l'Avvenire, 24 agosto 2017
«Forza Nuova: "Sotto esame la cattolicità del parroco". Il vescovo Tardelli: spero si voglia scherzare. E manda il vicario generale a celebrare la Messa, con don Biancalani: una tutela, non una resa»
Ha tuonato la Lega, Forza Nuova ha addirittura minacciato di verificare direttamente l’ortodossia del sacerdote durante la Messa domenicale. E il vescovo Fausto Tardelli, giustamente, si è indignato. Così, per tutelare il parroco e far sentire alla comunità la presenza della diocesi, domani la celebrazione festiva delle 11 sarà presieduta dal vicario generale don Patrizio Fabbri.
Nessuna "resa", come qualcuno ha sintetizzato in modo sbilenco. Nessuna volontà di esautorare il parroco. Anche perché don Biancalani sarà presente, concelebrerà e terrà l’omelia. Ma con il supporto autorevole del vicario che – ripetiamolo – non significa commissariamento ma vicinanza fraterna e supporto umano nel caso in cui, prima o dopo la celebrazione – Dio non voglia durante – si dovesse verificare qualche episodio spiacevole.
E in questa vicenda sembra davvero che troppi sassolini siano andati a finire tra gli ingranaggi. A Pistoia, don Biancalani è conosciuto e apprezzato. Sempre in prima linea in tutte le emergenze sociali, sempre pronto a schierarsi per gli ultimi. Nella sua parrocchia, grazie al lavoro dell’associazione "Virgilio" che opera in sintonia con la Caritas diocesana, ospita una decina di giovani immigrati. Qualche anno fa non aveva avuto esitazioni ad avviare iniziative pastorali per gli omosessuali e le persone lgbt. E spesso accoglie e aiuta anche bambini rom. Proposte che, è facile immaginarlo, finiscono per risultare un po’ indigeste a coloro che guardano con sospetto a tutti gli slanci di radicalità evangelica. Soprattutto quando questa radicalità si rivolge a gruppi, etnie e situazioni "periferiche".
Certo, don Massimo non è l’unico sacerdote pistoiese schierato con i poveri e i rifugiati. La diocesi accoglie complessivamente circa 130 immigrati che fanno capo ai progetti Sprar e al centro per l’accoglienza rifugiati. Sono coinvolte alcune parrocchie con le rispettive associazioni e soprattutto una casa diocesana a Lizzano in Belvedere, sulle colline pistoiesi, che ospita una quarantina di immigrati. Perché allora questo accanimento contro il parroco di Vicofaro? Qualcuno ritiene che a Pistoia, con la nuova giunta di centrodestra presieduta dal sindaco Alessandro Tomasi (Fratelli d’Italia) il clima sia cambiato. Anche se ieri il sindaco ha detto di concordare pienamente con il vescovo.
Ma c’è anche chi pensa che a don Biancalani, da buon toscanaccio, sia scappata un’espressione un po’ borderline. L’altro giorno, quando ha postato su Facebook le immagini dei suoi immigrati in piscina – volti sorridenti di ragazzi che sembravano aver già conquistato una fetta di paradiso – ha aggiunto una didascalia un po’ provocatoria: «Loro sono la mia patria, razzisti e fascisti i miei nemici». Poteva risparmiarsela? Forse sì. Fatto sta che Forza Nuova è partita all’attacco: «Vigileremo durante la Messa sull’effettiva dottrina del prete». Minaccia che sarebbe ridicola, se non fosse anche fastidiosa. E in ogni caso sproporzionata rispetto all’uscita di don Biancalani, che è comunque uomo che opera per il bene.