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1. Vista da un satellite, piazza S. Marco potrebbeapparire immutata, perché le dimensioni del contenitore e la densità delcontenuto sono le stesse, ma le tre immagini riportate qui sotto, scattate a quarant’anni di distanza l’unadall’altra parlano di tre città diverse.
Nella prima (1933), lo spazio pubblico è il palcoscenicodelle rappresentazioni del potere, un luogo che normalmente rimane vuoto e si riempie a comando per le adunate delregime.
La seconda (1973), sfuocatacome il mondo che evoca, suggerisce l’idea che la piazza, e quindi la città,appartenga ai cittadini che con il loro lavoro la mantengono viva e ai qualispetta il compito/diritto di progettarne e guidarne le trasformazioni.
Quella odierna conferma (2013) che il passaggio da città vetrina a città merce èormai compiuto ed è difficilmente reversibile.
2. La situazione attualeè oggetto di documentate inchieste e accorate denunce. Non sembra, però, sufficientementediffusa la consapevolezza che la dissoluzione della vita associata, che ha consentito la dissoluzione della/e città, non è solo il risultato della incapacità edisonestà di qualche amministratorelocale, bensì l’esito di un progetto di trasformazione economica e sociale sistematicamenteperseguito a ogni scala territoriale e livello di governo.
Da quando, nei primianni ’80 si è affermata la nozione che le città non sono altro che delle societàper azioni, che devono porsi sul mercato per competere e attrarre compratori,il mutamento del lessico con sui si parla delle città corrisponde ed èfunzionale allo stravolgimento della democrazia urbana.
I cittadini, inquanto tali, non hanno nessun diritto sulla città. Il diritto deriva dal valoredelle quote azionarie ( beni immobili, attività economiche, grandi eventi ) chesi possiedono o si gestiscono, ed è quindi slegato dal mero fatto di vivere inun luogo. Ne deriva che il compito dei sindaci e delle autoritàlocali non è di tutelare il bene della comunità che rappresentano, ma di agirecome amministratore delegato e consigli di amministrazione di una qualsiasimultinazionale, la cui “mission” è di farsi che la vendita del prodotto, cioè lastessa città, produca sempre maggiori utili e dividendi.