E venne un tempo
che le tentazioni diventarono così potenti
che pochi resistettero
La loro coscienza cominciò a turbarli
Un’ombra c’è in ciascuno di noi,
un altro me stesso che ci perseguita e tormenta
che s’insinua nella nostra coscienza
furtivamente come un ladro di notte
insistendo ferendo e amareggiando
”Sei tu lo stesso - domanda – sei tu lo stesso
che proclamava la nuova primavera
il vero amore e pane per tutti
che negava che la felicità fosse fatta
col sudore e col sangue d’altri uomini
che cercava nel suo popolo
la forza e la ragione.
Sei tu lo stesso - domanda –
che oggi si vende a chi paga di più
sei tu lo stesso”
Sono proprio io. Lo stesso
che sparava pallottole di giustizia
che durante le marce si fermava sul bordo del sentiero
per un fiore o il sorriso d’un bambino
che nelle notti chiare in cima alle montagne
tendeva la mano per cogliere le stelle
che lasciava lo spirito vagare nello spazio
e là, come un tamburo
annunciava il nuovo canto.
Sono lo stesso, ma oggi
i bambini fuggono quando passo
e gli specchi riflettono un’anima torpida
sfigurata corrotta.
Ah, in quale momento del percorso
i nostri passi si smarrirono?
Dovunque tentiamo di nasconderci
il nostro antico giuramento ci perseguita.
Devo imparare di nuovo
a perturbare l’universo, a rifiutare
il conforto dei palazzi
a dividere con i diseredati
il desiderio di virtù.
Il mio altro me stesso me lo insegnerà
Il testo portoghese (e francese)