La Sardegna dopo tanti anni anni è di nuovo dotata di un piano paesaggistico, il primo in applicazione del Codice Urbani. E' riuscito il presidente Soru nel suo intento, seppure con qualche difficoltà dentro la maggioranza, e si tratta di una buona notizia che dovremmo festeggiare, perché di buone notizie non ce ne sono poi tante sui temi del governo del territorio in questo Paese. Per la Sardegna, in balia delle pulsioni del centrodestra fino allo scorso anno, e anche delle indecisioni di passati governi di centrosinistra, è il segno che una brutta fase è già alle spalle; e che ora si può guardare alle cose da fare, per valorizzarlo il territorio e non per vendere le parti migliori.
E' un'altra storia: emerge subito la distanza dall'altra stagione politica quando prevaleva il rito delle distribuzione mercanteggiata dei volumi.
Quando i piani dei comuni erano le riproduzioni fedeli dei propositi delle imprese di strafare qui o lì, nei luoghi più belli, in genere case da vendere e non alberghi.
Quando i ragionevoli principi, contenuti nell'ultima legge e nei vecchi strumenti, venivano piegati per condiscendenza della stessa legge con previsione di varchi per favorire importanti imprenditori dell'edilizia (non operatori turistici che investono in attrezzature ricettive, ma costruttori).
Il paesaggio come bene comune, il senso profondo dei luoghi, è al centro del progetto e le trasformazioni eventuali sono pochissime. I territori che non hanno subito modifiche - per fortuna sono tanti - saranno conservati. Perché si vuole dare la certezza di ritrovarla integra quella spiaggia, quella scogliera, quella campagna. Sono previsti progetti estesi di riordino urbanistico per provare a rimediare a forme di degrado che non mancano; e l'idea di fondo è quella di valorizzare e potenziare gli insediamenti esistenti - soprattutto quelli veri, vissuti tutto l'ann - che sono in grado di dare ospitalità molto meglio dei villaggi frontemare.
Il processo decisionale ha alla base il metodo delle informazioni condivise ed è rilevante che tutte le fasi siano in rete, nel sito della Regione, e che nessuno detenga documenti riservati da distribuire per favore agli amici. Tutti possono già in questa fase accedere agevolmente agli atti e farsi un'opinione.
Vedremo nei prossimi mesi, luogo per luogo, il grado di consenso attorno al progetto da parte dei sardi e di tutti quelli che, dovunque stiano, hanno mostrato interesse al programma di tutela della Sardegna che va oltre il piano paesaggistico. E' un aspetto importante: i detrattori sono al lavoro e la tenuta del piano dipende da questo. Vedremo le reazioni dei comuni nel merito e le modalità attraverso cui costruiranno le proposte di pianificazione. Sarà una fase delicata, un laboratorio per consegnare alle generazioni future un'isola bellissima che non può più consentirsi sprechi.