QUANTI stracci dovranno volare prima che qualcuno sancisca che della truffa perpetrata ai danni dei residenti a Santa Giulia non ci sono colpevoli? Quante prese di distanza? Quanti scaricabarile? Quanta ipocrisia nell’ennesima tragicommedia all’italiana? Ve li ricordate i nostri amministratori ai vari Mipim di Cannes (Marché international des professionels de l’immobilier, per chi non ama gli acronimi) dove presentavano trionfanti le penne del pavone e dove il progetto Santa Giulia era uno dei fiori all’occhiello? Quanto si è scritto e stampato a spese nostre dagli enti pubblici per fare pubblicità ai privati... «I progetti in corso sono tutti caratterizzati da una particolare attenzione al verde, che costituisce il trait d’union degli interventi tesi a trasformare Milano in una nuova città, più vivibile e dalla forte vocazione europea. I nuovi quartieri di Garibaldi Repubblica, del Portello, di Santa Giulia sono intersecati da parchi pubblici e dotati di collegamenti veloci di trasporto pubblico. La qualità è anche il parametro con cui Milano sta attuando una nuova politica per la casa, che vedrà la realizzazione, su aree di proprietà pubblica, di nuovi alloggi destinati all’edilizia residenziale a canone sociale e moderato».
Questo è quello che il sindaco Letizia Moratti scriveva in un delizioso opuscolo edito congiuntamente da Camera di Commercio, Provincia e Comune di Milano. Leggo però sempre più spesso che non possiamo lasciar cadere l’occasione dell’Expo 2015 perché faremmo una cattiva figura internazionale. Ma proprio questa sarebbe la cattiva figura che fa traboccare il vaso? E queste dei grandi progetti sbandierati ai quattro venti e finiti a Santa Giulia in un confronto tra magliari cosa sono? Certo nulla rispetto a quel che combina il presidente del Consiglio, ma Milano non era la capitale morale?
Lasciatemi dire una cattiveria: sarei curioso di sapere che risultati darebbero dei sondaggi e delle analisi fatte oggi in tutte le ex aree industriali, come la Fiera a Rho-Pero. Chissà mai? A pensar male si fa peccato ma... E dove sono realmente finite le fidejussioni che la legge prevede per tutti gli adempimenti connessi all’attività edilizia? Non bisognerebbe citare i latini ma "sed quis custodiet ipsos custodes?" (ma chi custodisce i custodi?), si domandava Giovenale nel I secolo dopo Cristo.
E pensare che si era indotto a scrivere per l’indignazione nei confronti dei costumi del suo tempo: oggi non gli mancherebbe la materia perché viviamo in un Paese sì di arroganti ma contemporaneamente di volutamente irresponsabili. Da quanto tempo qualcuno non si alza in piedi e dice: «È vero, ho sbagliato, mi sono ciecamente fidato e questa non è una scusa valida. Anche se materialmente non ho commesso nulla, chiedo scusa a tutti e mi dimetto irrevocabilmente». Che gioia sarebbe per le nostre orecchie. E se a fare questo bel gesto fosse qualche presidente di banca? «Signori soci, a Santa Giulia abbiamo dato credito a chi non lo meritava e lo sapevamo, me ne vado con una raccomandazione: adesso non facciamo altri "pasticci" per salvare i nostri compensi e i denari di e correntisti». Forse anche qualche funzionario di cooperativa dovrebbe recitare il mea culpa: le cose viste dall’elicottero son belle, ma sotto?