Immaginiamoci: siete un ministro responsabile per l’edilizia e le trasformazioni territoriali di uno stato pieno di problemi urbani, primo fra tutti quello dello slum terrificante che tutto ingoia, quello africano tremendo, che popola gli incubi di chiunque se ne sia occupato anche solo per un istante. E che fate, dalla vostra poltrona ministeriale? Un grande piano, naturalmente, come si addice al ruolo.
Eccolo qui, il grande piano per “risolvere il problema dello slum”: basta non parlarne più, e occuparsi d’altro. In certi paesi dominati dalla telecrazia rincoglionita, la tecnica consiste nello sventolare chiappe o terrificanti delitti nazionalpopolari, invece di parlare di cose normali, tipo problemi, anche cose positive, perché no?
In Africa a quanto pare funziona ancora il metodo magico, di evocazione degli spiriti ancestrali, gli animali della savana. Ognuno ha le veline che si merita insomma.
Il nostro ministro, che per la cronaca si chiama Daniel Wani (così se lo incontrate per strada vi complimentate per il paradossale senso dell’umorismo), sta seduto sulla sua poltrona in Sudan, e ha inventato l’urbanistica magico-bestiale, commissionando a qualche gran burlone come lui il grande piano di risanamento virtuale dello slum. Sotto forma, evidentemente classicissima per i pataccari che si rispettano, di new town.
Nove città nove, sparse in tutta la fascia meridionale del paese, ciascuna a breve distanza dal sopracitato slum (forse per vedere meglio la differenza), e ciascuna, secondo i calcoli degli economisti, con un costo che assomma a cinque o sei volte l’intero bilancio nazionale.
Bestiale! E bestiale soprattutto per la forma che questa bella pensata assume, appunto a evocare magicamente gli spiriti sacri della savana in forma di lottizzazione, destinazioni d’uso, eleganti viali che seguono le linee di qualche ciclopico guizzante selvaggio muscolo pronto a spingere la nazione tutta verso un luminoso futuro.
Basta guardare le tavole, con tanto di “piano regionale” e studio di maggiore dettaglio, o addirittura di Area Protetta (leggere per credere) in mezzo alle gambe della giraffa. Sarà perché la guardano anche i bambini?