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Maria Rosa Vittadini
Post-democrazia a Venezia
4 Novembre 2015
Venezia e la Laguna
Presentatazione "blindata" della nuova proposta di Comune e Porto. Cronaca e resoconti di Alberto Vitucci, lettere dei cittadini esclusi Maria Rosa Vittadini e Marco Zanetti.

Presentatazione "blindata" della nuova proposta di Comune e Porto. Cronaca e resoconti di Alberto Vitucci, lettere dei cittadini esclusi Maria Rosa Vittadini e Marco Zanetti. La Nuova Venezia, 4 novembre 2015, con postilla



GRANDI NAVI
IL PROGETTO BRUGNARO
di Alberto Vitucci

VENEZIA. Un canale lungo poco più di un chilometro. Profondo dieci metri e largo 90, 120 in curva. Spesa totale, 140 milioni di euro. Sarà pronto in venti mesi dal momento in cui arriverà il via libera dal ministero dei Trasporti e dalla commissione Via. Eccolo, il progetto “Tresse Nuovo”. Dopo l’addio al Contorta, bocciato dalla commissione e poi dal Tar, il Porto ha cominciato a progettare la variante proposta dal sindaco Luigi Brugnaro. Una “bretella” di 1200 metri che collegherà l’attuale canale Malamocco-Marghera (“dei Petroli”) con il Vittorio Emanuele. Tagliando l’isola delle Tresse, attuale ricovero dei fanghi inquinati. «Soluzione per niente invasiva», spiega con entusiasmo il presidente dell’Autorità portuale Paolo Costa, seduto in sala giunta a fianco del sindaco Luigi Brugnaro, «questo ci consente di togliere le grandi navi dal bacino San Marco e di mantenere la Marittima, come prevede il decreto Clini-Passera. E di scavare il meno possibile, ripulire dai fanghi inquinati i fondali tra Marghera e il ponte della Libertà».
Nessuna «grande opera», assicura Costa, «nessun allargamento del canale dei Petroli né del Vittorio Emanuele, nessun bacino di evoluzione». I fanghi da scavare saranno in tutto 2,7 milioni (circa la metà di quanto serviva per il Contorta), di cui buona parte di tipo C. Questi, inquinati, andranno avviati aL Moranzani e poi «sigillati». «Si potrà così completare il progetto del parco, come abbiamo fatto a San Giuliano», dice Costa. Il resto dei fanghi scavati sono di tipo “B” (da stoccare ai lati del canale, sulla stessa isola delle Tresse), e di tipo “A”, non inquinati, che serviranno per ricostruire le barene. Il presidente del Porto ha spiegato come in questo modo si possa salvaguardare il traffico del porto commerciale. Facendo entrare le grandi navi passeggeri da Malamocco e poi dal canale dei Petroli (a senso unico) in lunghi convogli. Le navi da crociera gireranno a destra all’altezza del Bacino di evoluzione 4, imboccando il nuovo canale scavato nell’isola. Poi arriveranno nel canale Vittorio Emanuele e dunque in Marittima.
Gli chiedono se ci saranno problemi di erosione e di inquinamento. «L’erosione non è provocata dalle 500 navi che aggiungiamo, ma da altri fattori, comprese le quattromila navi che transitano oggi in laguna», dice Costa, «quanto ai fumi, il nostro impegno è avviare gli interventi per il rifornimento dell’energìa da terra il giorno dopo che avremo avuto i permessi. E così potremo dare certezze agli operatori». Nel 2016, se il progetto sarà approvato dal governo, rimarrà a San Marco la limitazione per le navi fino a 96 mila tonnellate.
Perché il Porto ha scelto la proposta Brugnaro e scartato le altre? «Abbiamo confrontato dal punto di vista tecnico», dice Costa, «le quattro soluzioni disponibili. Il porto a San Nicolò della Duferco, il canale retro Giudecca, il Contorta, Marghera». Alla fine la scelta è caduta sulle Tresse. Idea lanciata da Brugnaro quand’era ai vertici di Unindustria. «Scavo meno invasivo ed efficace, costo globale circa 140 milioni, di cui 15 per interrare gli elettrodotti, 4,8 per le bonifiche». «Potrà essere l’occasione per rilanciare Marghera», dice Costa in questo in piena sintonia con Brugnaro. Le procedure? Ricominceremo daccapo, così non ci saranno polemiche sulle “Varianti” a un progetto bocciato. Da quattro anni discutiamo sulle alternative, ma adesso la soluzione giusta è a portata di mano. Attendiamo il via libera della Regione e del governo e poi naturalmente della commissione Via»

«RIPARTIAMO PER SALVARE VENEZIA»

dichiarazioni di Luigi Brugnaro riportate da Alberto Vitucci

VENEZIA «Dobbiamo ripartire. Abbiamo 800 milioni di debiti, e non ce n’è più. Questo è un grido di dolore per la nostra città: non abbiamo più soldi». Si parte delle grandi navi per arrivare a Renzi e al nuovo «appello al governo». Il sindaco Luigi Brugnaro rilancia il suo messaggio al premier Renzi. «Aspettiamo con fiducia la Legge di stabilità, abbiamo chiesto provvedimenti per camminare con le nostre gambe». Quali?

Le navi. «Per la prima volta», attacca solenne, «il porto e la città presentano una proposta unitaria. Si deve andare avanti, per far capire che possiamo salvare cinquemila posti di lavoro senza far danni alla laguna. Dove passa il nuovo canale non ci sono velme, c’è solo acqua. E vi sfido a vedere la differenze fra le Tresse prima e dopo lo scavo. Questo progetto è stato votato dai cittadini veneziani. E adesso si farà».

Gli ambientalisti. «Le navi danneggiano la laguna? Sono balle che vi siete inventati e siete convinti di questo», risponde Brugnaro a Cristiano Gasparetto di Italia Nostra. «Eravate in cinque, adesso siete in quattro. Basta! Siete partiti sbagliati, avete paura di tutto. I veneziani non avevano paura, andavano per mare».
Muccino. Gli chiedono se ha visto la petizione lanciata da Gabriele Muccino per escludere le grandi navi dai canali di Venezia. «Ancora... Ma ’sto Muccino dove abita? perché lui e Celentano non fanno un appello per salvare Venezia?
Il lavoro. «La vera emergenza di questa città è il lavoro». Il sindaco batte su uno dei suoi temi forti. Rilancio di Marghera, occupazione. «A Marghera c’erano 40 mila operai, le fabbriche. Adesso non c’è più niente. Sono decenni che si chiude e non si apre mai niente. Ma gavi fioi voialtri? Cosa promettiamo ai nostri figli? Le navi sono un inizio. Cinquemila posti di lavoro da mantenere. E l’avvio della bonifica e del rilancio di Marghera».
L’Unesco. «L’Unesco contraria agli scavi? Ma è Venezia che può dare qualcosa all’Unesco, non il contrario. Gliel’ho detto quando sono venuti qua. Parliamo di progetti, di rilancio».
Expo. Tutti a dire che l’Expo è stata un successo... te credo, con i milioni che ha dato lo Stato. Hanno avuto venti milioni di visitatori, noi ne abbiamo trenta e ci dobbiamo arrangiare. Lo sapete che abbiamo un delta di costi di 30 milioni solo perché la spazzatura a Venezia si raccoglie in un certo modo? Venezia è un Expo vivente, può dare tanto all’Italia»
Le risorse. Brugnaro ricorda che Renzi si è impegnato a dare una mano alla città. Uno dei provvedimenti attesi potrebbe essere il «contributo volontario» per i crocieristi. Altri, la possibilità per la città di ricavare risorse dalle sue attività, a cominciare dal turismo. «Abbiamo chiesto di poter dirigere il Magistrato alle Acque, di essere noi a guidare la gestone del Mose. Il Mose non c’entra niente con il resto, è stato pensato per combattere gli effetti dei cambiamenti climatici. Ma questa città non ha più risorse per la manutenzione. Avanza un miliardo e 250 milioni di mancati finanziamenti, lo abbiamo scritto a Renzi».
La stampa. Ce n’è anche per i giornali. «Quelli con la G maiuscola dovrebbero darci una mano, spiegare come siamo messi. Invece cercano solo le polemiche. Mi attaccano sui tutto, sui quadri e sui libretti».
CÀ FARSETTI BLINDATA DA VIGILI E POLIZIOTTI.
FUORI ANCHE I CONSIGLIERI DI QUARTIERE.
di Alberto Vitucci

VENEZIA. Ca’ Farsetti blindata. Come e peggio di quando sono annunciati scontri e manifestazioni. Venti poliziotti davanti al cancello, vigili urbani in forze all’entrata a impedire l’ingresso a tutti. Giornalisti compresi. «Ordini superiori», allarga le braccia un funzionario. Vietato l’accesso anche agli uffici del piano terra, ai gruppi. Per entrare bisogna dare un documento. Decisione ai limiti dell’illegittimità. Chi può impedire l’ingresso nel palazzo municipale? Oltretutto giornalisti e fotografi sono stati convocati per la conferenza stampa, che inizia con 45 minuti di ritardo. Dentro, una decina di vigili urbani blocca le entrate, altri prendono il “documento” di persone che conoscono da anni.
Il sindaco nega di aver dato disposizioni di quel genere. Ma uscieri, vigili e portavoce ribadiscono: non si entra. Una volta saliti, giornalisti e fotografi e ospiti vengono riuniti in fondo alla sala consiliare. Molti protestano, qualcuno minaccia di andarsene. Poco rispetto per il lavoro della stampa. Ma l’ordine evidentemente da qualche parte è arrivato. Restano fuori anche consiglieri di Quartiere ed esponenti di associazioni. «Il sindaco poteva mandare i vigili a controllare la Piazza invece di impegnarli a tener fuori i cittadini dal municipio», protesta Marco Zanetti di Venezia cambia. «Di cosa hanno paura? dei cittadini? Non è un bel segnale», dice Maria Rosa Vittadini, esperta di Trasporti, docente Iuav, anche lei tenuta fuori dei cancelli. Come i giovani del Morion, che appendono due bandiere sopra la testa dei poliziotti.
Tensione anche al primo piano. Un paio di consiglieri di Quartiere si vedono respinti. «Ingresso solo per la stampa», spiegano adesso i solerti funzionari. Cristiano Gasparetto (Italia Nostra) se la prende con il sindaco in arrivo. «Sindaco, lei non può impedirci di entrare». «Vuoi entrare? Entra, basta che te staghi bon», risponde Brugnaro, smorzando con abilità ogni inizio di polemica. Ma altri non l’hanno presa bene. «Un sistema davvero brutto», protestano due signore del comitato. Ci illustrano un nuovo progetto e non vogliono che noi ascoltiamo. Perché?» Qualcuno intanto annuncia iniziative sulla «chiusura» del Palazzo, mai avvenuta prima nella storia, che dura a fasi alterne da mesi. «È illegittima», dicono.

CÀ FARSETTI BLINDATA E CHIUSA AI CITTADINIa’
Lettera di Maria Rosa Vittadini - Associazione VeneziaCambia

Sono andata a Ca’ Farsetti perché volevo assistere alla conferenza stampa del nostro sindaco Brugnaro, che insieme al presidente dell’Autorità portuale Paolo Costa presentava per la prima volta in pubblico il progetto di arrivo delle grandi navi alla Marittima, attraverso l’isola delle Tresse e il canale Vittorio Emanuele. Un progetto che considero di fondamentale interesse per i cittadini veneziani, qualunque sia la loro posizione in proposito. Un gentile usciere mi ha spiegato che nessun semplice cittadino poteva entrare, ma solo i giornalisti accreditati come tali presso qualche testata.

Sono ancora qui a chiedermi perché tanta opacità, tanta renitenza a permettere che i cittadini si facciano una loro idea senza la mediazione, rispettabilissima ma pur sempre mediazione, degli organi di stampa. Non mi pare questo lo stile di governo promesso in campagna elettorale. E ancora mi chiedo: di che cosa hanno paura i nostri governanti? Se, come sembra, hanno paura della presenza dei cittadini davvero non siamo in buone mani.

Lettera di Marco Zanetti - Associazione VeneziaCambia
Ieri Brugnaro e Costa hanno dimostrato di avere in comune autoritarismo e autosufficienza. Che ragione c’era di impedire ai cittadini presenti di assistere alla conferenza stampa di presentazione del progetto di un nuovo - e devastante - canale in laguna per le grandi navi? Non poteva il sindaco mandare i vigili urbani a controllare piazza San Marco piuttosto che impedire ai cittadini l’ingresso nella casa municipale? A che titolo quel progetto, e non altri, viene presentato come un progetto dell’amministrazione comunale? Se effettivamente lo è, in quanto corrispondente al programma elettorale del sindaco, perché non viene messo a disposizione, cioè esposto nella casa comunale (a Venezia e Mestre), per tutta la durata del suo procedimento di valutazione ambientale, perché i cittadini possano tranquillamente esaminarlo e comprenderne portata ed effetti? I cittadini veneziani e i cittadini del mondo che amano questa Città esigono che le decisioni che riguardano i beni comuni e la salvezza di Venezia siano chiare e trasparenti. Basta con opacità, collusioni e sotterfugi!

postilla

Questo è il sindaco della disgraziata città "patrimonio dell'umanità" .Vale la pena di ricordare che è un sindaco che si è proclamato renziano", al quale si sta platealmente avvicinando il parlamentare del partito renziano Davide Zoggia il quale ha scritto: «non dividiamoci su che atteggiamento tenere nei confronti del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, è un tema che rischia di fuorviarci rispetto agli enormi problemi di cui soffre la città». Ha l'apparenza un po' più feroce del ragazzo di Rignano, ma l'atteggiamento è lo stesso: io decido, gli altri stiano fuori ...

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