loader
menu
© 2024 Eddyburg
Tommaso Galgani
Tre palazzine a Bellosguardo? I cittadini non ci stanno
6 Gennaio 2009
Firenze
A Firenze come a Bologna il nemico delle colline delle nostre città ha un solo nome: speculazione edilizia. Da l'Unità, ed. Firenze, 30 giugno 2006 (m.p.g.)

Tre palazzine di cemento di quattro piani, che ospiteranno in tutto 46 appartamenti, ai piedi di una delle colline più belle di Firenze, Bellosguardo, situata nel cuore di una zona protetta considerata da 50 anni area rurale storica di interesse culturale. Una zona in cui, fino a un paio di anni fa, non si potevano costruire nemmeno delle serre o piantare alberi ad alto fusto, figurarsi costruire dei condomini. Da Palazzo Vecchio però non si sono persi d’animo, e pur di concedere la licenza edilizia un paio d’anni fa è stato modificato il piano regolatore. Ma non è stato possibile fare nulla per fermare le proteste dei residenti della zona che quando due settimane fa sono iniziati i lavori di costruzione delle palazzine, hanno organizzato un picchetto in via Arnoldi, l’unica strada che porta al cantiere. Così da dieci giorni ruspe, camion e scavatrici ogni mattina alle sette arrivano a pochi passi dal cantiere ma sono costretti a fermarsi davanti al singolare picchetto dei cittadini, messo in piedi senza striscioni o bandiere, ma munito di ombrellone e sedie per ripararsi dal sole. Ieri mattina a fermare la protesta ci hanno provato anche una ventina di agenti, metà vigili e metà Carabinieri, ma non c’è stato niente da fare, «il picchetto - hanno proclamato i cittadini - va avanti».Di usare le maniere forti non se ne parla nemmeno: infatti i residenti della zona hanno tutto il diritto di bloccare via Arnoldi perché è una strada privata, di proprietà proprio dei cittadini in rivolta. Sembra addirittura che la protesta stia dando i suoi frutti: gli operai del cantiere ieri hanno annunciato che l’azienda costruttrice è intenzionata a fermare i lavori fino alla decisione del Tar, a cui i cittadini del picchetto si sono rivolti da tempo. Le tre palazzine in questione rientrano nel programma approvato da Palazzo Vecchio 20mila alloggi in affitto, che prevede la creazione di appartamenti a prezzi calmierati. In realtà però solo la metà degli alloggi avrà questa destinazione, mentre i restanti 23 saranno venduti a normali prezzi di mercato. A rendere la situazione ancor più ingarbugliata c’è il piano territoriale della Provincia, che continua a considerare la zona non edificabile. Ieri la questione è entrata anche in discussione a Palazzo Vecchio, con le consigliere del Prc De Zordo e Nocentini che in un intervento hanno preso posizione a favore della protesta dei cittadini. In serata però è arrivato un fermo altolà alle speranze dei cittadini del picchetto. L’assessore all’Urbanistica Gianni Biagi ha infatti affermato perentoriamente che «i lavori non si fermeranno perché non ce n’è motivazione. Il Comune - ha proseguito l’assessore - ha già sentito i pareri necessari, compreso quello della soprintendenza, ed erano tutti positivi». Il destino della collina sembra quanto mai incerto. Se il Comune non riuscirà a far cambiare idea ai cittadini si prospetta una lunga battaglia da combattere su fronti diversi: tanto nelle aule di tribunale quanto sotto l’ombrellone del picchetto, ormai considerato il simbolo della protesta di via Arnoldi.

ARTICOLI CORRELATI

© 2024 Eddyburg