Il dibattito promosso dall’Associazione “Italia Nostra” e dalla Rivista “Città e Società”, tenutosi al Piccolo Teatro di Milano la sera del 9 aprile, ha dimostrato, per l’importanza degli argomenti addotti dalle interessanti relazioni che sono state presentate, per la vivacità stessa con la quale si è svolto, per l’eco che ha suscitato nell’opinione pubblica, la necessità di un ben più approfondito esame delle conseguenze che il progettato ampliamento dell’aeroporto di Malpensa può provocare. Al dibattito erano stati invitati, ed avevano garantito la loro partecipazione, i rappresentanti dei due Enti dai quali dipendono le decisioni su questo problema; la S.E.A. - Società Esercizi Aeroportuali - (della quale il Comune di Milano possiede 1’80% delle azioni), che ha predisposto il progetto di ampliamento, e la Regione, che ha la responsabilità del controllo e del coordinamento di tutte le iniziative che si svolgono sul suo territorio. L’assenza verificatasi all’ultimo momento di questi due fondamentali interlocutori, motivata con argomentazioni polemiche, pretestuose ed inaccettabili da una parte, evasive dall’altra, ha lasciato senza risposta gli inquietanti interrogativi emersi dal dibattito, concernenti soprattutto il metodo seguito fino ad oggi nell’esame dei problemi e nell’assunzione delle deliberazioni riguardo ad un argomento di tale rilievo.
Considerato che una decisione non sufficientemente meditata può provocare delle gravissime conseguenze, sia nei confronti degli 80.000 cittadini che oggi vivono all’interno dell’area influenzata direttamente dal movimento degli aerei, sia nei confronti della sopravvivenza della Brughiera del Ticino, una delle ultime risorse naturali della parte più congestionata dell’area lombarda, sia, infine, per tutti gli effetti indiretti di natura urbanistica che l’ampliamento dell’aeroporto può provocare, “Italia Nostra” e “Città e Società” ritengono che a quegli interrogativi debba essere data un’ampia e rasserenante risposta. In particolare risulta necessario chiarire i seguenti aspetti del problema:
● dato che la motivazione fondamentale addotta per giustificare l’ampliamento dell’aeroporto (con un incremento di passeggeri-anno dagli 800 mila attuali a 9 milioni e mezzo) è la necessità di attrezzare uno scalo aereo intercontinentale nell’Italia Settentrionale, si chiede se è stato svolto un approfondito studio, sul modello del “Roskill Report” inglese, dal quale risulti che in tutta l’area padana non esistono alternative più valide alla scelta di Malpensa;
● dato che gli effetti economici indotti da un simile ampliamento sono tali da ripagare i costi d’impianto e da incentivare l’insediamento attorno all’aeroporto di attività commerciali, industriali, di magazzinaggio e trasporto per almeno 30-40 mila nuovi posti-lavoro, si chiede se sia stato previsto ed avviato lo studio di un Piano urbanistico comprensoriale inserito in un valido e già accertato quadro di pianificazione regionale, in grado di prevedere quelle attrezzature per il territorio adeguate alle esigenze di un simile abnorme sviluppo; e se ciò sia compatibile con gli obiettivi di riequilibrio territoriale che la Regione si propone di raggiungere;
● dato che l’aeroporto di Malpensa è situato all’interno del comprensorio naturalistico costituito dalle Brughiere del Ticino e del Gallaratese, si chiede se sia stata verificata l’entità delle perdite che le opere progettate provocherebbero nella consistenza naturalistica della zona, con la conseguente inevitabile compromissione del costituendo “Parco della Valle del Ticino”;
● dato che a tutt’oggi non risulta che tali fondamentali verifiche siano state svolte, si richiede un deciso intervento da parte degli organi più direttamente responsabili, e in particolare del Consiglio Regionale Lombardo e del Consiglio Comunale di Milano (nella sua qualità di principale azionista della S.E.A.), affinché non vengano prese deliberazioni ne autorizzate opere di ampliamento fino a quando non saranno chiariti di fronte all’opinione pubblica i problemi sopra delineati. “Italia Nostra” e “Città e Società” ritengono quindi opportuno richiamare sul caso di Malpensa la personale attenzione di tutti i responsabili e di tutti coloro che sono interessati alla realizzazione di un corretto ed equilibrato assetto del territorio lombardo, nella fiducia che essi vorranno farsi promotori e partecipanti di quel sereno e meditato dibattito che si rende indispensabile come approccio :allo studio e come avviamento alla soluzione di un problema di tanta importanza e gravità.