FIRENZE — È qui la festa. Con i figuranti del calcio storico, i famigli del gonfalone, i centenari fiorentini e i neonati cingalesi, i palloncini colorati, il pulmino d’epoca, le chiarine del Maggio. E l’immancabile rullo dei tamburi al momento topico: click. Sono le 10 e 18 minuti del mattino quando il sindaco Matteo Renzi chiude la catena di via de Martelli e sogna di entrare nella storia di Firenze.
Click. Da ieri mattina la superstorica Piazza del Duomo è diventata un’isola pedonale. Chiusa agli autobus, ai pullman turistici e, ovviamente, alle auto. Anche quelle con il permesso degli handicappati. In un primo momento sembrava che persino le carrozzelle degli invalidi non avrebbero potuto più percorrere l’ultimo pezzo di via de Cerretani, via del Proconsolo, tutto il periplo di piazza Duomo e la via de Martelli. Ma sarebbe stato ridicolo, oltre che un paradosso, dopo che si era deciso di dare il via libera alle biciclette.
Click. Matteo Renzi ha voluto vicino Giuseppe Alberti e Isabella Melosi, duecento anni in due, quando ha tirato su il catenaccio per sigillare l’unica via ottocentesca della città. I neonati di colore sonnecchiavano beati nelle braccia di mamme e papà, mentre una folla degna dello scoppio del carro storico pasquale aveva preso d’assalto piazza Duomo fin dal primo mattino e non l’avrebbe più abbandonata, tirando in lungo persino per l’ora del pranzo.
Sono vent’anni che si discuteva attorno al traffico di piazza Duomo, ventidue linee di autobus per oltre 2 mila e cento mezzi che ogni giorno facevano vibrare le pietre di Giotto e sussultare la cattedrale di Santa Maria del Fiore. Vent’anni che studiosi e sindaci cercavano di capire come e quando cambiare la viabilità di questo pezzo di città che è il cuore nevralgico, oggi come nell’antica Fiorenza.
Matteo Renzi ha deciso e fatto tutto in un mese. Anche se adesso il più giovane sindaco che Firenze abbia mai avuto giura che è da quando è stato eletto (nel giugno scorso) che lavora in silenzio a questo progetto, simulando le variazioni del traffico cittadino con sofisticati computer. Eppure la pedonalizzazione di piazza Duomo non c’è nei cento punti che il sindaco democratico aveva garantito di realizzare nei primi cento giorni.
Scadono oggi i primi cento giorni del governo di Renzi. Oggi che sarà il primo banco di prova di questa rivoluzione. Il sindaco mette le mani avanti: «Fisiologico che ci sarà un sacco di casino. Almeno per un paio di settimane tutta Firenze dovrà abituarsi a questo grande cambiamento». Per adesso Matteo Renzi può accontentarsi di questa follo fiorentina che è in piazza ed è tutta con lui, tra applausi, strette di mano e richieste di autografi nemmeno fosse una rock star.
Filippo Bonaccorsi sorride soddisfatto. È il nuovo presidente dell’Atf, l'azienda dei mezzi pubblici della città, ed ha anche lui la faccia da ragazzino: «È tutto meraviglioso. Avremo la corsia preferenziale più lunga di Firenze, due chilometri, e si potrà andare da un capo all’altro della città in un batter baleno». Ha dovuto spostare ventidue linee in un mese, Bonaccorsi, una fatica che deve aver registrato anche la sua bilancia, smagrito come reduce da un digiuno. Ma adesso è il momento di festeggiare. Poco importa se ci sono ancora molte cose da fare, a cominciare dal togliere tutti i paletti con le catene di via del Proconsolo, ma soprattutto sistemare la via dei tram, quella che avrebbe dovuto attraversare piazza Duomo in alternativa alla pedonalizzazione.
«Matteo sei grande», anche Giuliano Borzelli, presidente dell’Antica compagnia del Paiolo, si unisce al coro della folla. E aggiunge: «Io questa piazza me la ricordo disastrata nel 1944, durante la guerra, e nel 1966, per l'alluvione. Ora è meravigliosa ». È qui la festa. Per tutta la giornata i monumenti di Firenze rimarranno aperti gratis e con visite guidate e gratuito sarà anche il concerto nella cattedrale del coro del Maggio Musicale Fiorentino, diretto dal maestro Seiji Ozawa. Con la benedizione del vescovo, monsignor Giuseppe Betori.
I nuovi grattacieli privi di parcheggio
La pedonalizzazione di piazza del Duomo a Firenze, che bandisce a ogni mezzo di trasporto tre ettari e mezzo di arte e cultura, trova quasi unanimi consensi nel mondo della cultura architettonica.
Ma se la creazione di zone pedonali è ormai largamente condivisa, un tema controverso sono le misure adottate nelle strade (come restringimenti) e nelle nuove architetture per disincentivare l’uso dell’auto in città. Su quest’ultimo punto siamo di fronte persino ad un rovesciamento: anziché costruire parcheggi nel ventre dei nuovi edifici per far scomparire le auto dalla strada, non costruirne alcuno per fare in modo che nessuno si muova in auto.
Questa è la strada adottata, ad esempio, per la Shard of Glass, il grattacielo a piramide di 70 piani alto 306 metri che Renzo Piano sta costruendo nel centro di Londra. Livingstone, sindaco di una città che nei prossimi 15 anni potrebbe avere 750.000 abitanti in più, vuole «provare che si può densificare una città senza nuove auto». E Piano ha sviluppato questa tesi: la torre potrà ospitare ogni giorno sino a 10mila persone, ma avrà solo 60 parcheggi per i portatori di handicap e i servizi. Perché sarà un monumento al cittadino che usa i mezzi pubblici. Che nell’area della stazione di London Bridge sono numerosi.
L’urbanista Leonardo Benevolo pensa che questa «sia la soluzione da perseguire. I posti auto non devono essere realizzati per forza in corrispondenza degli edifici, ma in relazione alle funzioni urbane». E fa l’esempio di Manhattan, dove ha vissuto: «L’80% dei 4 milioni di residenti non ha auto. Il 20% la tiene nel New Jersey». Più cauto l’architetto Mario Botta, che sposa la scelta di Firenze, ma avanza qualche distinguo sui palazzi senza parcheggi. «Dipende dal tipo di città e di mobilità. Zurigo fa la guerra alle auto, ma ha un ottimo servizio pubblico e parcheggi, sebbene costosi. Forse anche a Londra si può adottare questo sistema, ma non credo sia estendibile ovunque: se si impedisce di raggiungere un territorio urbano non è corretto».