Quasi 53 milioni di metri quadrati di aree agricole saranno cancellati dalle grandi opere previste sul territorio lombardo. L’allarme è di Coldiretti, nel mirino Pedemontana, Tangenziale esterna di Milano, Brebemi, terza corsia della A9. «Le grandi opere disegneranno un fiume d’asfalto lungo 303 chilometri, pari quasi alla metà del fiume Po, che toccherà 214 comuni, ‘speronando’ centinaia di aziende agricole» spiega il presidente lombardo Nino Andena.
Una ferita di 53 milioni di metri quadrati: questo, secondo i calcoli della Coldiretti regionale, sarà il prezzo che l’agricoltura lombarda dovrà pagare per il completamento delle grandi opere infrastrutturali già in cantiere o in attesa di partire, dal collegamento autostradale tra Brescia, Bergamo e Milano (Brebemi) alla Pedemontana, dalla tangenziale est esterna di Milano (Tem) alla tratta ferroviaria ad alta velocità Milano - Verona. Senza dimenticare la strada statale 38 tra Como, Lecco e Sondrio con la tangenziale di Morbegno e l’ampliamento dell’autostrada dei Laghi.
«È un fiume d’asfalto lungo 303 chilometri, che tocca 214 comuni e "sperona" centinaia di aziende agricole - sottolinea Nino Andena, presidente di Coldiretti Lombardia - E a questi dati vanno aggiunti i 400mila ettari già cementificati dal 1990 a oggi, pari al 15 per cento del suolo agricolo lombardo. Negli ultimi vent’anni abbiamo perso un’area grande due volte le province di Milano e Monza Brianza».
Moltissime realtà imprenditoriali da sempre radicate sul territorio rischiano di essere spazzate via a suon di espropri. È il caso dell’azienda agricola di Ivana Regazzetti, che alleva mucche da latte a Paullo: «La Tem passerà a pochi metri da casa nostra - racconta - Già 30 anni fa la mia famiglia si è dovuta spostare in campagna per fare posto alla speculazione edilizia, ma ora ci hanno raggiunto anche qui. Dove andiamo se non possiamo ricominciare da un’altra parte?».
Per pianificare il futuro, gli agricoltori avrebbero bisogno degli indennizzi garantiti negli accordi di cessione volontaria delle terre che molti di loro hanno già stipulato, senza però vederne i frutti. «Le quasi 1500 imprese toccate dalla Brebemi hanno rinunciato ai terreni necessari all’autostrada a luglio dello scorso anno - sottolinea Rossana Cozzolino, responsabile dell’area legislativa e dei rapporti istituzionali di Coldiretti Lombardia - ma ad oggi non hanno ancora ricevuto gli indennizzi previsti dal protocollo d’intesa che abbiamo siglato a ottobre 2009 con Brebemi per ragioni burocratiche. Manca la firma del Cal, Concessioni autostradali lombarde, uno dei troppi enti coinvolti».
Coldiretti chiede al Pirellone uno snellimento della burocrazia per rendere più diretto il rapporto tra esproprianti ed espropriati, oltre a «un piano regionale di salvaguardia dei suoli agricoli - come sottolinea Andena - Noi vogliamo le grandi opere e pensiamo che possano trasformarsi in vetrine per le aziende locali, ad esempio dando la possibilità agli agricoltori di vendere i loro prodotti nelle aree di servizio o di occuparsi della manutenzione delle aree verdi a margine delle autostrade».
Richieste che appaiono in sintonia con quanto recentemente dichiarato da Giulio De Capitani, assessore regionale all’Agricoltura: «Le infrastrutture sono necessarie, ma serve un’adeguata compensazione che consenta al settore primario di mantenere i propri standard di produzione»