Ventiquattro pagine di frasi fatte sulla Bologna da cartolina, eteree riflessioni sulle vocazioni della città e analisi su come potrebbe essere. Ma, come direbbe Mourinho, zero proposte concrete. Dopo sei mesi di lavoro la giunta ha lasciato in eredità ai posteri il documento "progetto per la città storica di Bologna". Se non ci fosse stato l'incidente Cinzia, avrebbe dovuto essere il piano di lavoro. In effetti sembra poco più di un programma elettorale. "Immaginiamo il coinvolgimento dei cittadini e delle categorie in eventi gastronomici....immaginiamo una giornata dell'accoglienza, dove le case sono aperte, la gente invita i vicini...immaginiamo di tematizzare vetrine, luoghi e installazioni valorizzando il rosso bolognese..."
Se questa è la premessa poi si passa al capitolo operativo (perché "questa giunta fa sul serio"). E di "concreto", ad esempio, c'è la proposta, per quanto riguarda la sicurezza, di "favorire punti virtuosi di aggregazione sociale"; di dotare la città di un piano regolatore dei beni artistici e culturali; di fare un maxicalendario degli eventi culturali già programmati; e, sui dehors, "di semplificare la concessione delle autorizzazioni definendo un piano di sviluppo di queste forme di stare insieme sempre più popolari tra la gente".