«Se il ponte di Messina è concepito solo come un ponte, una cattedrale nel deserto, senza grandi infrastrutture, collegamenti e reti stradali, siamo contrari. Se, invece, è inserito in una strategia di sviluppo complessivo è un'altra cosa». Con queste parole, pronunciate a Taormina (Messina) poco prima di partecipare a un convegno di Confindustria Sicilia, il segretario dei Ds Piero Fassino ha dato un sostanziale via libera alla mega-opera contestata dagli ecologisti e dalle sinistre di entrambe le sponde dello Stretto. Quando Fassino è salito sul ponte mancavano meno di due ore alla chiusura dei seggi per le comunali di Messina, il capoluogo a 50 chilometri da Taormina. Lì tutto il centrosinistra è schierato contro il ponte mentre le destre sono a favore: Silvio Berlusconi è intervenuto personalmente nella campagna elettorale messinese per promettere 15 mila nuovi posti di lavoro, turismo compreso, se si realizzerà il grande appalto.