Anche a Venezia la CDP continua l'acquisizione di immobili per "valorizzare"il patrimonio pubblico per farne in gran parte alberghi. E' improbabile l'interesse pubblico di queste speculazioni rese possibili con il risparmio postale di milioni di italiani. La Nuova Venezia, 7 dicembre 2015 (m.p.r.)
Continua in città lo «shopping» immobiliare di Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) in città e questa volta con un «tris» di edifici comunali che saranno ceduti entro l’anno. La Cdp Investimenti è infatti tornata alla carica per Palazzo Diedo e Palazzo Gradenigo, per i quali aveva già trattato con il commissario straordinario Vittorio Zappalorto, che aveva ritenuto l’offerta complessiva di 16 milioni e 900 mila euro per i due palazzi troppo bassa, rinunciando alla vendita. Ora l’offerta per i due palazzi è salita a 20 milioni di euro complessivi e il Comune è pronto ad accettare, tanto da aver già inserito i due immobili nel piano delle alienazioni approvato il 19 novembre.
Per Palazzo Diedo, ex sede della procura della Pretura, c’è già il cambio di destinazione d’uso e il permesso di costruire appena approvato, secondo un progetto già presentato da EstCapital quando il palazzo faceva ancora parte del Fondo Immobiliare Città di Venezia da cui poi è stato sganciato. Un progetto che prevede la creazione di servizi igienici e magazzini al piano terra, funzionali al ristorante che si prevede di realizzare al piano ammezzato dell’edificio, mentre il primo e secondo piano saranno riservati a negozi e l’ultimo piano a due appartamenti. Ma a Palazzo Diedo e a Palazzo Gradenigo si aggiunge un terzo edificio comunale che sarebbe ceduto alla Cassa Depositi e Prestiti, che l’ha richiesto: è Palazzo Donà, in Campo Santa Maria Formosa, attuale sede della Direzione Politiche sociali, partecipative e dell’accoglienza e del servizio sociale della Municipalità, oltre che dell’archivio della Procura della Repubblica. Il Comune è pronto a cedere Palazzo Donà e a spostare in altre sedi gli uffici che ospita.
Sbarcata negli ultimi anni in laguna, la società del Ministero dell'Economia sta conducendo una serie di operazioni immobiliari mirate. Si è cominciato con l'acquisto dal Comune dell'ex Ospedale al Mare del Lido. Poi è toccato al fabbricato delle ex Carceri di San Severo a Castello, costruite dagli Austriaci all'inizio dell'Ottocento, anch'esso acquisito dalla Cassa che - con il suo Fondo strategico italiano - ha stipulato un accordo di investimento con il Gruppo Rocco Forte Hotels, che prevede l'ingresso del Fondo nel capitale del gruppo alberghiero inglese guidato dall'imprenditore di origine italiana, per un piano si sviluppo incentrato sull'Italia, di cui proprio Venezia dovrebbe essere uno dei capisaldi. Un altro immobile su cui la Cassa pensa di investire sarebbe l'isola di Sant'Angelo delle Polveri, lungo il canale Contorta-Sant'Angelo, che ha acquistato lo scorso anno. La Cassa ha acquistato anche l'ex Casotto Capogruppo di San Pietro in Volta e ha messo le mani anche sull'isola di San Giacomo in Paludo. Ha acquistato a prezzo di saldo dalla Regione il settecentesco Palazzo Manfrin sul rio di Cannaregio (stimato 16 milioni e mezzo di euro e venduto a 10).
Riferimenti