In Lombardia, l'amministrazione leghista vuole consentire per legge l'utilizzo dei seminterrati, in deroga ai piani urbanistici, per abitazioni e attività produttive, con postilla (m.c.g.)
Il governo leghista della Regione Lombardia, con il disegno di legge (n. 0258) dedicato alrecupero ad uso abitativo, commerciale o terziario dei piani seminterrati, conferma ancora una volta di non riuscire a segnare una reale discontinuità rispetto al ventennio di Formigoni, nonostante una campagna elettorale, quella del 2013, fatta dall'attuale Governatore con tanto di ramazze e scope di saggina per indicare un cambiamento che, di fatto, non si è verificato.
Nel 1996, all'inizio del primo mandato di Formigoni, c'era stato il tema dei sottotetti che, in deroga alle previsioni dei piani regolatori, potevano essere trasformati in nuove unità immobiliari con funzioni residenziali. Oggi la Giunta leghista ne offre la versione "underground", con il primo comma dell'articolo 1 che é proprio il copia e incolla della L.R. 15/96. La proposta di legge in discussione ha l'obiettivo di consentire l'uso degli attuali seminterrati (sì, proprio quelli che a ogni acquazzone si allagano) per fini abitativi, commerciali e terziari.
È bene ricordare che questi spazi, attualmente, non sono conteggiati nella volumetria che si edifica e infatti non hanno i requisiti minimi di abitabilità previsti dalle norme igienico-sanitarie: hanno soffitti più bassi, hanno meno luce e meno aria, spesso hanno problemi di umidità, tant'è che sono definiti come "locali accessori", cioè senza permanenza fissa di persone. Inoltre sono proprio quei locali che, in occasione di temporali o forti piogge, si allagano, essendo a una quota inferiore rispetto al piano stradale e molte volte anche al sistema fognario.
È da anni che la maggioranza del Pirellone parla di riformare la legge urbanistica, una legge (elaborata alla fine del secondo mandato di Formigoni) che ha generato una iper-produzione di piani urbanistici comunali ognuno dei quali, in modo del tutto autoreferenziale, ha fatto previsioni insediative spesso molto creative, slegate da concrete politiche di sviluppo territoriale e in assoluta assenza di un coordinamento di scala superiore. Il risultato di oltre un decennio di applicazione di quella norma sta nelle migliaia (circa 400.000) di metri quadrati che, oggi, i quasi 1.500 PGT lombardi si portano dietro e la cui realizzazione sembra comunque garantita da una legge sul contrasto del consumo di suolo la cui attuazione rimane molto controversa.
È evidente che all'attuale maggioranza lombarda manchino le idee o la forza politica (o entrambe le cose) per portare avanti un disegno di legge complessivo sul tema del governo del territorio. Basta vedere i provvedimenti parziali che sono stati approvati in questi anni (L.R. 31/2014 per il contrasto al consumo di suolo, L.R. 4/2016 per la mitigazione del rischio idrogeologico, Strategia regionale per l'adattamento climatico del 2014) su iniziativa di Direzioni Organizzative differenti, indicatore di una mancanza di coordinamento interno, tecnico oltre che politico, su questi temi che oggi più che mai richiederebbero invece collaborazione tra chi si occupa di ambiente, di gestione idrica, di agricoltura, di energia, di urbanistica e di sviluppo sostenibile.
Un ultimo punto interrogativo rimane poi riguardo a quale domanda abitativa, commerciale e terziaria sia rivolta questa proposta. Quali bisogni si vogliono soddisfare in un territorio, come quello lombardo, in cui l'offerta immobiliare ha da tempo superato la domanda, tanto che uno dei temi urbanistici più problematici è la gestione di una sovraproduzione edilizia di aree che in molti casi rischiano di diventare abbandonate e degradate senza neppure essere state occupate?
postilla
“Vado a vivere in cantina” potrebbe essere il titolo del disegno di legge (n. 0258) promosso dalla regione Lombardia. Qui potete scaricare il testo, composto da soli tre articoli.