L’Unità, Bologna, 7 dicembre 2007
Sabiem, i costruttori contro Merola
Adriana Comaschi
La crisi Sabiem apre un nuovo, pesante scontro tra costruttori e amministrazione comunale. Uno scontro che passa per il ruolo giocato suo malgrado nella vicenda da Giancarlo Raggi, vicepresidente del Collegio costruttori di Bologna che nel 2005 ha acquistato da Roberto Fochi la proprietà dell’area su cui insiste la fonderia, dietro l’ospedale Maggiore.
La nuova scintilla si accende ieri, dopo la riunione convocata dal prefetto sulla situazione Sabiem. L’assessore all’Urbanistica Virginio Merola fa capire che il dado è tratto: «A questo punto, venute meno le condizioni dell’accordo di programma del 2005 sulla valorizzazione dell’area, la nostra intenzione è di inserirla nel Psc come zona a usi produttivi e non più a destinazione residenziale». Non c’è motivo di fare diversamente, spiega Merola in prefettura: «L’intento dell’azienda a procedere a un’operazione strettamente immobiliare fa cadere i presupposti di interesse pubblico che erano alla base degli accordi tra le istituzioni e disattende ogni impegno su delocalizzazione e livelli occupazionali». Insomma visto che queste ultime due condizioni non sono state rispettate, viene meno anche quella in capo a palazzo d’Accursio, il cambio di destinazione d’uso da produttiva a residenziale.
La marcia indietro stando alle carte è inappuntabile. «L’accordo di programma è stato sottoscritto nel 2005 - ricorda Merola- . Da allora Fochi non ci ha mai inviato i documenti necessari all’avvio dell’iter». Non solo: anche se la delocalizzazione non avanza già nel dicembre 2005 Fochi vende i terreni di via Emilia Ponente a tre imprese edili tra cui quella di Raggi (le altre sono di Imola e Rimini). Il commento di Merola è pesante: «Lì c’è stata una doppia beffa, gli acquirenti hanno comprato un’area su cui sono venute meno le condizioni per la valorizzazione. Fochi - sintetizza - se l’è venduta come residenziale. Ma non è così». Quello che Merola non dice è che la nuova proprietà gli ha già scritto lanciando un allarme: senza la possibilità di costruire case gli investimenti fatti per l’acquisto rischiano di trasformarsi in perdita. A chi gli chiede che margini di manovra abbia Raggi, l’assessore replica che «può chiedere il risarcimento danni a Fochi».
Il ragionamento non piace al direttore del collegio costruttori Carmine Preziosi. Che ci tiene a distinguere i livelli, «certo il problema principale ora è di sbloccare la delocalizzazione e far ripartire l’attività delle fonderie». Detto questo, «la pianificazione urbanistica non si può fare per nomi e cognomi. E se le istituzioni pensano che bloccando la valorizzazione danneggeranno Fochi non è così». Poco importa insomma quello che ha fatto Fochi, e che siano venute formalmente meno le condizioni per la valorizzazione: per Preziosi il dato di fatto è che se si mette l’area a usi produttivi a risentirne sarà «una fetta centrale» della città. «Il Comune ha un atteggiamento sbagliato. Merola prima di usare toni muscolari dovrebbe riflettere - è il monito di Preziosi -: qual è il vero interesse di quell’area? Gli usi produttivi sono veramente adatti a una zona residenziale a ridosso dell’ospedale? O non sarebbe meglio - puntare sulla residenza per dare nuovo impulso anche alle attività commerciali?».
La Repubblica, 8 dicembre 2007
Scoppia la guerra del mattone
di Luciano Nigro
«Purtroppo abbiamo una classe imprenditoriale impreparata sulla riqualificazione urbana. Chiedono solo terreni vergini da valorizzare, ma non colgono le enormi possibilità che il piano strutturale offre: all´ex Mercato, nelle aree industriali della Bolognina, al Lazzaretto e sulle aree ferroviarie e militari. A questi sembrano interessare solo le aree agricole». È più di uno sfogo quello che si lascia scappare l´assessore all´Urbanistica Virginio Merola dopo aver illustrato il piano che porterà ad aprire i cantieri all´ex Casaralta e alla ex Sasib. «Se andiamo avanti con progetti su aree improbabili come è il piano di Sacrati al Caab o come era quello di Romilia - sbotta - finirà che i nostri imprenditori perderanno tutti i treni, come è successo per all´ex Mercato dove Carisbo ha messo all´asta un´area da 80 milioni e ha vinto un gruppo di Verona. O come in via Fioravanti dove nella gara per costruire 300 alloggi ai primi posti si sono piazzate aziende di fuori Bologna».
Che fa, assessore Merola, torna alla carica contro gli imprenditori che non presentano progetti? Ma se ne spunta uno al giorno e viene bocciato. «Spuntano progetti su aree verdi. Come il palasport di Sacrati. E le case attorno di un consorzio di proprietari. La cosa sconcertante è che non si vedono proposte dove il piano regolatore offre opportunità a non finire» si accalora il responsabile dell´urbanistica estraendo una cartella dai documenti. «Ecco, questi sono i cantieri aperti in città. Ci sono 270 alloggi al mercato...». Tar permettendo, assessore. «Concesso. Ma poi c´è la nuova sede degli uffici comunali, il comparto del Lazzaretto che è una mezza città». Opere della giunta precedente, Merola. «Già. E la nuova stazione di Bologna? Le aree ferroviarie, che sono immense, l´intero comparto della Bolognina, con Casaralta, Sasib, Cevolani che strappiamo al degrado? E la manifattura Tabacchi e presto le aree militari? E il Villaggio del fanciullo, il comparto di via Larga, il people mover già bandito? Se ci sono idee per queste aree, sono benvenuti. Certo, è più rischioso e difficile che chiedere di costruire case attorno un palazzetto su terreni vergini. Per noi la riqualificazione è la priorità. Assoluta. Questo diranno i piani di costruzione quinquennali, una vota approvato il piano strutturale». Lei pensa che il fiorire di progetti oggi sia una sorta di assalto alla diligenza del piano regolatore? «Avvicinandosi l´approvazione del piano strutturale (Psc) crescono le pressioni- accusa Merola - Il problema sono le priorità». Da dove si partirà, una volta approvato il Psc? «Il piano attuativo dei primi cinque anni prevederà le aree della Bolognina, il Lazzaretto, l´ex mercato, una parte delle aree ferroviarie. Il secondo la nuova edilizia sociale al Savena-San Vitale, il distretto giovanile da 20 mila metri quadrati, le caserme. Il lavoro, certo, non mancherà. Il problema è: la nostra imprenditoria vuole coglierle queste possibilità? Se vuole farlo presenti proposte, non pressioni». Nessuna pressione, replica in serata il presidente dei costruttori Ance Marco Buriani: «Non vogliamo soluzioni improvvisate e con finalità speculative. Chiediamo alla giunta di essere disponibile a valutare le proposte».