Ti sei inporcato, inbadogliato,
inmonarcato e poi ingozzato;
hai strasbracato, intortato,
incaprettato, ridevastato,
fin con caparbia, insadicata furia
hai inottosettembrato
paese, coscienze, speranze e risorgenze.
Ora carte, tarocchi e sfere di cristallo dicon “finito!”
m’immagino: grufolerai proclami incarognito,
spolperai vendette, griderai “tradito!”,
ma hai il due di picche in mano, sei tramortito;
orsù, fatti scucir di dosso il mazzo,
hai carte segnate, ma ti manca l’asso e il fante pazzo,
chiudi baracca, bisca, bordello e negozio d’illusionista,
arrenditi, sei spodestato, gufo già onnipotente, ma or ben tarpato,
taglia, sbagaglia, fila, sgomma, lo capisci?
E dal chigian palazzo silente disparisci.