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Ann E. Marimow
Il piano della contea di Charles chiede un'edificazione concentrata
22 Maggio 2006
Articoli del 2005
In Maryland alcuni tentativi, attraverso lo zoning, di arginare il consumo di suolo agricolo favorendo il "cluster development". Washington Post, 18 agosto 2005 (f.b.)

Titolo originale: Charles Plan Would Require Clustered Development – Traduzione per Eddyburg di Fabrizio Bottini

Una proposta pensata per tutelare le zone rurali della Charles County e scoraggiare lo sprawl ha suscitato un vivo dibattito sul tipo di edificazione che sarà consentita per l’80% del territorio.

Le norme chiedono ai costruttori di realizzare le case per gruppi, su appezzamenti di piccole dimensioni, e conservare gli spazi aperti come campagne e boschi.

La proposta, presentata lunedì in una riunione della Planning Commission, ha sollevato appassionate proteste da parte dei coltivatori, che sostengono che così le loro proprietà diventeranno meno appetibili per i costruttori, rendendo più difficile ritirarsi dall’attività o cedere i terreni ai figli.

”Non ci sono più molti coltivatori” ha detto Gilbert Bowling di Newport al comitato, di fronte a un pubblico di circa 70 persone. “L’agricoltura è in difficoltà e ha bisogno di sostegni. Questo non lo è”.

Le norme di zoning della contea richiedono circa 1,2 ettari per ogni abitazione costruita, ovvero circa 40 ettari per ogni 33 case. Per un nuovo insediamento di sei o più abitazioni, le modifiche proposte prevedono che il proprietario dei terreni conservi il 65% delle superfici, concentrando gli interventi sul restante 35%. Le regole non valgono per lottizzazioni con superfici di 8 ettari, o meno di sei abitazioni.

Si discute, se le proposte modifiche – per le aree di conservazione agricola e rurale della contea, 100.000 ettari – riducano la quantità di abitazioni che è possibile edificare.

”È possibile garantire che concentrando non si perda qualche lotto? No” dice il direttore per l’urbanistica David Umling. “Non esistono verità assolute”.

Umling sostiene che il numero di abitazioni edificabili dipenderà dalle caratteristiche delle proprietà, come in fatto che il suolo in alcune zone sia adatto al filtraggio delle acque.

Una risposta che non soddisfa i coltivatori e gli altri, convinti che la contea sia più preoccupata di proteggere le vedute paesaggistiche che non i diritti dei proprietari.

”State semplicemente obbligandoci a rinunciare al 65% della nostra proprietà” dice il coltivatore Jim Maus di Nanjemoy. E aggiunge un po’ per scherzo,”Ho una ventina di ettari, sarei lieto di venderveli”.

La quantità di terre agricole è diminuita rapidamente nella contea di Charles, zone un tempo dominata dalla produzione di tabacco. Ce n’erano 22.000 ettari nel 2002, contro i 27.500 del 1987. Il numero delle aziende è sceso del 7%, sino a 418 unità, dal 1997 al 2002.

Un piccolo gruppo di proponenti, ha dichiarato alla riunione di lunedì che queste norme sono urgentemente necessarie, perché molti dei contratti di sovvenzione statali del tabacco scadranno nel 2011. Con la fine di questi pagamenti, potrebbero rendersi disponibili all’edificazione oltre 4.000 ettari di terreni.

Alcuni residenti approvano la proposta perché tenta di prevenire un’edificazione continua. “La bellezza del paesaggio rurale attira edificazione, che però per prima cosa distrugge le caratteristiche naturali che hanno attirato le persone” dice Cheryl Thomas di Welcome, membro della Conservancy of Charles County.

Agli oppositori, le norme proposte riecheggiano un piano dell’anno scorso, che richiedeva otto ettari per ogni abitazione. La proposta fu respinta dal consiglio della Charles County.

All’epoca, quattro su cinque componenti si dichiararono invece favorevoli all’obbligo di clustering dell’edificazione. Charles Rice, urbanista responsabile per le zone agricole della contea, dice che la concentrazione degli interventi potrebbe attirare i costruttori, dato che consente più edifici su meno suoli.

Almeno altre sette contee del Maryland richiedono questo clustered development, con indicazioni variabili per quanto riguarda gli spazi aperti. La proposta della Charles per il l 65% si colloca in una posizione intermedia. Le contee Calvert e Baltimore prevedono rispettivamente di conservare 80 e 70 per cento. La St. Mary la Wicomico richiedono entrambe il 50% di spazi aperti.

Un progettista locale che ha lavorato su 14 insediamenti concentrati all’interno della contea, sostiene che queste norme potrebbero avere effetti indesiderati.

Timothy Lessner di Waldorf dice che la proposta va “molto, molto oltre” quanto raccomandato nel 2002 da una commissione di cittadini. I limiti per le zone agricole spingerebbero l’edificazione verso le aree boschive. “È l’esatto opposto dell’obiettivo di ridurre al minimo l’impatto sui boschi” ha scritto alla commissione urbanistica.

La commissione esaminerà le osservazioni del pubblico a partire dal 14 ottobre, e discuterà ancora il problema, prima di esprimere le proprie raccomandazioni al consiglio di contea.

Nota: il testo originale al sito del Washington Post (f.b.)

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