietario, un “prezzo congruo” secondo l’ente. Per i Cinquestelle, invece, «è inaccettabile che una Provincia ricca come Bolzano tenga così tante persone ammassate insieme in condizioni disumane», come dice al fattoquotidiano.it la consigliera comunale Maria Teresa Fortini. Per la Provincia, tuttavia, è tutto in regola: «In un anno ho visitato il centro 10 volte e rispetta gli standard accettabili di una struttura di quel tipo» assicura Luca Critelli, direttore della Ripartizione politiche sociali della Provincia.
Il centro di accoglienza bolzanino di via Gobetti è gestito da CroceBianca, Croce Rossa e Associazione Volontarius. Prima dell’allagamento di domenica era già finito sui giornali altre volte. Per esempio ad aprile quando erano scoppiate tre risse in pochi giorni. L’ultima, la più grave, aveva causato 10 feriti e portato a otto arresti. «La convivenza in un unico spazio di tante persone provenienti da molti Paesi diversi ha portato a questo – spiega la consigliera Fortini – tanto che è stato necessario istituire un servizio di vigilanza». Nella rissa erano coinvolti libici, marocchini, gambiani, afghani e pakistani. Un nigeriano aveva raccontato al quotidiano Alto Adige di essere “terrorizzato” per via della “presenza di armi all’interno della struttura”.
Ibrahima, un giovane senegalese che da quattro mesi vive nell’ex supermercato, ha iniziato a frequentare un corso di italiano: «Abbiamo tanti problemi - racconta al fatto.it - viviamo tutti in grandi stanze, dove fa molto caldo e non ci sono finestre. I bagni non vengono mai puliti, sono sempre sporchi». I letti sono uno attaccati, l’uno accanto all’alto, così la convivenza ravvicinata può creare attriti: «Le persone che vengono dai Paesi arabi non vanno d’accordo con chi viene dall’Africa centrale, con noi neri», spiega Ibrahima.
La consigliera M5s Fortini ha parlato anche con altri ragazzi dell’ex Alimarket «Mi hanno parlato della presenza di cimici - spiega - di pessime condizioni igieniche e di un’aria irrespirabile». Infine l’allagamento: «Quel giorno era allagata mezza Bolzano - replica Critelli - e i gestori del centro mi hanno assicurato che nel giro di qualche ora la situazione si è comunque risolta. Non credo che un paio di centimetri di acqua siano un problema esagerato». E gli ospiti del centro devono essere “attenti” con le loro lamentele, secondo i consigli del funzionario della Provincia: «Gli ospiti sono liberi di dire quello che vogliono - dice - Di solito però consigliamo loro di stare attenti a lamentarsi, perché la popolazione reagisce considerandoli degli ingrati».
Ad oggi ci sono circa 1600 profughi in Alto Adige, di cui 800 a Bolzano e più di 300 solo nel centro ex Alimarket. «La soluzione sarebbe distribuirli su tutti i Comuni della Provincia - propone Fortini - ma in molti si oppongono, specialmente ora che è periodo di turismo. Il risultato è che nel capoluogo qualche profugo finisce anche a dormire per strada». Stando ai dati di fine 2016, in Alto Adige sono operativi nell’accoglienza 18 Comuni, per un totale di 27 centri di accoglienza. «Anche noi preferiremmo avere solo strutture con 25-60 ospiti - spiega Critelli - ma per gestire un sistema di accoglienza serve almeno un centro con grandi numeri. L’ex Alimarket può ospitare fino a 480 persone quindi siamo a norma. Poi è chiaro che più aumenta il numero di ospiti, più la gestione diventa difficile. Rispetto a quello che potenzialmente potrebbe succedere è successo anche poco».