il Fatto Quotidiano, 30 settembre 2017. «A un mese dal sisma (e dai crolli) di Ischia le norme che ostacolano le demolizioni arrivano in aula alla Camera per essere approvate entro venerdì: le Procure in rivolta», con postilla
Il calendario dei lavori dell’aula di Montecitorio per la prossima settimana, deciso dalla riunione dei capigruppo di martedì, rivela una di quelle spiacevoli sorprese tipiche di fine legislatura: il cosiddetto “ddl Falanga”, dal nome del senatore verdiniano che lo ha proposto, viene scongelato e arriva all’esame dell’Assemblea lunedì per essere approvato entro venerdì (anche in notturna, se del caso, specifica l’ordine del giorno sul sito della Camera). E cosa prevede il ddl Falanga? Una serie di norme che mirano, sia detto brutalmente, a condonare gli abusi edilizi in essere finendo per incentivare anche quelli a venire. Questa, dunque, è la risposta che il Parlamento fornisce al Paese passato un mese dal terremoto, dai crolli e dai morti di Casamicciola, a Ischia, con relative polemiche attorno all’ “isola abusiva”.
Sarà contento il senatore campano Ciro Falanga, che minacciava le dimissioni in caso di mancata approvazione del ddl. E sarà contento l’uomo che lo ha accolto nel suo gruppo: Denis Verdini. Siamo ai saldi di fine stagione parlamentare, in cui si ammicca ai molti consensi che la vicenda attira nel Sud (Campania e Sicilia soprattutto) e anche a quello dei migranti politici raccolti dall’uomo che incarna il Patto del Nazareno nel gruppo Ala. Questa settimana, infatti, Camera e Senato dovranno votare pure la nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza, che ha bisogno – visto che modifica i saldi di finanza pubblica – di un sì a maggioranza assoluta: in Senato, però, i bersaniani di Mdp hanno già votato contro il Def in commissione Lavoro e minacciano defezioni pure in aula; il voto dei 14 verdiniani, dunque, potrebbe risultare fondamentale per arrivare ai 161 sì di cui hanno bisogno Gentiloni e Padoan.
E qui si torna al ddl Falanga, già approvato due volte in Senato e una alla Camera: per diventare legge basta un piccolo voto sulla parte modificata da Palazzo Madama in seconda lettura, una normetta finanziaria che i nemici del testo speravano potesse bloccarlo per sempre a Montecitorio. Non è stato così e ora la leggina pro-abusivi corre veloce verso l’approvazione definitiva.
Nel merito, gran parte del ddl, spacciato per una grande riforma da alcuni dei suoi imbarazzati sostenitori del Pd, è una presa in giro: ad esempio istituisce un fondo nazionale per le demolizione dei manufatti abusivi da 10 milioni l’anno, sufficienti – dicono serie storiche ed esperti – a finanziare al massimo 140 interventi in un Paese che ha 70 mila abusi nella sola Campania.
La ratio ideologica del provvedimento è un’altra: usare la vaga formula “abusivismo di necessità” per bloccare le ruspe dei giudici quando i Comuni sono inadempienti (cioè quasi sempre). L’ex magistrato, ex ministro della Giustizia e oggi senatore di Forza Italia Nitto Palma, promotore di una sorta di condono nella scorsa legislatura, la declina così: “Il disegno di legge è volto a salvare dagli abbattimenti le abitazioni delle persone che vivono in Campania con un reddito assai modesto e non già i grandi gruppi alberghieri o i faccendieri della Costiera sorrentina”. Più o meno i toni che usano Vincenzo De Luca, governatore della regione, e altri pasdaran dei “poveri cristi” con casa abusiva.
In realtà all’interno del testo c’è un punto che va assai al di là dell’ideologia ed è una sorta di incentivo all’abuso edilizio persino nelle zone sotto tutela: l’articolo 1 del ddl, al comma 6 bis, dispone infatti che in caso di edifici abusivi costruiti in aree sottoposte a vincolo, si proceda a demolire prima quelli non ultimati alla data delle sentenza di primo grado. Calcolando i 12-16 mesi per arrivare a una sentenza di primo grado, una sorta di invito a darsi da fare per finire il manufatto illegale.
Non che gli “abusivisti” aspettino quello: già oggi la cementificazione illegale avanza a colpi di 20 mila immobili l’anno. Per il coordinatore dei Verdi, Angelo Bonelli, “così si legalizza l’abusivismo in modo surrettizio e, non essendoci un limite di tempo nell’applicazione delle norme, una volta trasformato in legge ci sarà la corsa a costruire abusivamente perché l’impunità sarà garantita. Uno schiaffo agli italiani che hanno rispettato la legge, pagano l’affitto o un mutuo e saranno costretti a pagare con le loro tasse le opere di urbanizzazione di chi ha edificato abusivamente”
postilla
Del resto, un Parlamento istituzionalmente abusivo come quello in carica non può non riconoscersi complice degli abusivisti sul territorio. Sull'ignobile testo del senatore verdiniano Falanga, che con il gioco delle tre carte finge di colpire l'abusivismo e invece sana i vecchi abusivi e rilancia l'abusivismo garantendogli l'impunità vedi gli articoli e le dichiarazioni riportate qui su eddyburg.