CAGLIARI - Alla fine Renato Soru non ce l´ha fatta più. E all´ennesimo sgambetto della sua maggioranza ha dato le dimissioni. È accaduto ieri a tarda sera in consiglio regionale durante le votazioni sulla legge urbanistica, il caposaldo della sua attività di governo. Quando è stato bocciato a voto palese (55 no, 21 sì e un astenuto) un emendamento della giunta regionale il governatore della Sardegna si è alzato e insieme agli assessori ha abbandonato l´aula. Dopo un´ora e mezza di attesa Soru si è ripresentato in aula e ha annunciato le dimissioni. «Ma non lascerò la politica», ha detto dopo.
Il provvedimento respinto avrebbe dovuto sostituire la vecchia normativa del 1989 per completare il programma di governo del territorio, cominciato con la legge «salvacoste» del 2004 e proseguito con il Piano paesaggistico. Per il governatore era una «parte fondamentale della legislatura», quella che avrebbe consentito di puntare ad una pianificazione legata a uno sviluppo ambientalmente sostenibile per l´isola, con una serie di vincoli tra cui il divieto di inedificabilità assoluta nella fascia dei 300 metri dal mare.
Soru aveva messo in guardia la maggioranza in mattinata nel suo primo intervento dall´inizio dell´esame della nuova legge urbanistica. «Il Piano paesaggistico regionale è stato parte fondamentale di questa legislatura. Disconoscerlo, in qualunque modo, è un fatto grave, che dovrà essere preso nella giusta considerazione da parte di tutti noi», aveva dichiarato, invitando a votare per l´emendamento di sintesi della Giunta che avrebbe consentito alla Regione di approvare la seconda parte del Piano paesaggistico regionale con le nuove procedure previste dalla legge in discussione.
L'avvertimento non è stato colto e Soru stanco di mesi di guerriglia, a cominciare dalla continua messa in discussione della sua ricandidatura alle elezioni regionali del prossimo giugno, ha deciso di andare sino in fondo e di non farsi logorare sino allo sfinimento, come nelle ultime legislature è accaduto agli altri presidenti della Regione, sia di sinistra che di destra, in prossimità della scadenza del mandato, in piena lotta per le candidature.
«Non è un dissenso solo sul merito della legge urbanistica ma ancora più una mancanza di fiducia forte fra il presidente e la sua maggioranza», ha spiegato Soru in consiglio regionale annunciando le dimissioni. «Ho riflettuto sul fatto di essere un presidente eletto direttamente dai sardi. Ma non si può governare senza una forte maggioranza in consiglio regionale, tanto più che abbiamo davanti la discussione della finanziaria, l´ultima della legislatura. Mi sono riletto la legge statutaria e ho riflettuto su cosa sia più utile per la Sardegna e non più utile per me».
Il portavoce nazionale del Pd, Andrea Orlando, ha annunciato che il partito lavorerà per scongiurare la fine anticipata della legislatura.
«La notizia delle dimissioni di Soru ci preoccupa e giunge in un momento delicato e importante del governo riformista della giunta regionale. Lavoreremo nelle prossime ore per ricomporre il quadro politico e fare in modo che non si apra la strada della fine anticipata della legislatura consentire di proseguire un´azione di trasformazione della Sardegna che riteniamo importante e decisiva». Soru presenterà le dimissioni formalmente questa mattina e avrà un mese di tempo per ritirarle. Se non ci saranno ripensamenti il consiglio regionale sarà sciolto e le prossime elezioni dovranno tenersi entro sessanta giorni.