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Eddytoriale 60 (7.12.2004)
2 Gennaio 2008
Eddytoriali 2004
“La calunnia è un venticello”, come racconta l'aria del Barbiere di Siviglia. E’ anche un’arma molto adoperata nell’attuale lotta politica. Basta vedere che cosa sta erompendo dalla destra del coro solo perché Romano Prodi ha detto che i propagandisti assunti da Berlusconi sono “mercenari”. Ma sono o no pagati? il punto è solo questo. Non è di Prodi, però, che volevo parlare oggi, ma di Renato Soru, il bravo Presidente della Regione Sardegna, da tempo sottoposto a venticelli che non vengono solo da quella parte del coro.

Renato Soru, si sa, ha fatto un’operazione coraggiosa e controcorrente: ha imposto l’inedificabilità, da subito e per un periodo di tempo limitato, delle residue coste libere della Sardegna, in attesa che una corretta pianificazione possa stabilire dove e come devono essere trasformate e dove è meglio che restino come sono. Oltre che alle manifestazioni di opposizione esplicita (che naturalmente erano scontate) si è diffusa una sottile campagna di denigrazione. Essa ha serpeggiato in gran parte della stampa, locale e nazionale. Non solo tra i giornali che esplicitamente si oppongono alla tutela ritenendo – per convinta posizione ideologica - la bellezza del paesaggio un bene sacrificabile agli affari. Ma anche di quelli che usano difendere ambiente e paesaggio, promuovendo spesso campagne condivisibili e denunce argomentate delle malefatte dei “energumeni del cemento armato”, come li definiva Antonio Cederna.

La calunnia, come lo Spirito santo, soffia dove vuole: “sotto voce sibilando va scorrendo, va ronzando”. Nel caso specifico, ha ronzato dove ci sono collusioni, grandi e piccole, con gli affari che le bellezze delle coste sarde hanno generato. Poiché Soru non è un metalmeccanico, il bersaglio della “auretta assai graziosa” è subito trovato: lui è uno che non vuole far fare affari sulle coste perché lui gli affari li ha già fatti. Per di più abusivi, quindi non può permettersi di criticare la villa abusiva di Berlusconi. Ecco trovato il tallone d’Achille di Renato Soru: ha una villa abusiva sulla costa.

Il venticello della calunnia è penetrante: “nelle orecchie della gente s'introduce destramente”. Perciò è arrivato anche nelle mie. Ho voluto vederci chiaro. Amici sardi mi hanno documentato. Ho avuto la documentazione (infamante, nelle intenzioni) che l’ex presidente forzaitaliota della Sardegna, l’onorevole Pili, ha esibito nel parlamento regionale per denunciare, col clamore richiesto dai fatti, lo scandaloso comportamento del presidente Renato Soru.

Le accuse di Pili (quello – ricordate? – che copiò integralmente il suo discorso di Presidente della Sardegna da quello del Presidente della Lombardia, Formigoni) sono contenute in un dossier pubblicato in internet, all'indiriizzo indicato in calce. E’ intitolato “Pubbliche virtù e vizi privati”. Si apre con una sintesi della denuncia: Soru è il vizioso proprietario di “una villa sulla riva del mare demolita e ricostruite contro tutte le norme di Legge, una pineta di migliaia di alberi rasa al suolo impunemente e sostituita con ceppi di vite, manipolazioni ingannevoli delle norme, e soprattutto il grande rischio speculativo sulle coste della Sardegna”.

Il virtuoso fustigatore dei privati vizi di Renato Soru molto avveduto non è. Pubblica infatti le immagini e i documenti che dimostrano non solo l’innocenza, ma anche l’avvedutezza, il buon gusto, il rispetto del paesaggio, la cura dei beni comuni dell’attuale Presidente della Sardegna. Come infatti limpidamente emerge dalla documentazione, e dalle immagini, Soru ha compiuto una soffice “ristrutturazione edilizia”, pienamente consentita dalle norme, trasformando una brutta villotta similtirolese in una sommessa costruzione mediterranea, senza aggiungere un metrocubo di volume nè un metroquadrato di superficie. Per di più, ha sradicato alcune decine di eucaliptus, piante notoriamente allogene, piantando al loro posto vigne e mandorli tipici della vegetazione locale.

Siamo agli antipodi dell’iniziativa del capo dell’on. Pili, Silvio Berlusconi e della sua orribile reggia della Certosa. Particolare non trascurabile: barriere insormontabili e vigilantes pubblici e privati scoraggiano chiunque (perfino i magistrati) ad avvicinarsi al maniero del cavalier B.; persone che conosco sono sbarcati l’estate scorsa sulla spiaggetta dove sorge la villa di Soru, ne hanno tranquillamente attraversato lo scoperto, salutando (cortesemente ricambiati) il signor Soru che leggeva il giornale su una sdraia.

Questa differenza, del resto, l’hanno rilevata anche altri. Sul The Independent di ieri (6 dicembre) si legge, a proposito di Berlusconi: “ His Neronian tastes in property were well known even before he began tinkering with his Sardinian villa. Mr Soru could not be more different”.

L'articolo di The Independent

Il dossier (autolesionista) dell'on Pili

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