Una serie di incentivi per le trasformazioni edilizie sostenibili potrebbe e dovrebbe anche interessare ambiti urbani e tematici ben diversi e più ampi di quelli supposti. La Repubblica, 9 ottobre 2014, postilla (f.b.)
Vivere con un orto o un giardino sopra la testa è tecnicamente possibile. Oggi però è anche economicamente conveniente. La delibera del ministero dell’Ambiente concede infatti incentivi fiscali fino al 65% a chi trasforma il tetto o il “lastrico solare” (per esempio il terrazzo condominiale o la copertura piana dei parcheggi) in uno spazio verde. Un passo in avanti verso la diffusione del verde in città e verso la trasformazione degli edifici in senso ecologico: i tetti verdi trattengono l’acqua piovana, assorbono il rumore, aumentano la qualità della vita, ma soprattutto aiutano l’isolamento termico. Ed è questo aspetto che l’agevolazione fiscale vuole favorire.
«Il verde è un eccellente sistema di coibentazione, che aumenta le capacità di contenimento energetico dell’immobile», spiega Patrizia Pozzi, paesaggista milanese che si è dedicata intensamente a questo tipo di progetti. «Negli ultimi cinque, sei anni l’85% dei miei interventi sono stati su lastrico solare, vasti spazi come quello delle sedi della Vodafone e dell’Oréal, dove oltre al verde ci sono aree per il relax e altre attività». Patrizia Pozzi ha creato una joint venture con la società di progettazione architettonica Lombardini22.
Con la formula “Milano Green Roof” hanno dato vita a una collaborazione sul tema delle coperture vegetali offrendo un servizio chiavi in mano, dai vari progetti fino alla certificazione energetica, indispensabile per poter ottenere le agevolazioni fiscali. La paesaggista, i suoi partner e altri esperti presenteranno i diversi aspetti del tema in un incontro il 23 ottobre, a Milano, nella sede di Lombardini22. «Questi interventi non interessano solo le grandi aziende, ma anche i privati, perché i costi non sono stellari», precisa Patrizia Pozzi.
«Molti immobiliaristi, per esempio, hanno capito che se trasformo il terrazzo condominiale in un giardino, aumento il valore e le possibilità di uso dell’edificio da parte di chi ci abita». Per quanto riguarda i fabbricati già esistenti, basta una perizia che valuti la tenuta della struttura e la sua impermeabilizzazione. Il processo di installazione poi è piuttosto ben rodato: «Oggi sono sufficienti pochi centimetri di terra. Si tratta di pacchetti preconfezionati di semplice installazione: bastano 15 centimetri per avere un prato, 20-30 per dei cespugli, 40-60 per piante anche di sette metri di altezza». Così, per una volta, un taglio delle tasse sembra voler aggiungere bellezza alle nostre città.
postilla
Se la mano pubblica arriva a sostenere in questo modo un po' di sostenibilità ambientale, non potrebbe anche arrivare oltre? Ovvero far sì che gli incentivi, la rinuncia da parte della pubblica amministrazione a un introito fiscale in cambio di qualcos'altro, non si traducano semplicemente nella gioia degli immobiliaristi, ma anche in un incremento di valore d'uso dello spazio urbano. Il fiorire di terrazze va benissimo, ma se si riuscisse anche a tradurre questo verde privato in un vantaggio collettivo oltre quello genericamente ambientale, la cosa assumerebbe senso e dimensioni infinitamente maggiori. Per esempio diversificare gli incentivi a seconda delle specifiche funzioni di quel verde (che può essere di dimensioni anche rilevanti), o promuovere la formazione di reti di qualche tipo, ad esempio di produzione e distribuzione alimentare quando possibile, magari non necessariamente gestite dalle proprietà degli immobili. In fondo, anche queste cose fanno la differenza tra destra e sinistra, e non è mica poco (f.b.)
Qualche riflessione in più dallo spunto di questo articolo, su la Città Conquistatrice